Caro Napolitano, lasciatemi morire

Lettera al capo dello Stato da parte di Piergiorgio Welby bloccato su un letto a causa dell'aggravarsi della distrofia muscolare.

 

Roma, 21 settembre 2006 - "Caro Presidente (Napolitano, ndr), scrivo a Lei, e attraverso Lei mi rivolgo anche a quei cittadini che avranno la possibilita' di ascoltare queste mie parole, questo mio grido, che non e' di disperazione, ma carico di speranza umana e civile per questo nostro Paese".

Questo l'incipit della lettera aperta inviata al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e pubblicata sul mensile 'Agenda' dell'associazione Luca Coscioni, scritta da Piergiorgio Welby, co-presidente dell'associazione e adesso bloccato su un letto a causa dell'aggravarsi della distrofia muscolare che l'ha colpito.

La conferenza di oggi nella sala stampa della Camera. a cui e' intervenuto Marco Pannella, leader dei radicali, rimette al centro del dibattito politico, e non solo, il tema dell'eutanasia. "Come urgenza civile, politica e morale porremo questo problema, che non dovra' disperdersi nello squallore di una politica incapace di essere in presa diretta con la vita".

Ma scorrendo le righe della missiva, poco piu' in giu' si legge: "Ora sono come sprofondato in un baratro da dove non trovo uscita"; e ancora, "il mio corpo non e' piu' il mio".Pannela portera' domani in direzione nazionale della Rosa nel pugno l'argomento e intende intraprendere subito un'iniziativa parlamentare.

Il tema dell'eutanasia, secondo lui, "e' qualcosa che rappresenta quell'uno per mille di sepolto nella coscienza di tutti", perche' "noi tutti- prosegue il leader radicale- siamo proprietari del corpo di Piergiorgio Welby", che e' "della societa' civile, dell'esperimento allucinato dello Stato, della confessione, non importa che sia talebana o vaticana; se si studia la storia talebana non si arriva a questo grado di follia, di dissennatezza".

Pannella e' deciso nell'affermare che c'e' in atto "una lotta di liberazione della vita, di disarmare il potere inedito, che non ha precedenti" e rileva che "e' una sorta di vendetta per il Vaticano", poiche' "il corpo del Papa Giovanni Paolo II non apparteneva neanche a lui, la gente che stava li' davanti a lui con le facce che sembravano quelle della famiglia Corleone di fronte al futuro lutto", Papa, pero', prosegue riferito sempre al predecessore di Ratzinger, che "se avesse fatto un annuncio" a favore dell'eutanasia "ci avrebbe lasciato piu' felici".

 

Da Quotidiano.net