Corpo senz'anima

Basta! Fermiamoci! Il nostro fisico grida ...
Di Alejandra Daguerre
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29 aprile 2011. - ...«Forza, ragazze, che l'addome dev'essere piatto prima dell'estate!»

L'insegnante di ginnastica annuncia che sta per cominciare il corso di spinning, ottimo per perdere peso e tonificare.

Driiing! ... Rispondo al messaggio dal mio cellulare e continuo l'esercizio per i glutei «... su ... giù ... su … giù» … e ancora due serie di 25!

La musica d'accompagnamento è elettrizzante, come quella che sentono i miei muscoli. Cerco di concentrarmi su qualcosa d'altro per non sentire la fatica. Nel frattempo penso anche alla spesa. Due compagne di classe parlano di ciò che hanno visto per televisione ieri sera, mentre un’ altra è rimasta stupita dalle notizie del mattino.

Due uomini d’affari finiscono la loro sauna express, ma pare che durante quei brevi momenti, siano solo riusciti a rilassare il nodo della cravatta. Mi fermo, vado al bar ... tutto è acqua minerale e wi fi. La gente fa una pausa che serve per leggere le mail. Altri parlano forte al telefono, praticamente urlano, mentre cercano di risolvere il mondo con una chiamata. E una mamma, davanti ad una vetrata piena di sole, corre riscaldata sul tapis roulant mentre i figli sono a lezione di nuoto...

Ascoltiamo il nostro il corpo? Sentiamo i suoi segnali seriamente? O semplicemente sentiamo il grido di un corpo arrabbiato? Un corpo stanco di rimandare tutto continuamente, stanco del "comincio domani". E continuiamo così ... emettendo segnali che il nostro radar non può decodificare fino a quando inesorabilmente si aziona la malattia.

La maggior parte delle volte ignoriamo la corrispondenza che esiste tra i nostri processi fisici e nostri processi psico-emotivi; preferiamo ignorare che quando il corpo parla, affiorano gli affetti (e quando urla, affiorano gli effetti!).

Così, fino a quando non impareremo ad ascoltare e continueremo ad ignoraree ad aderire alle sproporzionate esigenze del modello ideale, saremo condannati
a ricevere la sintomatologia con dolore; una situazione clinica grave e complessa (a volte con danni irreversibili).

È vero che non ci possiamo fermare? È vero che se sospendiamo per qualche minuto, se facciamo una piccola pausa siamo fuori? Stiamo correndo una pazza maratona, che in teoria ha un obiettivo di successo, ma siamo disposti a fare qualcosa ... è proprio questa la nostra scelta di vita? ... scusi ... ho detto “vita”?

Negli ultimi anni, qualcosa sembra essere cambiato all’improvviso (forse la parola giusta è "con violenza") ed è un avvertenza davvero grande:
Quello che una volta era accettare una responsabilità ora è diventato sopportare esigenze estreme; la stanchezza è diventata esaurimento; lo stress si manifesta in tutte le sue forme: fatica muscolare; decadimento per depressioni diffuse; apatia, ansietà ... Il divertimento di prima apparentemente si è trasformato in un concetto di stordimento provocato da milioni di stimoli simultanei; un bicchiere di vino adesso è una sbronza (dove a volte si perde il senso del tempo e dello spazio); godere di buona salute significa essere estremamente magri ed essere impegnato sul lavoro oggi coincide con la figura alienata del workaholic.

Cosa ci sta succedendo?

Scoppi, esplosioni, lacrime, sfoghi, episodi violenti ... Ed il nostro povero corpo deve sopportare questa follia!

Nota: Dopo cena —parlando del gran numero di incidenti cerebrovascolari— la nonna ha fatto una semplice riflessione, di quelle che solo le persone anziane riescono a fare, senza statistiche, solo con esperienza. Ha detto: «Quando ero giovane molte persone morivano di malattie del cuore, i medici dicevano: è morto a causa di un attacco cardiaco (infarto). Ora esplode la testa ... non capisco ... le persone sembrano non aver più cuore, solo pensieri ... adesso sono tutti pensierosi ... la testa esplode perché non c'è spazio per tutti allo stesso tempo!»

Forse l'osservazione della nonna è un buon punto di partenza. Avremo davvero messo le emozioni in secondo piano? Questi sintomi (e le conseguenze fisiche) saranno il risultato della supremazia della ragione?

Dovremmo davvero rifletteci su un po’ ...

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*Alejandra Daguerre è nata a Buenos Aires, dove vive e lavora. Laureatasi in Psicologia nel 1990 all’Università del Salvador nella capitale argentina, ha dapprima lavorato nella Fondazione Argentina per la Lotta contro il Mal di Chagas, nel dipartimento di Psicologia, poi per tre anni presso il Ministero del Lavoro e della Sicurezza sociale (interviste di preselezione, programmi di reinserimento lavorativo e tecniche di selezione del personale), poi dal 1994 al 1999 nella selezione del personale per l’Università di Buenos Aires.

