2
marzo
2015 -
Il primo trapianto completo di corpo al
mondo —in cui la testa di una persona
verrebbe trapiantata sull'organismo, dal
collo in giù, di un
donatore— potrebbe avvenire nel giro di
soli due anni, secondo un chirurgo italiano,
Sergio Canavero, direttore del Gruppo
avanzato di Neuromodulazione di Torino.
In mezzo a reazioni di incredulità e rifiuto
di alcuni membri della comunità medica —che
hanno definito la proposta come
“fantascienza”— l'esperto
ritiene ed afferma che la tecnica potrebbe
salvare la vita di persone
colpite dal cancro o da malattie nervose e
muscolari che ne hanno bloccato la mobilità.
Secondo la rivista
“New Scientist”, Canavero
farà l'annuncio alla Conferenza annuale
dell'American Academy of Neurological and
Orthopaedic Surgeons in programma ad
Annapolis (Maryland, Usa) a giugno.
Sky News, 26
febbraio 2015. Il neurochirurgo Sergio
Canavero dice: «Abbiamo la
tecnologia per il trapianto di teste in un
futuro prossimo».
Il neurochirurgo è convinto che i principali
ostacoli che impedivano l'esecuzione del
trapianto di testa, come la fusione della
spina dorsale e la prevenzione del rigetto,
sono ora sormontabili grazie agli
avanzamenti della medicina. Il progetto
potrebbe dunque essere portato a termine nel
2017.
L'operazione fu effettuata per la
prima volta nel 1970 negli Usa su una
scimmia, con un limitato grado di successo:
l'animale non poteva muoversi e visse solo
nove giorni, finché la testa non fu
rigettata. Canavero afferma: «Penso che ora
siamo arrivati a un punto in cui gli aspetti
tecnici sono tutti fattibili. Se la società
non lo vuole, io non lo farò. Ma se questo
accadrà negli Stati Uniti o in Europa, non
significa che non potrà essere fatto da
qualche altra parte».
È già da alcuni anni che Canavero annuncia
l'intenzione di procedere con questo
singolare trapianto. Questo mese ha
pubblicato su “Surgical Neurology
International”
una sintesi della tecnica che, è convinto,
permetterà ai medici di trapiantare una
testa su un nuovo corpo.
Ma c'è chi non ci crede e non è d'accordo
con il chirurgo torinese. Alberto Delitala,
presidente della Società Italiana di
Neurochirurgia ha detto: «Non c’è niente di
scientifico nella proposta di Canavero”, ci
ha detto. “Non ha sviluppato nessuna tecnica
né fatto alcuna sperimentazione. Ci sono
solo ipotesi molto vaghe e non supportate da
evidenze verificabili. Non siamo certamente
contro l’innovazione, ma ogni metodica nuova
deve essere rigorosamente comprovata e
passare il vaglio della comunità scientifica
prima di essere presa in considerazione».