ECONOMIA E FINANZA
 

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31 dicembre 2019 - Nel 2019, in un contesto segnato dall’incertezza causata dalla guerra dei dazi, alcune Borse del mondo hanno messo a segno profitti notevoli, trainate da Wall Street che ha guadagnato il 30%, aggiornando i nuovi massimi storici. Una fiammata senza dubbio favorita anche dalla decisione delle principali Banche centrali di mettere in atto politiche di stimolo.

In questo quadro si giustifica la prodezza di Piazza Affari che —ha fatto sapere ieri Borsa italiana— ha chiuso l’anno con un rialzo del 30% (dato aggiornato alla chiusura del 23 dicembre) sull’indice FTSE MIB. Numeri che valgono al listino milanese il secondo posto in Europa dopo la piazza di Atene, che archivia l’anno con un ritorno del 54 per cento.

Risultati in contrasto con l'andamento mediocre della Bolsa Mexicana de Valores que, dopo un anno caratterizzato da un contesto di stagnazione economica nel Paese latinoamericano —con una crescita stimata del Pil per il 2019 dello 0,0%—, vede la maggiornaza degli investitori privati locali ancora scettici sulle politiche del presidente Andrés Manuel López Obrador.

E così, durante i 12 mesi che si concludono oggi, il principale indice azionario, l'IPC, è aumentato solo del 4,8% secondo i dati aggiornati alla chiusura del 30 dicembre.

Tuttavia, nonostante queste cifre, l'economia è fondamentalmmente robusta. L'inflazione è vicinissima all'obiettivo del 3% della banca centrale —meno della metà rispetto a due anni fa— e il governo federale registrerà probabilmente un altro surplus primario di bilancio nel 2020. Una situazione che —assieme ad una sempre più vicina approvazione definitiva del nuovo trattato nordamericano con Usa e Canada— alimenta le speranze di un anno nuovo positivo.

(massimo barzizza / puntodincontro.mx)

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