Dal 2003 al 2009 ha lavorato presso l’Istituto di Estetica e Riabilitazione Fisica “Fisiocorp”, dipartimento di Psicologia, nel trattamento psicologico di pazienti con malattie croniche e pazienti in riabilitazione fisica a lungo termine. Dal 1991 opera in attività libero-professionale nel campo della psicologia clínica, per adolescenti e adulti, con metodiche di psicoanalisi e con ricorso all’arte-terapia e terapia occupazionale, utilizzando l'arte come elemento di catarsi terapeutica.

 

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29 de abril de 2011. - …«y 1…y 2…y 3…y 4…y 5…y 5 más! Vamos chicas que hay que bajar la pancita antes que llegue el verano!!!» El profesor anuncia que los jueves se abrió clase de spinning, y es buenísimo para bajar de peso y tonificar.

Ring…ring…contesto el mensaje de texto y sigo con la rutina de glúteos….y arriba, y abajo! Vamos que hay que tener la cola parada! Y dos series de 25 más.

La música acompaña, es tan electrizante como lo que sienten mis músculos en este momento….trato de concentrarme en otra cosa, como para que no duela y pienso mientras tanto en las compras del supermercado. Dos compañeras de clase hablan sobre las discusiones mediáticas que vieron anoche en televisión, y mientras otra no sale del estupor porque vio el noticiero de la mañana…

En el Spa no hay más turnos disponibles para masajes (obviamente reductores!), y dos ejecutivos salen de una sesión de sauna “súper express”, donde al parecer lograron aflojar solo el nudo de sus corbatas.

Hago un stop, voy al bar…todo es agua mineral y banda ancha. La gente descansa mientras lee su correo electrónico, otros hablan por teléfono a los gritos, tratando de solucionar el mundo en un llamado, y una madre, frente al soleado ventanal, corre acalorada sobre la cinta mientras sus hijos están en la clase de natación…”

Escuchamos al cuerpo? Escuchamos con seriedad sus señales? o solo alertamos los gritos de un cuerpo enojado?; Un cuerpo cansado de la postergación del “mañana empiezo” y del sucesivo maltrato. Y así vamos…y así seguimos… emitiendo señales que no decodificamos con nuestro propio radar, hasta que finalmente se gatilla la enfermedad.

La gran mayoría de las veces ignoramos la correspondencia que existe entre nuestro cuerpo físico, y los procesos psicoemocionales; preferimos desconocer que cuando el cuerpo habla, afectos trae (y cuando grita, trae sus efectos) Entonces, mientras no escuchemos, mientras prefiramos obviar, mientras sigamos adhiriendo a las desmesuradas exigencias del modelo ideal; seguiremos condenados a tratar la sintomatología a través del dolor y cuadros clínicos cada vez más graves (a veces con daños irreversibles ).

Es verdad que no podemos parar? Es verdad que detenernos un minuto, hacer una pausa nos deja fuera de carrera? Nos corre una vorágine –que supuestamente tiene meta exitosa- y nosotros entramos en esa maratónica manera de vivir…vivir les dije???

En estos últimos años algo parece haber cambiado bruscamente (tal vez la palabra indicada sea “violentamente”) y es una gran alerta.

Lo que era asumir responsabilidades es ahora soportar exigencias extremas; el cansancio se convirtió en agotamiento, cuadros de stress, fatiga muscular; el decaimiento en depresiones difusas, abulias, trastornos de ansiedad; al parecer la diversión mudó al concepto de “salir de caravana”; brindar con un rico vinito en mezclar tragos hasta perder la noción del tiempo y del espacio; el estar saludable se mide en extrema delgadez; y el estar atareado con el trabajo o una entrega es la figura alienada del workaholic. ¿Qué nos pasa?

Estallidos, explosiones, roturas, desbordes, brotes…

Pobre de nuestro cuerpo transportando esta locura.

Basta ya!...que va a estallar……

Nota: Durante la sobremesa y conversando sobre el gran número de accidentes cerebro vasculares, la abuela hizo una reflexión simple, de esas conclusiones que solo una persona anciana puede hacer, sin estadísticas, solo por haber capitalizado toda su experiencia. Dijo: “Cuando yo era joven mucha gente se moría del corazón, los doctores decían tuvo un infarto; ahora les explota la cabeza…no entiendo…las personas parecen no tener corazón, todo pensamientos, todos pensativos…la cabeza explota porque no tiene lugar para todo al mismo tiempo!!!

Tal vez la observación de la abuela es un buen punto de partida.

Pondremos las emociones en segundo plano? Estos síntomas (y sus consecuencias físicas) serán de la supremacía de la razón?

Por favor reflexionemos…estamos explotando!!!

È ora di riflettere sulla differenza tra il vero benessere ed il concetto di sanità del modello socio-culturale odierno.

Gli eccessi rompono gli argini, ci portano al limite dell'abisso.

E, poi, il corpo
la paga cara.