11 gennaio 2018
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La spesa in cultura e
ricreazione delle famiglie tra il 2016 e il
2017 è incrementata dell’1,7 %, passando da
67,3 a 68,4 miliardi di euro. Questo quanto
dichiarato dal 13° Rapporto annuale di
Federculture,
l'associazione degli enti pubblici e privati
operanti nel campo delle attività culturali.
Ancora lontana la quota di 72,1 miliardi di
euro registrata tra il 2010 e il 2011.
È aumentato il numero dei
fruitori di concerti (+7,7%), siti
archeologici e monumenti (+5,4%), cinema
(+5%), musei e mostre (+4%).
Una crescita frutto anche
della decisione di investire 100 milioni di
euro l'anno, dal 2016 al 2019, per degli
interventi a tutela del patrimonio artistico
della nazione. Una scelta che ha attratto
sempre più fruitori. Altre sono state le
disposizioni recenti, come l'abolizione
della gratuità per gli over 65 e gli
ingressi gratuiti ogni prima domenica del
mese. È altrettanto vero però che i fondi
stanziati nel 2016 per i beni culturali e le
attività culturali sono scesi di 20 milioni
di euro rispetto al 2015.
Federculture dunque ha
proposto alcune soluzioni per consolidare il
ruolo della cultura nella crescita economica
e sociale del Paese, sollecitando la
partecipazione di privati e imprese, come
l'estensione dell'Art bonus a ogni soggetto
operante nell'ambito culturale, la
defiscalizzazione del consumo culturale e
l'autonomia delle fondazioni culturali. «Le
nostre sono proposte atte a moltiplicare il
numero di visitatori», ha dichiarato il
presidente di Federculture, Andrea
Cancellato.
Non mancano però le
disparità. Innanzitutto a livello sociale:
le famiglie a basso reddito e con titoli di
studio meno prestigiosi risultano meno
frequentanti.
Differenze anche a livello
geografico. La spesa media mensile nazionale
è 130,06 euro al mese, ma il Nord si
distacca nettamente dal resto della penisola
(circa 160 euro). Seguono il Centro Italia
(129 euro), il Sud (90 euro) e le Isole (80
euro). In termini assoluti, si passa dalla
spesa media mensile di 61,43 euro della
Calabria ai 208,62 euro del Trentino-Alto
Adige.
Discrepanze infine a livello
internazionale. Per l’Eurostat la spesa
delle famiglie italiane in ambito culturale
incide per il 6,7% sulla spesa totale,
rispetto alla media europea dell’8,5%. Sono
di più i Paesi che stanno davanti il nostro,
rispetto a quelli che stanno dietro. Sul
podio Svezia (11%), Paesi Bassi (10,8%) e
Regno Unito (9,8%). Ultima la Grecia (4,5%).
Sono dati che fanno
riflettere. Il patrimonio
artistico-culturale dello Stivale infatti,
prima di essere fruito e apprezzato dai
turisti stranieri, bisogna che venga
valorizzato dai cittadini italiani. Perché
l'erba del nostro giardino è sempre più
bella di quella del vicino. E non il
contrario.
(francesco patti / puntodincontro.mx /
adattamento e traduzione in spagnolo di massimo barzizza)
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