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9 febbraio 2014 - Con il 64 per cento della sua popolazione occupata senza accesso ai servizi sanitari, il Messico è al secondo posto a livello mondiale nel settore del cosiddetto turismo medico, per il quale circa 7 milioni di persone all'anno viaggiano al di fuori delle frontiere del loro Paese di origine alla ricerca di trattamenti medici e interventi chirurgici, odontoiatrici, oftalmologici, estetici o cosmetici, attratti dalla tecnologia avanzata, dagli approcci scientifici d'avanguardia, dalla qualità del servizio e, soprattutto, da costi ridotti.

Ma il numero di messicani che lavorano e hanno accesso ai servizi sanitari praticamente non è cambiato, come indicato dall'INEGI (Istituto Nazionale di Statistica e Geografia). Su 49 milioni 576 mila persone che compongono la popolazione occupata, il 64 per cento, pari a 31 milioni 622 mila individui, afferma di non avere accesso ai servizi sanitari, secondo l'Indagine Nazionale sul Lavoro e l'Occupazione (Enoe) corrispondente al terzo trimestre dello scorso anno.

Negli ultimi otto anni sono aumentati, invece, gli incassi provenienti dal turismo medico: nel 2006 si è registrato un totale di 1,5 miliardi dollari e si stima che l'anno scorso gli introiti di questo settore abbiano raggiunto i 2,8 miliardi.

Un milione di turisti all'anno.

Ma se si considerano anche altri concetti come centri di benessere, massaggi, terapie, logge sudore, docce di Vichy (un sistema di idromassaggio orizzontale) questo importo sfiora i 4,2 miliardi. I servizi vengono offerti dal settore turistico in hotel e destinazioni balneari raggruppati nel turismo del benessere. L'insieme dei due settori, il turismo della salute e quello del benessere, potrebbe crescere ad un tasso annuo del 7 per cento nei prossimi tre anni e, quindi, superare i cinque miliardi di dollari, secondo le stime ufficiali.

Dato questo potenziale, ProMéxico —l'agenzia speciale del Ministero dell'Economia (Secretaría de Economía) creata per attrarre investimenti diretti esteri, promuovere l'esportazione di prodotti e servizi e sostenere l'internazionalizzazione delle imprese messicane— diffonde da qualche tempo tra le aziende straniere il turismo medico, assieme ad altre industrie importanti come l'automotive e i settori aerospaziale e minerario, come una opportunità di investimento di nicchia.

Gli investimenti esteri in servizi che vanno dalla salute alle attrezzature sanitarie, ospedali, ambulatori e laboratori hanno raggiunto i 152,8 milioni di dollari negli ultimi 13 anni.

Ad oggi, la Thailandia è al primo posto nel turismo medico e registra un milione e 200 mila di visitatori di questo tipo, vale a dire circa il 17 per cento del totale. Ma il Messico non è lontano, e la segue con un milione di turisti in cerca di servizi sanitari, la maggior parte ispanici provenienti dagli Stati Uniti, principalmente dalla California, dall'Arizona e dal Texas.

Con questa cifra il Messico supera gli Stati Uniti, che si trovano in terza posizione con 800 mila persone. Dopo queste tre nazioni, Singapore, India, Brasile, Turchia e Taiwan ricevono un altro milione 380 mila turisti, secondo Patients Beyond Borders (pazienti senza frontiere), una società statunitense che gestisce viaggi e trattamenti medici per i suoi clienti.

In base a dati dell'azienda, l'anno scorso 900 mila americani hanno intrapreso viaggi all'estero in cerca di trattamenti medici, cifra che li colloca in testa alla classifica dei consumatori di turismo medico: un viaggiatore su sette proviene, infatti, dal nord del Rio Bravo.

In Messico, pazienti statunitensi e canadesi pagano tra 36 e 89 per cento in meno per operazioni e trattamenti medici che vanno dalla chirurgia estetica del naso a protesi dell'anca e valvole cardiache, principalmente negli Stati di Nuevo León, Baja California, Sonora, Tamaulipas, Chihuahua, Jalisco, Quintana Roo e Yucatán.

Un bypass al cuore, per esempio, costa negli Usa 144 mila dollari e in Messico solo 27 mila, un intervento chirurgico alla colonna vertebrale oltre 100 mila dollari in America e 12 mila nel Paese latinoamericano; una liposuzione 9000 contro 2.800.

Secondo ProMéxico, oltre al fatto che i prezzi pagati dai consumatori di turismo medico sono più economici che nel loro Paese d'origine, l'abbondanza di specialisti e infrastrutture ospedaliere della “Tigre Azteca” rappresentano altri punti di forza rispetto ai concorrenti.

La percentuale di specialisti tra i medici generali in Messico è del 63,4 per cento, al di sopra della media del 57,7 per cento dei Paesi dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). Ci sono più di 71 mila medici in ospedali privati ​​e di specialità che vanno dai chirurghi ai pediatri, internisti, ostetrico-ginecologi ed altri.

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(susana gonzález / la jornada / puntodincontro.mx / adattamento e traduzione in italiano di massimo barzizza)