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5 aprile 2020 (ore 16:36) - Secondo uno studio condotto da un'équipe di ricercatori delle Università di Sydney, Exeter e Adelaide, la pianta di agave utilizzata in Messico per produrre la tequila potrebbe essere coltivata in zone semi-aride dell'Australia come soluzione ecologica alla carenza di carburante del Paese. Inoltre, il processo —efficiente e a basso consumo d'acqua— potrebbe essere impiegato per la produzione di disinfettante per le mani, un preparato ad altissima domanda in questo periodo di pandemia di Covid-19. In un articolo pubblicato la scorsa settimana sul Journal of Cleaner Production, il professore agronomo associato dell'Università di Sydney Daniel Tan, insieme a un gruppo di colleghi australiani e internazionali, ha analizzato il potenziale di produzione di bioetanolo a partire dalla pianta dell'agave, una specie ad alto contenuto di zuccheri ampiamente coltivata e distillata in Messico nel corso del processo produttivo della tequila. L'agave Tequilana Weber viene già utilizzata come fonte di biocarburanti nella zona di Atherton, nel Queensland, dalla società MSF Sugar e promette vantaggi significativi rispetto alle fonti esistenti di bioetanolo, come la canna da zucchero e il mais, ha spiegato Tan. I risultati dello studio indicano che la canna da zucchero produce 9.900 litri all'anno di biocarburante per ettaro. L'agave, tuttavia, è superiore in diversi aspetti, tra cui l'eutrofizzazione dell'ambiente, l'ecotossicità marina e, soprattutto, il consumo d'acqua. La varietà Weber utilizza, infatti, il 69 e 46 percento meno acqua rispetto alla canna da zucchero e al mais per la stessa resa. Nel caso dell'etanolo prodotto a base de mais statunitense, inoltre, il rendimento è nettamente inferiore a quello dell'agave, attestandosi a 3.800 litri all'anno per ettaro. «Questo dimostra che l'agave è la scelta a seguire dal punto di vista economico ed ambientale per la produzione di biocarburanti nei prossimi anni», ha concluso Tan. (massimo barzizza / puntodincontro.mx)
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