Per evitare l'oblio informatico

È NATO IL PROGETTO PLANETS PER PRODURRE UN "GENOMA DIGITALE".

22 maggio 2010. - Uno dei processi più rivoluzionari dell’attuale società è il trasferimento di un’enorme quantità di informazioni su un supporto digitale, con incredibili vantaggi in termini di volumi fisici occupati e di possibilità di ricerca di contenuti. A differenza della carta, tuttavia, le informazioni digitali possono essere lette solo con strumenti opportuni. Il progresso tecnologico tuttavia fa evolvere tali strumenti, rendendo spesso inutilizzabili supporti ormai obsoleti.

Per evitare un’irreparabile perdita di dati è nato il progetto Planets (acronimo inglese per Preservation and Long-term Access through NETworked Services) che, grazie a un finanziamento di 15 milioni di euro e alla contributo di esperti di 16 istituzioni europee, tra biblioteche, archivi, Università e società che si occupano di tecnologie digitali, ha in programma di produrre “un genoma digitale”.

Si tratterebbe in sostanza di una capsula, da conservare in un luogo sicuro, che contiene informazioni circa l’ampia gamma di formati digitali utilizzati fin da quando i computer sono diventati di uso comune, sul modo in cui funzionano i differenti formati dei file, e su come sia possibile istruire un processore a recuperare i dati immagazzinati senza aver accesso a un sistema operativo o ad altri programmi per computer.

Secondo i sostenitori del progetto, a livello globale è stato memorizzato in formato digitale l’equivalente di circa 1000 miliardi di CD di dati, dalle foto delle vacanze ai dati delle sperimentazioni cliniche sui farmaci, ovvero circa 100 GB per ogni abitante della Terra. La maggior parte di questa massa di informazioni non sarà accessibile alla tecnologia del futuro, così come la maggior parte dei dati immagazzinati nei floppy disk da 5,25 pollici risulta attualmente irrecuperabile.

La capsula verrà conservata in un bunker a prova di guerra nucleare scavato sotto le Alpi, nel comune di Saanen in quella che viene definita la Fort Knox Svizzera.

 

(Le Scienze - Edizione italiana di Scientific American)

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