Lo smog ci rende
più stupidi

Vivere in aree con alti livelli
di inquinamento da traffico
riduce le prestazioni nei test cognitivi.

 

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17 ottobre 2011. - Non sarà, come più volte la scienza ha ricordato, direttamente cancerogeno, ma certo non fa bene alla salute. Lo smog, che secondo le ultime stime dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) uccide in media 2 milioni di persone l'anno a causa dell'inalazione di particelle sottili (che entrano nel sangue e nei polmoni provocando cardiopatie, asma e infezioni delle vie respiratorie), è senz'altro un nemico.

Gli scienziati di tutto il mondo sono concordi sul fatto che l'inquinamento faccia male non solo alle vie respiratorie ma anche al cervello, perché inibisce la capacità di concentrazione e ci rende, in parole povere, più "stupidi".

Gli ultimi a confermare la teoria sono stati gli studiosi dell'Harvard School of Public Health di Boston, nel Massachusetts, che hanno rilevato come vivere in aree con alti livelli di inquinamento da traffico riduca le prestazioni nei test cognitivi. I ricercatori hanno verificato, analizzando 680 uomini tra i 51 e i 97 anni, che chi aveva trascorso la maggior parte della vita in aree inquinate raggiungeva punteggi cognitivi inferiori rispetto a chi aveva passato gli anni migliori respirando aria più pulita. I test hanno tenuto conto dello status sociale ed educativo di ogni volontario, permettendo quindi di rilevare il livello delle prestazioni in maniera oggettiva. Secondo la dottoressa Melinda Power, "l'esposizione a lungo termine all'inquinamento atmosferico accelera l'invecchiamento cerebrale e influisce sul modo in cui il cervello funziona, e il traffico e il gas di scarico dei motori diesel giocano un ruolo chiave in tutto questo". Lo studio ha preso in considerazione solo volontari di sesso maschile, ma secondo gli scienziati gli effetti sono identici anche per il cervello delle donne.

Le stesse conclusioni sono state raggiunte con una seconda ricerca, condotta però su topi, dagli scienziati della Ohio State University di Columbus, che hanno notato come le polveri sottili nell'aria, tipicamente emesse dai motori diesel (PM2.5), possano provocare problemi di apprendimento e di memoria e ridurre la crescita dei neuroni. "Altri studi in passato hanno messo in luce gli effetti dannosi dello smog su cuore e polmoni - ha spiegato Laura Fonken su Molecular Psychiatry - ma questo è il primo lavoro scientifico a mostrare un impatto negativo sul cervello".

L'inquinamento colpirebbe in particolare l'ippocampo e le ramificazioni dei dentriti che trasportano il segnale nervoso, provocandone un accorciamento e una riduzione della densità. Concretamente, tutto ciò provoca vari tipi di conseguenze, dall'ansia alla depressione a ritardi nell'apprendimento fino a problemi di memoria. E non solo. Una ricerca dell'Health Canada di Ottawa pubblicata sull'American Journal of Epidemiology ha anche dimostrato che lo smog favorisce le emicranie, quindi se vivete vicino a una strada ipertrafficata e soffrite di mal di testa ricorrenti cominciate a pensare che la causa potrebbe non essere il lavoro ma i tubi di scappamento che vi circondano.

"Si tratta di conclusioni perfettamente condivisibili - spiega Enrico Cherubini, coordinatore del settore di Neurobiologia della Sissa di Trieste, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, e presidente della Società italiana di neuroscienze - dato che l'inquinamento e le polveri sottili alterano i flussi circolatori, la barriera emato-encefalica e l'arrivo di sangue al cervello. Le particelle raggiungono il cervello attraverso il nervo olfattivo e provocano conseguenze serie sui processi di apprendimento e memoria. Cherubini ricorda, confermando le conclusioni dei colleghi americani, che lo smog provoca reazioni infiammatorie e formazione di radicali liberi (perché altera le proprietà ossido-riduttive del cervello) e che quindi fa invecchiare i nostri neuroni più velocemente del normale. "I più colpiti - conclude - sono i bambini e gli anziani come pure i fumatori o i soggetti obesi. I giovani hanno sempre la possibilità di spostarsi, fare sport in ambienti non inquinati. La cosa migliore infatti è cercare di non passare tutto il giorno in posti inquinati. Ritagliarsi una fuga verso l'aria pulita ogni giorno".

Nella sola Gran Bretagna si stima che in più di 20 città le emissioni da traffico urbano siano pari al doppio dei livelli indicati dall'Organizzazione mondiale della sanità, e in Italia la situazione non è migliore, dato che i nostri capoluoghi di provincia sono per gran parte dell'anno esposti a livelli superiori rispetto a quelli indicati. Secondo l'organizzazione, più di un milione di morti all'anno da smog potrebbero essere evitate se i valori delle linee guida (20 microgrammi di polveri sottili per metro cubo, ma in alcune città la concentrazione può raggiungere i 300) fossero rispettati. Ma poche città al mondo hanno livelli conformi e il numero di morti da inquinamento atmosferico in città è quindi dappertutto in aumento

 

(sara ficocelli / repubblica.it / puntodincontro)

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17 de octubre de 2011. - No es, como la ciencia ha señalado en reiteradas ocasiones, directamente cancerígena, pero ciertamente no es buena para la salud. La contaminación, que según las últimas estimaciones de la Organización Mundial de la Salud (OMS) mata a un promedio de 2 millones de personas al año debido a la inhalación de partículas finas (que entran en la sangre y los pulmones causando enfermedades del corazón, asma e infecciones de las vías respiratorias), es sin duda un enemigo.

Científicos de todo el mundo están de acuerdo en el hecho de que la contaminación no sólo daña las vías respiratorias, sino también el cerebro, ya que inhibe la capacidad de concentración y nos vuelve, en otras palabras, más "tontos".

Los últimos que confirmaron esta teoría fueron los estudiosos de la Escuela de Salud Pública de Harvard en Boston, Massachusetts, al constatar como el vivir en áreas con altos niveles de contaminación provocada por el tráfico reduce el rendimiento en pruebas cognitivas. Los investigadores encontraron, al evaluar 680 hombres de entre 51 y 97 años, que aquellos que habían pasado la mayor parte de su vida en zonas contaminadas alcanzó puntuaciones cognitivas más bajas respecto a los que habían pasado los mejores años respirando aire limpio. Las pruebas tomaron en cuenta la condición social y educativa de cada voluntario, lo que permitió detectar el nivel de desempeño de manera objetiva. Según La Dra. Melinda Power "la exposición a largo plazo a la contaminación atmosférica acelera el envejecimiento del cerebro y afecta la manera en que éste funciona. El tráfico y los gases de escape de los motores diesel juegan un papel clave en todo esto". El estudio se basó en la participación sólo de voluntarios varones, pero los científicos dicen que los efectos son idénticos para el cerebro de las mujeres.

Las mismas conclusiones fueron alcanzadas por un segundo estudio, realizado con ratones por científicos de la Universidad Estatal de Ohio en Columbus, que se percataron de cómo las partículas finas en el aire, por lo general emitidas por los motores diesel (PM2.5), pueden causar problemas de aprendizaje y de memoria y reducen el crecimiento de las neuronas. "Otros estudios en el pasado han puesto de relieve los efectos nocivos de la contaminación para el corazón y los pulmones - explica Laura Fonken en Molecular Psychiatry - pero esta es la primera obra científica que demuestra un impacto negativo en el cerebro".

 

(sara ficocelli / repubblica.it / puntodincontro)