12 gennaio 2014 -
«Il
Messico sta diventando un player globale nel
campo dell'energia e anche negli altri
settori offre enormi opportunità per le
imprese italiane: noi vogliamo essere qui
sin dall'inizio».
Con questo spirito il presidente del
Consiglio Enrico Letta è sbarcato a Città
del Messico insieme a Scaroni (Eni), Conti (Enel)
e Pansa (Finmeccanica) per una visita che il
premier ha voluto portare a termine
nonostante la crisi della politica italiana
continui a regalare giornate ad alta
tensione. Per intenderci, per chiudere il
patto di coalizione con Renzi e Alfano,
Letta ha annullato un vertice bilaterale ad
Istanbul ma non ha rinunciato alla faticosa
trasferta oltreoceano. Il perché è facile da
capire: il Messico è tra i nuovi
protagonisti dell'economia globale e della
politica internazionale. Tanto che dopo i
famosi Brics gli analisti hanno coniato il
nuovo acronimo Mint, gruppetto di nuovi
emergenti la cui prima lettera sta proprio
per Messico (gli altri sono Indonesia,
Nigeria e Turchia).
Il merito viene ascritto dagli osservatori
stranieri al presidente Enrique Pena Nieto
che dopo 12 anni di governo di destra (Pan)
il primo dicembre 2012 ha riportato al
potere il Pri (Partito de la Revolucion
Institucional) varando in soli 12 mesi una
serie di riforme strutturali che hanno
impressionato i partner internazionali e
stanno risollevando il Paese.
Beninteso, il Messico, e ce ne si accorge
subito dalla massiccia presenza della
polizia nelle strade della capitale, resta
un Paese devastato dai narcos, con 50mila
omicidi negli ultimi cinque anni, un trend
che non migliora, i cartelli hanno ancora un
pauroso controllo del territorio. Tanto che
se Nieto sta facendo cambiare la percezione
del Paese anche presso l'amministrazione
Obama, le critiche sulla gestione della
sicurezza e la lotta alla corruzione non
mancano.
Ma il business chiama e il Messico sta per
trasformarsi in un nuovo Eldorado. Già,
perché con il
“Patto
per il Messico”
Nieto ha varato un programma di riforme
impressionante che vanno dal lavoro
all'istruzione, dalle telecomunicazioni al
fisco fino ai conti pubblici e alle
istituzioni. Aprendo a molte opportunità per
gli investitori stranieri.
L'economia messicana attrae, cresce al ritmo
del 4%, è interconnessa con quella americana
(500 miliardi di dollari di interscambio),
gode di una forza lavoro competitiva e ora
si apre al mondo. Qui l'Italia è già forte,
è il secondo fornitore europeo dopo la
Germania e l'ottavo al mondo, è
rappresentata da Pirelli, Fiat (che dopo
l'acqusizione di Chrysler diventerà ancora
più protagonista), Technit, Enel Green Power
e Ferrero. Ci sono poi oltre 300 piccole e
medie imprese nostrane che producono nei
distretti messicani e ora arriva Eni,
attratta dal petrolio.
E
gli osservatori si aspettano che a breve il
governo varerà un grande piano di
investimenti in settori appetibili per le
imprese italiane come le infrastrutture, la
difesa e l'aerospazio. Sace ha aperto un
proprio ufficio a Città del Messico a
novembre, Eni e Mediobanca inaugurano le
loro nuove sedi proprio in occasione della
visita di Letta. Che da oggi a martedì
incontrerà gli imprenditori italiani che
operano qui e quelli messicani interessati a
investire in Italia. Il tutto in una cornice
resa favorevole dalla dichiarazione
congiunta che firmerà con Nieto su economia,
politica estera, cultura, difesa ed energia.
Oltretutto la trasferta del premier fa da
battistrada a una importante Missione di
Sistema del prossimo aprile che allargherà
il numero di imprese italiane pronte a
sbarcare da queste parti. Con il 2014
consacrato al rilancio dei rapporti
bilaterali sotto tutti gli aspetti, anche
culturali, tra le due nazioni. Unite anche
in molti punti di politica internazionale,
come dimostrano le bilaterali tra Letta e
Nieto alle ultime riunioni del G8 e G20. Tra
tutti il tema di maggior fascino è quello
della riforma del Consiglio di sicurezza
delle Nazioni Unite che potrebbe finalmente
essere concretizzata nel 2015: Italia e
Messico spingono perché l'organo esecutivo
del Palazzo di vetro diventi più inclusivo,
trasparente ed efficace (leggi diritto di
veto, allargamento dei suoi membri stabili e
seggio Ue). Insomma, il Messico attrae e non
a caso negli ultimi mesi l'onnipresente Cina
e la Francia sono state attivissime per
portarsi avanti nella corsa agli appalti,
gli Usa sono venuti qui con il
vicepresidente Biden e molti altri europei
stanno bussando la porta di
Peña Nieto.
(repubblica.it
/ puntodincontro.mx / adattamento
e traduzione allo spagnolo di
massimo
barzizza)
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