La dieta tecnologica

Troppi stimoli multimediali
farebbero male al cervello.

 

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18 aprile 2011. - Bisognerebbe rispondere all'email, ma poi c'è il twitter da aggiornare, lo status su facebook da modificare, la chiamata sul cellulare da evitare, il messaggio da inoltrare, il link da vedere...La tecnologia aiuterà pure, ma essere sottoposti a continui stimoli può far davvero male al nostro cervello.

LO STUDIO È l'ora della «dieta tecnologica». Come a suo tempo si è rinunciato a zuccheri e grassi, così bisognerebbe fare con telefonini e social network. Lo dice a gran voce una ricerca della prestigiosa università americana di Stanford: il continuo «switchare», per usare un (brutto) neologismo in tema, da un medium all'altro, procurerebbe dei danni alla memoria, sia sul breve termine che sul lungo. Perchè gli «obesi multimediali» non sarebbero più in grado di applicare filtri tra un compito e l'altro, distratti da una continua e irrilevante mole di informazioni. Proprio uno studio della Stanford, dimostrava proprio che gli ipertecnologici erano meno capaci di altri meno «drogati» nel cimentarsi in operazioni «multitasking».

TROPPI STIMOLI FANNO MALE «Quello che preoccupa - commenta lo psichiatra Claudio Mencacci - è la mancanza di contenuto emotivo nell'apprendimento di questo flusso infinito di informazioni. Noi ci ricordiamo di qualcosa che abbiamo appreso perchè qualcuno, in carne ed ossa, ce l'ha comunicato o insegnato: il paradosso di questo ipertecnologismo è il bombardamento continuo di stimoli che alla fine son però "freddi" e vuoti. Non rievocheremo fra dieci anni il contenuto di una conversazione al cellulare o di una e-mail». Quindi prosegue Mencacci: «Come cinquant'anni fa 2il grasso2 non rappresentava un problema, perchè significava il riscatto dalla povertà, così bisogna pensarla in prospettiva per questo "overload" tecnologico. Oggi ci può sembrare innovativo, domani potrebbe risultare dannoso. L'equilibrio, come sempre, è fondamentale». Come a dire: valeva per il burro, vale per facebook.

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18 de abril de 2011. - Hay que responder al correo electrónico, pero luego está el Twitter que debe ser actualizado, el estado de Facebook que debe ser cambiado, es necesario evitar esa llamada por el celular, hay que acordarse de reenviar el mensaje y revisar el link ... La tecnología será de gran ayuda, pero estar sujetos a estímulos constantes puede ser muy malo para nuestro cerebro.

El estudio Ha llegado la hora de la "dieta de la tecnología." Al igual que en algún momento se abandonaron el azúcar y las grasas, hay que hacer lo mismo con teléfonos móviles y redes sociales. Lo anuncia con énfasis un estudio de la prestigiosa universidad norteamericana de Stanford: el continuo "switcheo", utilizando un (feo) neologismo, de un medio a otro, podría causar perjuicios a la memoria, tanto de corto plazo como de largo. Esto se debe a que los que sufren de obesidad multimedial ya no serían capaces de aplicar filtros entre una tarea y otra, distraídos por una masa continua de información irrelevante. Precisamente un anterior estudio de Stanford demostró que los dependientes de la tecnología tienen menos facilidad que otros —menos "adictos"— para participar en actividades "multitarea".

 

(Matteo Cruccu / corriere.it /puntodincontro)