Risolto il mistero
“ormone della fame”

Speranze per diabete, cancro e malattie cardiache. Un ormone chiave nella prevenzione della sensibilità all’insulina e la sopravvivenza delle cellule.

 

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Nuovi orizzonti si aprono sulle conoscenze dei meccanismi legati alla fame e alla gestione dei processi digestivi.

 

28 dicembre 2010. -  Dopo 17 anni di studi e ricerche, ricercatori della Università del Texas, Southwestern Medical Center, pare abbiano risolto alcuni dei misteri legati all’ormone adiponectina, un ormone che controlla il metabolismo energetico di lipidi e carboidrati, ribattezzato anche “ormone della fame” – da non confondere con la grelina.

Quello che i ricercatori intendevano scoprire era come questo ormone influisca su più sistemi biologici, impedisca la sensibilità all’insulina e possa favorire la sopravvivenza delle cellule. La comprensione di questi meccanismi potrebbe portare allo sviluppo di nuovi trattamenti per diverse malattie connesse ai problemi di peso – e non solo – come diabete, cancro e malattie cardiache.

Come confermato dall’autore dello studio, dottor Philipp Scherer - professore di medicina interna e biologia cellulare - fino a oggi non vi era un nesso evidente tra tutti i diversi fenomeni associati all’ormone.

«Questo documento dimostra che il tema comune fra tutte queste diverse attività si basa sull'interazione dell’adiponectina, con uno specifico sottoinsieme di lipidi conosciuto come ceramidi», dichiara Scherer sulle pagine di Nature Medicine, su cui è stato pubblicato lo studio.

Per determinare come l’ormone potesse avere diversi tipi di influenza, i ricercatori hanno utilizzato un modello di induzione al suicidio cellulare delle cellule beta pancreatiche, atte a produrre insulina; e nei cardiomiociti, le cellule specifiche muscolari che si trovano nel miocardio, una zona del cuore.

L’interazione tra l’adiponectina e le ceramidi è stata osservata a lungo. Alti livelli di ceramidi, poi, sono stati scoperti promuovere il diabete, poiché sabotano le vie di segnalazione indotte dall'insulina e uccidono le cellule beta. Le ceramidi, difatti, sono una famiglia di molecole lipidiche conosciute per la loro azione nel promuovere il suicidio cellulare, o apoptosi.

Quando i ricercatori hanno provato a introdurre l’adiponectina nelle cellule, hanno scoperto che l'ormone provocava la conversione delle ceramidi da forza distruttiva in forza costruttiva, aiutando le cellule a sopravvivere e inibendo la morte cellulare.

«L’adiponectina procura essenzialmente un restyling di questo sgradevole cugino», ha commentato Scherer.

Questo studio, apre finalmente le porte alla comprensione di un meccanismo oscuro. E i risultati ottenuti fanno ben sperare di poter in futuro agire su questo ormone per intervenire con efficacia in diversi e gravi disturbi.

Nel complesso, queste nuove scoperte «avallano l’idea che l’adiponectina è molto importante e che probabilmente è un manipolatore chiave dei livelli di lipidi», conclude Scherer.

 

(LA STAMPA - LM&SDP)