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2 gennaio 2020 - Con la partecipazione del maestro Eugenio Barba (Brindisi, Italia, 1936), il 17 e 18 gennaio il Centro Cultural Helénico (CCH) di Città del Messico presenta il monologo “Ave María”, da lui scritto e diretto.

Dedicato all'attrice italo-cilena María Cánepa, morta nel 2006, lo spettacolo appare al contempo come una messa e come una danza funebre in suo onore. Tutto nella scenografia riprende e ricorda la morte, tutto dalla morte è permeato e, in toni ironici o strazianti, è proprio la morte a svolgere la cerimonia cui siamo chiamati ad assistere. L'impressione è quella di trovarsi di fronte ad un rituale dalla matrice profondamente arcaica in cui confluisce un sacro sedimentato da millenni. All'interno di questo sentimento arcaico si innesta la storia dell'incontro fra l'attrice inglese Julia Varley e María Cánepa, che viene rievocato anche attraverso l'intrecciarsi delle loro voci: in un leggero controtempo, infatti, Varley insegue la voce registrata dell'amica, restituendole presenza e vita.

«Questo, che sarà uno degli eventi scenici più importanti nel 2020» —afferma il CCH in una nota— «permetterà di ammirare l'arte della regia teatrale, nonché il grado di perfezione a cui un artista può aspirare».

Eugenio Barba, fondatore e direttore della compagnia multiculturale Odin Teatret, è ritenuto, insieme a Peter Brook, l'ultimo maestro occidentale vivente ed è una delle figure di spicco del teatro contemporaneo a livello mondiale.

Domenica 19 gennaio il regista pugliese offrirà, insieme a Julia Varley, la master class “Pensando en acciones”, con esercizi specifici per illustrare il modo in cui, sulla base di domande e formulazioni, è possibile elevare la recitazione alla sua massima espressione.

(massimo barzizza / puntodincontro.mx)

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