Addio Antonioni,
il cinema perde l'ultimo maestro

Si chiude un'epoca.

Michelangelo Antonioni.1 agosto 2007. - È morto Michelangelo Antonioni. Il grande regista si è spento ieri sera a Roma, verso le ore venti, su una poltrona, con accanto la moglie Enrica Fico. Con la morte dell'ultimo grande maestro del cinema italiano si chiude un'epoca. Per uno strano scherzo del destino, Ingmar Bergman e Michelangelo Antonioni, i registi che meglio hanno indagato la profondità dello spirito umano rinnovando per sempre la storia del cinema, si sono spenti a poche ore di distanza.

Il grande regista italiano, nato a Ferrara il 29 settembre 1912, definito il regista dell'incomunicabilità, frequentò il Centro Sperimentale di Cinematografia e negli anni Quaranta collaborò ad alcuni progetti di Roberto Rossellini e Luchino Visconti. Nel 1950 dirige il suo primo lungometraggio, "Cronaca di un amore", in cui descrive la crisi di una coppia e dà il via a quella raffinata indagine delle problematiche più diffuse del mondo contemporaneo, come l'incomunicabilità e l'angoscia del vivere.

Nel 1955 dirige "Le amiche", tratto da una raccolta di racconti di Cesare Pavese, e l'anno successivo "Il grido", viaggio attraverso la Pianura Padana, dolente racconto della crisi esistenziale di un uomo. L'insuccesso commerciale del film costringe il regista a dedicarsi brevemente al teatro. Tornò al cinema nel 1960, con la celebre trilogia composta da "L'avventura", "La notte", "L'eclisse".

E nel 1964 con il suo primo film a colori, "Il deserto rosso", analizza il difficile rapporto tra ambiente sociale e individuo. I questi quattro film porta all'estremo la sua indagine su alienazione e incomunicabilità. Una tematica che diventa pessimismo e rifiuto della realtà in "Blow-up". Con "Zabriskie point" nel '69, racconta a suo modo la contestazione giovanile, e con "Professione: reporter" nel '74 affronta l'impenetrabilità della realtà attraverso un repentino cambio di identità del protagonista. Dopo aver girato "Identificazione di una donna", nell'82, viene colpito da ictus cerebrale, che lo priva quasi completamente dell'uso della parola. Nel 1995 torna dietro la macchina da presa assistito da Wim Wenders con "Al di là delle nuvole", dove traduce in immagini alcuni racconti del suo libro "Quel bowling sul Tevere". La camera ardente sarà allestita domani a Roma in Campidoglio, a partire dalle ore 9,30. I funerali sono previsti giovedi a Ferrara.

 

(TG5 / Mediaset)