14 giugno 2018
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«Occorre un cambiamento di mentalità:
passare dal considerare l'altro come una
minaccia alla nostra comodità allo stimarlo
come qualcuno che con la sua esperienza di
vita e i suoi valori può apportare molto e
contribuire alla ricchezza della nostra
società». Perciò, l'atteggiamento
fondamentale è quello di
«andare incontro
all'altro, per accoglierlo, conoscerlo e
riconoscerlo».
Lo afferma il Papa in un messaggio ai
partecipanti al “Colloquio
Santa Sede - Messico”
sulla migrazione internazionale
che si svolge oggi in Vaticano.
Nella questione della migrazione «non sono
in gioco solo numeri, bensì persone, con la
loro storia, la loro cultura, i loro
sentimenti e le loro aspirazioni. Queste
persone, che sono nostri fratelli e sorelle,
hanno bisogno di una protezione continua,
indipendentemente dal loro status migratorio.
Tutti costoro sperano che abbiamo il
coraggio di abbattere il muro di quella
complicità comoda e muta che aggrava la loro
situazione di abbandono».
Il grido del povero non viene ascoltato ma è
messo a tacere da «voci stonate, spesso
determinate da una fobia per i poveri,
considerati non solo come persone indigenti,
ma anche come gente portatrice di
insicurezza, instabilità, disorientamento
dalle abitudini quotidiane e, pertanto, da
respingere e tenere lontani. Si tende a
creare distanza tra sé e loro e non ci si
rende conto che in questo modo ci si rende
distanti dal Signore Gesù».
(massimo barzizza / puntodincontro)
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