Fry diventa il cervello della Ferrari

Dyer paga l’errore di Abu Dhabi. Shopping in Red Bull: arriva Martin.

Pat Fry e Neil Martin.

Pat Fry e Neil Martin
 

6 gennaio 2011. - Eccoli qui gli «aggiustamenti» preannunciati da Stefano Domenicali per la Ferrari che nel 2011 deve (e l’imperativo non è casuale) vincere il campionato. In parte sono il frutto del disastro di Abu Dhabi, in parte vengono da più lontano, da quella ristrutturazione avviata con gli addii di Ross Brawn e Jean Todt. Entrambi derivano da una campagna acquisti (iniziata l’anno scorso) dal duplice effetto: rafforzare la Rossa e indebolire la concorrenza. All’errore di strategia dell’ultima gara di campionato (ma forse non solo) va attribuita la caduta della testa di Chris Dyer, l’ingegnere australiano responsabile nel 2009 di tutte le operazioni in pista, «la cui posizione — come recita il comunicato della Ferrari — verrà ridefinita nei prossimi giorni». A Dyer pare che rimproverino un’eccessiva rigidità nel gestire uomini e situazioni; in questi giorni Domenicali (come si vede tutt’altro che morbido) sta parlando con lui per trovargli un ruolo più adatto. Il suo posto sarà preso da Pat Fry, l’ex della McLaren (dove ha fatto un po’ di tutto, dall’ingegnere di macchina di Hakkinen e Coulthard, al tattico, fino all’ingegnere capo) arrivato la scorsa stagione e che finora aveva lavorato più in fabbrica che in pista.

Adesso lui e Aldo Costa si spartiscono il ruolo che, una volta, era di Brawn: Costa il direttore tecnico (il papà della monoposto), Fry tutte le attività della pista. Nel prossimo campionato (al via il 13 marzo in Bahrein) quindi sarà al muretto: a lui toccherà coordinare tutti gli uomini rossi che sono alle gare e, alla fine, anche decidere le strategie. Non da solo. In Ferrari insistono che, questo, resta un lavoro di gruppo, ma il responsabile (ed eventualmente il capro espiatorio) sarà Fry. Conviene che ci si abitui. Per aiutarlo in un ruolo difficilissimo e stressante (che aveva già visto Dyer sostituire Baldisserri) è nato un nuovo reparto, battezzato «Sviluppo, Strategie, Operazioni». A guidarlo ci sarà un nuovo arrivato, Neil Martin, 38 anni, inglese, scippato alla Red Bull (quindi a quelli che Domenicali considera i principali avversari), dove è stato dal 2007 al 2009. La Ferrari lo ha preso a maggio, quindi molto prima dell’errore finale di Abu Dhabi. A dimostrazione che Domenicali pensava da tempo di dover rafforzare la Scuderia in questo settore.

Alla Red Bull, Martin è stato il responsabile delle strategie dal 2007 al 2009, e quindi non è possibile attribuirgli il merito delle numerose vittorie della stagione appena passata. In Ferrari invece hanno pensato a un ruolo diverso per lui. Non sarà alle gare, resterà a Maranello, e farà parte di quello che si chiama «virtual garage », una squadra (già esistente) di ingegneri rossi che segue passo passo il weekend di gara (se i fusi lo richiedono anche andando in fabbrica alle 3 del mattino). Martin guiderà un gruppo che cercherà di aiutare quelli che devono prendere le decisioni in pista. Per esempio migliorando gli strumenti che raccolgono i dati, cercando di arrivare ad analisi e interpretazioni più sofisticate. E più vicine al vero. Un esempio: i dati disponibili nella sciagurata notte degli Emirati indicavano che le gomme morbide non avrebbero retto molto più di così. E quindi Alonso è stato fatto rientrare. Alla Rossa pensano che strumenti e analisi migliori avrebbero potuto indicare il contrario e quindi non indurre in errore quelli al muretto. Questo sarà il ruolo di Martin, e non solo per le strategie. Lui e i suoi uomini (a proposito: non si aggiungono forze nuove, verranno redistribuite quelle già presenti) dovranno, da lontano, agire di prevenzione. E far prendere la decisione giusta, al momento giusto, a Fry.

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Llegaron los "ajustes" anunciados por Stefano Domenicali de Ferrari, quien en el 2011 tiene que (y el imperativo no es casualidad) ganar el campeonato mundial. Son, en parte, resultado del desastre de Abu Dhabi, aunque —por otro lado— se gestaron hace más tiempo, desde la reestructuración que se inició con la salida de Ross Brawn y Jean Todt. Ambos vienen de un proceso de contratación (que comenzó el año pasado) con doble objetivo: fortalecer la escudería y debilitar la competencia.

El error de estrategia de la última carrera de la temporada (pero quizás no exclusivamente) explica la salida de Chris Dyer, el ingeniero responsable desde Australia 2009 de todas las operaciones en pista, cuya posición —como afirma Ferrari en un comunicado de prensa— «se redefinirá en los próximos días».

Dyer aparentemente ha sido acusado de excesiva inflexibilidad en el trato con personas y situaciones y en estos días Domenicali (como se puede ver, nada suave) está hablando con él para encontrarle un papel más adecuado.

Su lugar será ocupado por Pat Fry, ex de McLaren (donde hizo un poco de todo: ingeniero de Hakkinen y Coulthard, responsable táctico, hasta llegar a ser jefe de ingenieros) que llegó la temporada pasada y hasta el momento con más tiempo trabajado en la fábrica que en las pistas.

Ahora, él y Aldo Costa compartirán el papel que alguna vez fue de Brawn: Costa es el director técnico (el padre del coche), mientras Fry se encarga de todas las actividades en la pista. Durante la próxima temporada (que iniciará el 13 de marzo en Bahrein) estarà en los pits y tendrá que coordinar a todos los hombres rojos que están involucrados con las actividades de carrera y, en última instancia, decidir las estrategias.

 

(Corriere della Sera / Arianna Ravelli / puntodincontro)

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