Mentre si dorme, il cervello cancella le informazioni inutili

La scoperta, dovuta ad un ricercatore italiano che lavora negli Stati Uniti, è stata presentata al recente convegno sul cervello svoltosi a Firenze.

 

28 Giugno 2006. Dormire serve a rimettere ordine nel cervello. Lo dimostrano gli studi compiuti dal team di ricercatori guidato dal professor Giulio Tononi, docente di psichiatria all'università del Wisconsin, e uno dei relatori di maggior prestigio del convegno mondale sul cervello, Human brain mapping, che si è svolto nei giorni scorsi a Firenze. Il suo gruppo di ricerca si occupa, in particolare, dei meccanismi e delle funzioni del sonno. Le ricerche hanno dimostrato che il cervello sfrutta il sonno per fare ordine e scremare quanto di inutile ha accumulato durante la giornata, preparandosi ad affrontare al meglio quella successiva.

I ricercatori hanno scoperto inoltre che ogni area del cervello può cadere in un sonno più o meno profondo in proporzione a quanto ha lavorato durante il giorno (nell'immagine, l'attività cerebrale durante il sonno). Più il sonno è profondo più il giorno seguente quella regione cerebrale eseguirà meglio i suoi compiti. Basandosi su dati comportamentali, farmacologici e criteri molecolari, il team di Tononi ha inoltre dimostrato che la Drosophila, il cosiddetto moscerino della frutta, ha dinamiche sonno-veglia simili a quelle dell'uomo.

''Il moscerino della frutta dorme come l'uomo e ci sta insegnando che cosa avviene nel nostro cervello quando dormiamo e quando soffriamo la privazione di sonno", dice Tononi. ''Per provare e capire la funzione del sonno e per chiarire le conseguenze funzionali della perdita di sonno, il nostro laboratorio ha impiegato una combinazione di metodi differenti, dalla genetica dei moscerini, al profilo espressivo dell'intero genoma negli invertebrati e nei mammiferi, all'analisi del comportamento in gatti e topi".

Il primo metodo sfrutta il potenziale della genetica della Drosophila per identificare i geni addetti alla regolazione del sonno. Si è così dimostrato che i moscerini dormono e hanno bisogno di dormire più o meno allo stesso modo dei mammiferi.

''Con un secondo metodo di ricerca, invece, è stato sperimentato per la prima volta l'uso del profilo dell'intero genoma per identificare tutti i geni la cui espressione cambia nel cervello addormentato rispetto ad uno stato di veglia. Negli ultimi dieci anni - spiega Tononi - abbiamo portato avanti questi test sul genoma utilizzando micro-schiere di DNA ad alta densità nei moscerini, nei ratti, nei criceti e negli esseri umani. Nei ratti abbiamo scoperto che le centinaia di geni vengono espressi in modo differente nel cervello durante il sonno e la veglia".