L'eterna giovinezza

Ridere, lavorare e fare l'amore.
Ecco la ricetta per ritardare la vecchiaia.

18 settembre 2008. - Ridere, lavorare e fare l'amore: queste le tra parole magiche per ritardare il più possibile - anche oltre gli 80-85 anni - l'appuntamento con la vecchiaia. Almeno secondo i ricercatori che ieri si sono riuniti nella sede centrale dell'Unesco, a Parigi, per il forum medico "Invecchiare giovani". Una quindicina di specialisti, tutti francesi e tra i migliori nel settore, hanno illustrato e discusso le ultime scoperte scientifiche in materia di longevità. Mettendo l'accento sulla dimensione "irrazionale", più che su quella fisiologica e sottolineando come invecchiare bene dipenda "in larga parte dal morale".

E in particolare, dice Francoise Forette, direttrice della fondazione nazionale di gerontologia, dalla "capacità di vedere la vita in rosa". "Studi olandesi, inglesi, giapponesi, americani e francesi lo dimostrano - spiega rispondendo all'ANSA - tra ottimismo e vita lunga c'é un legame a doppio filo".

Un esempio? "Una recente inchiesta condotta su un campione di mille persone di età compresa tra i 65 e gli 84 anni ha messo in luce come il tasso di mortalità degli ottimisti sia del 45% inferiore a quello dei pessimisti". O ancora "uno studio che fa vedere come chi prende la vita con filosofia produce più anticorpi contro le malattie polmonari". Componente fondamentale della gioia di vivere è "il sesso, o almeno la tenerezza". A lungo un "tabù sociale", l'attività sessuale degli anziani sta lentamente uscendo allo scoperto. "Secondo le statistiche - precisa la Forette - i 65-85enni che praticano sesso sono molto aumentati negli ultimi 20 anni". E anche se "ovviamente con l'età la sessualità si trasforma, il grado di soddisfazione resta comunque importante".

Senza tuttavia che "il diritto all'orgasmo si trasformi in un obbligo all'orgasmo". Secondo la gerontologa, "nella terza età la pratica sessuale propriamente detta resta, ma accompagnata sempre di più dalla tenerezza". Ma certo "non si può parlare di una sorta di 'desessualizzazione' dovuta all'avanzare degli anni". Capitolo lavoro: "per invecchiare tardi è fondamentale continuare a svolgere il più a lungo possibile un'attività professionale". Soprattutto "quelle che richiedono grande sforzo intellettuale, che fanno correre veloce il cervello e tengono lontane le malattie neurodegenerative".

Il che pone il problema dell'età pensionabile. "Una questione di importanza primaria" conferma la Forette, che ritiene "inammissibile il limite attuale di 58 anni". E aggiunge: "Il modello di previdenza attuale si basa su una piramide delle età che è in via di stravolgimento: nel 2015 ci saranno più ultrasessantenni che minori di 15 anni, bisogna fare i conti con questa realtà". Iniziando a "permettere ai 'senior' che lo desiderano di restare al loro posto" e a "fare formazione continua ai lavoratori, cosa che i Francia non è possibile dopo i 45 anni". Un'età opportuna per andare in pensione? "Non c'é un limite valido per tutti al 100% - risponde la professoressa - ma direi che 70 anni è un buon compromesso".

 

(ansa)