Natale e Capodanno,
pomodori nel piatto

I nutrizionisti promuovono i prodotti coltivati di serra:
hanno le stesse sostanze salutari di quelli raccolti d'estate

 

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24 novembre 2010. -  Antipasto di bruschette col Pachino, spaghetti con la salsa fresca, caprese con il San Marzano. È il menù di Ferragosto? No, quello del pranzo di Natale. Un menù che trabocca salute. Ma come, ti starai chiedendo, il pomodoro a dicembre? Non bisognava mangiare le verdure di stagione? Contrordine. Ora i nutrizionisti sdoganano il consumo del re della dieta mediterranea anche in inverno.

Un pieno di antiossidanti anche d’inverno

«Si teme che i vegetali cresciuti in serra siano meno nutrienti di quelli di campo, ma non è così - assicura Andrea Ghiselli, ricercatore dell’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran) -. Un pomodoro coltivato a novembre o a gennaio ha sostanzialmente lo stesso contenuto di antiossidanti, fibre, vitamine, minerali di uno raccolto a luglio, anche se può essere più ricco di acqua. Il genoma dell’ortaggio, il Dna che ne determina tutte le caratteristiche, resta lo stesso». In Italia i pomodori si producono tutto l’anno in Sicilia, Calabria o Puglia, regioni che godono di un clima mite per gran parte dell’anno. E lì, nei mesi più freddi, le piante vengono coltivate in serre protette. «Con risultati molto più genuini rispetto a 50 anni fa - spiega Valeria del Balzo, docente di scienza dell’alimentazione all’Università La Sapienza di Roma -. Oggi si coltivano varietà resistenti all’attacco di parassiti, selezionate tramite innesti e incroci successivi. Pertanto, le colture in serra non richiedono un surplus di pesticidi o fitofarmaci per gonfiare la crescita». Il pomodoro è una specie di prodigioso medicinale naturale. La sua virtù principale è racchiusa nel licopene, il pigmento che conferisce il colore rosso alla polpa e alla buccia. «È un potente antiossidante, della famiglia dei carotenoidi, con effetti benefici su cuore e arterie, nonché spiccate proprietà antitumorali dimostrate da svariati studi», dice Del Balzo. Quando mangi la tua insalata mista ne trovi già una buona quantità, e il contenuto è significativo nelle diverse varietà, dal ciliegino al cuore di bue. Ma se cuoci il pomodoro, di licopene se ne produce fino a cinque volte di più.

Pasta col sugo, elisir di lunga vita

David Heber, dell’Università della California, ha scoperto il perché: il calore della cottura, rompendo le pareti delle cellule del pomodoro, libera tutto il licopene che contengono e lo rende completamente assorbibile dall’apparato digerente, proteggendo l’organismo dai rischi di tumore. «L’aggiunta di olio d’oliva favorisce l’assorbimento nell’organismo, essendo il licopene liposolubile - dice Del Balzo -. Ecco allora che il piatto più tradizionale della cucina italiana, la pasta al sugo di pomodoro con olio e parmigiano, si dimostra un elisir di lunga vita».

Vegetale perfetto per dimagrire dopo le feste

E il pomodoro è anche dietetico. Ha pochissime calorie: per la precisione, appena 19 per etto da crudo, 18 passato e 15 in forma di succo non condito (secondo i dati Inran). «Non solo: contiene acido citrico e acido malico, e il loro effetto combinato agisce sulle papille gustative, dando quel sapore particolare che è capace di stimolare più in fretta il senso di sazietà», spiega Alfredo Vanotti, che insegna dietetica all’ Università Statale di Milano. Insomma, un vegetale perfetto per chi vorrà smaltire a gennaio l’orgia di cibi delle feste natalizie. «In un regime alimentare ipocalorico questo frutto (non ortaggio, se si vuole essere precisi) è un alimento basilare - spiega Roberto Volpe, specialista in malattie del fegato e del metabolismo, ricercatore del Consiglio nazionale delle ricerche -. Basti pensare che contiene soltanto il 3,5% di zuccheri, l’1% di proteine, lo 0,2% di lipidi e un’ottima quantità di fibra, due grammi per etto. Inoltre ha un elevato contenuto di acqua (il 95% del totale) e un buon effetto diuretico».

 

(CORRIERE DELLA SERA-DANIELA CIPOLLONI)