Fondo, argento di Piller Cottrer
«Il buon vino invecchia e vince»

L'azzurro sul podio della 15 km tl alle spalle dello svizzero Cologna.
Giorgio Di Centa è decimo

16 febbraio 2010. - Dalla vena inesauribile del fondo salta fuori un'altra medaglia. Gli uomini di fatica e di montagna non deludono nemmeno sulle nevi canadesi: Giorgio Piller Cottrer sgrana gli occhioni azzurri sui saliscendi del Parco Olimpico di Whistler e cava il primo argento italiano ai Giochi di Vancouver. Il carabiniere bellunese si arrende soltanto allo svizzero Dario Cologna, che schianta tutti coprendo i 15 km a tecnica libera con il tempo di 33 minuti e 36 secondi. L'azzurro è costretto rinunciare alla comoda poltroncina sistemata nei pressi del traguardo, quella riservata al riposo del campione olimpico. Poco male. CaterPiller, che chiude a 24" dal vincitore, precede comunque il ceco Lukas Bauer e si toglie lo sfizio di centrare il suo miglior risultato individuale ai Giochi invernali. Decimo l'altro italiano in gara, Giorgio Di Centa, a quasi un minuto da Cologna. Più indietro Valerio Checchi (19/mo) e Thomas Moriggl (24/mo).

BUON VINO - Lo svizzero, che regala un'altra gioia ai suoi connazionali poco dopo il trionfo di Defago nella libera, racconta che una giornata così la sognava da bambino. Facile credergli. «È stata una corsa incredibile - commenta a fine gara - sono andato fortissimo dall'inizio alla fine». Ma fortissimo è andato pure Piller Cottrer: dopo l'argento nella 4x10 di Salt Lake City, l'oro nella staffetta maschile e il bronzo nella 30 km a inseguimento di Torino, Giorgio coglie il quarto podio in tre edizioni consecutive delle Olimpiadi. La costanza del fondista di razza. «Sono come il buon vino, più invecchia e più è buono. Mi sento benissimo, ma è difficile mantenersi a questi livelli a 35 anni. Più passa il tempo e più è dura. Ma non è una questione fisica. È dura stare lontano dalla famiglia, i bambini crescono e questa cosa pesa».

LA MIA GARA - Il primo argento azzurro, che riscatta subito la delusione delle ragazze del fondo (Arianna Follis soltanto undicesima nella 10 km tl), ha una lista lunghissima di dediche: «Mia moglie Francesca, i miei figli Fabio e Marta, e poi tutti i tifosi». Qualche rammarico per non aver vinto l'oro? Manco per sogno. «Essere battuto da uno come Cologna non è una sconfitta. Erano anni che lavoravo a questo risultato. Me lo aspettavo. Sapevo che questa era la mia gara. Durante la stagione non mi sono mai preoccupato per i piazzamenti in undicesima, dodicesima posizione. Ero comunque sempre a 10 secondi. Sapevo che per Vancouver sarei stato pronto, e non ho mai avuto tentennamenti. È stata una giornata fantastica». Il marchio doc su queste Olimpiadi: vino rosso Piller Cottrer, «come un buon Amarone».

 

(Germano Antonucci / corriere.it)

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