Delfini italiani
e francesi:
vicini, ma divisi

Nuove osservazioni
su un gruppo di mille cetacei
che vivono fra
la Costa Azzurra e la Versilia.

 

12 luglio 2011. - Mille delfini tursiopi vivono ormai stanzialmente negli 87 mila chilometri quadrati del Santuario Pelagos, l'area marina protetta più grande del Mediterraneo fra la Francia e la Toscana, i «francesi» da una parte, a occidente, gli «italiani» verso levante fino alle acque della Versilia: i due gruppi non si frequentano. Abitudini diverse, gusti alimentari diversi, perfino «dialetti» diversi. Solo un esemplare fa la spola fra Costa Azzurra e Versilia. Forse è un delfino playboy. «Non sappiamo perché questo individuo sia l'unico a frequentare entrambe le zone - spiega Guido Gnone, biologo dell'Acquario di Genova - però sappiamo che è sempre lo stesso perché l'abbiamo identificato». Il tursiope viaggiatore è riconoscibile, come gli altri suoi simili, dalla pinna.

LO STUDIO - Le due popolazioni di delfini, quella francese e quella italiana, sono l'oggetto di una ricerca compiuta da 14 istituti fra Italia, Francia e Regno Unito, coordinata dall'Acquario e i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista «Aquatic Conservation». Cinquecentocinquanta i tursiopi di «lingua» italiana, un po' meno, 450, quelli di «lingua» francese, i due gruppi hanno formato due comunità isolate: «Parliamo di dialetti - chiarisce Gnone - ma non possiamo paragonarli a quelli umani: semplicemente le comunità sviluppano alcuni segnali propri di comunicazione o di riconoscimento». Quanto ai gusti alimentari questi derivano dal tipo diverso di caccia in cui le due comunità si sono specializzate a causa della diversità dei fondali. Nell'area più occidentale, fra Costa Azzurra e Corsica nord occidentale, i fondali rocciosi scendono rapidamente in profondità mentre davanti alla Toscana, dove è presente un'ampia piattaforma, i fondali sono sabbiosi o fangosi.

CULTURA SPECIFICA - «Questi mammiferi - spiega il biologo - sviluppano una cultura derivata dall'apprendimento, se sono abituati da generazioni a cacciare certe prede e in un certo modo possono non riconoscere come commestibili prede diverse in contesti ambientali diversi». I piccoli di tursiope sono allattati per un lungo periodo, tre anni, durante il quale seguono la madre e apprendono da lei i metodi di caccia, sviluppano così una «cultura» in fondo in modo molto simile a come gli uomini si creano abitudini alimentari diverse in Paesi diversi. «Abbiamo fatto osservazioni in vasca all'Acquario - spiega Gnone - sui comportamenti fra madre e piccolo ed è evidente come quelli che inizialmente sembrano solo giochi, una fase ludica, in realtà è un vero e proprio apprendimento. I piccoli imitano in tutto le madri».

COMUNITA' DIFFERENTI - I tursiopi delle due comunità, l'italiana e la francese, hanno sviluppato un modo «opportunista» di caccia che sfrutta i diversi sistemi di pesca adottati dall'uomo: le reti a strascico in Italia, dove i tursiopi seguono i pescherecci e cacciano i pesci che sfuggono storditi allo strascico, e le piccole reti da profondità usate dai pescatori francesi dalle quali i tursiopi si servono direttamente il pasto prendendo i pesci che sporgono dalla rete e talvolta bucando le maglie (il che crea situazioni conflittuali con l'uomo). Insomma, due modi diversi di mettersi a tavola. Questo è un buon periodo per l'osservazione dei cetacei, tursiopi, stenelle e balenottere, l'Acquario di Genova con il progetto «delfini metropolitani» organizza uscite in mare due volte alla settimana con la presenza di un biologo a bordo.

 

(erika dellacasa / corriere.it / puntodincontro)

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12 de julio de 2011. - Mil delfines nariz de botella viven en los 87 mil kilómetros cuadrados del Santuario Pelagos —la mayor área marina protegida en el Mediterráneo, localizada entre las costas franceses y de la Toscana— hacia el este los "franceses", hacia el oeste, en la zona de la Versilia, los "italianos". Los dos grupos no se frecuentan. Tienen hábitos, gustos para la comida y hasta "dialectos" diferentes. Sólo un ejemplar va y viene entre la Costa Azul y la Versilia. Tal vez se trate de un delfín playboy. "No sabemos por qué este es el único que pertenece a ambos grupos - dice Guido Gnone, biólogo del Acuario de Génova - pero sabemos que siempre es el mismo porque lo hemos identificado". El delfín viajero es reconocible, al igual que los demás, por la aleta.

Las dos poblaciones de delfines, los franceses y los italianos son objeto de una investigación llevada a cabo por 14 instituciones de Italia, Francia y el Reino Unido, bajo la coordinación del Acuario y cuyos resultados fueron publicados en la revista "Aquatic conservation". Resultan ser quinientos los delfines nariz de botella de "idioma" italiano, un "poco menos, 450, los de "idioma" francés. Los dos grupos formaron dos comunidades aisladas: «Hablamos de dialectos - aclara Gnone - pero no podemos compararlos con los de los humanos: simplemente las comunidades desarrollan sus propias señales de comunicación y reconocimiento». En cuanto a las preferencias en el campo de los alimentos, estas se derivan de los diferentes tipos de caza en los que las dos comunidades se han especializado debido a la diversidad de los fondos marinos. En la zona más occidental, entre la Costa Azul y Córcega del noroeste, las rocas provocan rápidos aumentos de la profundidad, mientras que en frente de Toscana, donde hay una amplia plataforma, el fondo marino es arenoso o fangoso.

 

(erika dellacasa / corriere.it / puntodincontro)

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