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12 gennaio 2020 - Saranno tante le donne che coloreranno con il loro talento il mondo dell'arte e della cultura nel 2020 e, in questo contesto, Mudec Photo —lo spazio espositivo del Museo delle Culture di Milano dedicato alla fotografia d’autore inaugurato poco più di un anno fa— ospiterà dall'8 aprile al 30 agosto la mostra Tina Modotti e il Messico. Rivoluzione al femminile.

A cura di Biba Giacchetti, l'appassionante racconto per immagini ruoterà attorno alla militanza politica, la passione civile e l'impegno sociale in America Latina dell'artista udinese e di altre protagoniste dell'avanguardia femminile messicana nella prima metà del '900.

La Modotti è considerata una delle più grandi fotografe dell'inizio del XX secolo, nonché una figura importante e controversa della vita politica messicana post-rivoluzionaria.

Trasferitasi nel Paese latinoamericano nel 1923, strinse amicizia con artisti come Antonieta Rivas Mercado, Diego Rivera, David Alfaro Siqueiros, José Clemente Orozco, Blanca Luz Brum, Nahui Ollin, María “Tereza” Montoya e Frida Kahlo. Collaborò con il Partito comunista messicano, sostenne attivamente la lotta di Augusto César Sandino e aiutò a fondare il primo comitato antifascista italiano.

Fu espulsa dal Messico nel 1930, ma vi tornò nel 1939 sotto falso nome. Secondo alcuni storici, fu implicata, assieme al suo amante Vittorio Vidali (alias Carlos Contreros), nell'assassinio di Leon Trotsky, avvenuto a Coyoacán il 20 agosto 1940.

Tina morì a Città del Messico il 5 gennaio del 1942, colpita da un infarto in un taxi che la stava riportando a casa dopo aver cenato con amici, e la sua tomba si trova oggi nel Panteón de Dolores della stessa metropoli.

Una foto realizzata dalla Modotti nel 1929: “Le mani del burattinaio”, Città del Messico,
oggi conservata al Minneapolis Institute of Art negli USA
.

(massimo barzizza / puntodincontro.mx)

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