Salute e lavoro

Per l'Istat "a rischio" dieci milioni di italiani.

31 dicembre 2008. - Sono i dati sulle morti bianche a dimostrare quanto sia alto il rischio sul lavoro, ma sono ben oltre 10 milioni i lavoratori italiani, il 44% del totale, che attraverso una indagine dell'Istat, svelano di considerare la propria salute in pericolo proprio per cause di lavoro.

Secondo l'indagine dell'Istat riferita al secondo trimestre del 2007, fra questi lavoratori ben 8 milioni 706 mila avvertono la presenza di fattori di rischio che possono compromettere la salute fisica, mentre 4 milioni 58 mila ritengono di essere esposti a rischi che potrebbero pregiudicare l'equilibrio psicologico.

I settori a rischio. La maggiore concentrazione di persone esposte a rischi per la salute fisica si registra nei settori delle costruzioni (63,4% occupati dello stesso settore), dell'agricoltura (54,3%), dei trasporti (48,3%), della sanità (45,5%) e delle attività manifatturiere (44,7%). Anche nel più ampio settore della pubblica amministrazione si registra una quota cospicua pari al 35,7%, che si riduce al 26,6% se si escludono da questa i dipendenti dei settori "più esposti": Sicurezza Nazionale, Ordine Pubblico e Difesa Nazionale, Vigili del Fuoco e Protezione Civile.

I pericoli psicologici. I fattori di rischio di tipo psicologico sono percepiti maggiormente fra le persone che lavorano nella sanità (26%), nei trasporti (24,6%) e nella pubblica amministrazione (23,0%). In particolare nella sanità e nella pubblica amministrazione le donne risentono in misura maggiore rispetto agli uomini di questi problemi. Le donne, con il 5,4%, mostrano una maggiore esposizione degli uomini (4,1%) a fenomeni di prepotenza e discriminazione, particolarmente rilevante per le donne che lavorano nella Pubblica Amministrazione; ciò si verifica in particolare per le posizioni dirigenziali e quelle di più basso profilo (operaie e collaboratrici).

Chi ha subito un danno. Le persone che hanno dichiarato di aver subito un infortunio sul luogo di lavoro sono 672 mila (con una differenza di genere ancora più accentuata, con il 77,3% di uomini e il 22,7% di donne), di questi, 59 mila persone hanno subito più di un incidente sul luogo di lavoro, pari all'8,7% del totale. Le persone che hanno sofferto di problemi di salute causati o aggravati dall'attività lavorativa nell'ultimo anno sono 2 milioni 797 mila. La quota complessiva del fenomeno si attesta al 6,9%.

La schiena primo problema. Oltre la metà degli intervistati dichiara di soffrire di un problema osseo, articolare o muscolare, in particolare il 28,2% soffre di problemi alla schiena, mentre il 23,0% accusa problemi al collo, spalle, braccia o mani o agli arti inferiori. Anche lo stress, la depressione e l'ansietà, citati dal 16,2% dei rispondenti, rappresentano una fonte di disagio per chi pratica o ha svolto un'attività lavorativa. Il 9,9% ha segnalato problemi respiratori, il 5,6% cardiovascolari, il 4,2% di udito, il 3,7% alla vista. Il 9,2% dichiara di aver sofferto di un problema di salute diverso da quelli elencati tra i quali figurano mal di testa, infezioni da virus o batteri e problemi di tipo cutaneo. Le donne dichiarano più frequentemente rispetto agli uomini di essere sottoposte a stress o di soffrire di depressione o ansietà (il 18,1% contro il 14,9% degli uomini).

 

(ansa)