Venezia, vince il cinese Zhang-Ke
a Crialese Leone d'argento speciale

Il premio maggiore va a "Still Life", film-sorpresa della Mostra.

VENEZIA, 10 settembre 2006. - E' sbarcato a Venezia come film-sorpresa, inserito last minute nella selezione ufficiale. E adesso, ancora più inaspettatamente, conquista il gradino più alto del podio: è Still Life, del regista cinese Jia Zhangke, il Leone d'oro della Mostra 2006. Un risultato che arriva dopo un lungo e tormentato lavoro, da parte della giuria presieduta da Catherine Deneuve. In un'edizione, questa numero 63, che - almeno qui in Italia - passa alla storia anche per il riconoscimento all'autore più amato dal popolo del festival, Emanuele Crialese: il suo Nuovomondo porta a casa il Leone d'argento-rivelazione. Per un'opera che forse avrebbe meritato di più. I premi sono stati consegnati nel corso di una cerimonia condotta da Isabella Ferrari e Massimo Sebastiani, e trasmessa in diretta da Raisat. Ecco i più importanti.

Il poker di trionfatori. Il Leone d'oro va a un'opera cinese particolarmente ancorata alla storia recente di quel grande Paese: Still Life, infatti, è un film verità che racconta di come alcune grandi dighe fluviali abbiano cambiato il paesaggio e la vita della gente. Per ironia della sorte, si tratta di quelle stesse dighe che vediamo in una sequenza del film di Gianni Amelio, La Stella che non c'è. Leone d'argento per la migliore regia, invece, al grande vecchio Alain Resnais, per il suo Piccole paure condivise (lui però è assente). Il Leone d'argento rivelazione, come già detto, se lo aggiudica Nuovomondo. Infine, il premio speciale della giuria viene assegnato a Daratt di Mahamat-Saleh Haroun: prima pellicola africana in concorso da 19 anni, storia di vendetta e redenzione nel Chad post-guerra civile.

Gli attori. Tra le donne, nessuna sopresa: trionfa (tra le ovazioni dei presenti) Helen Mirren, straordinaria regina Elisabetta in The Queen di Stephen Frears. Tra le interpretazioni maschili, la spunta invece (e pochi se lo aspettavano) Ben Affleck, Superman televisivo in Hollywoodland di Allen Coulter. Il divo non c'è, ma manda un sms per ringraziare. Infine, il premio Mastroianni a un giovane talento: vince la bionda Isild Le Besco, che in L'intouchable ha il ruolo di una ragazza che scopre di avere un padre indiano. Scelta davvero singolare, questa: l'attrice in Francia è già una star, altro che promessa...

Riconoscimenti tecnici. L'Osella per la miglior fotografia va all'apocalittico Children of Men di Alfonso Cuaròn; quella per la sceneggiatura, ancora a The Queen. Decisione ineccepibile, non c'è che dire. Ancora, un premio speciale, "per l'invenzione del linguaggio cinematografico nell'insieme della loro opera", ai francesi trapiantati in Italia Jean-Marie Straub e Danile Huillet, a Venezia con Quei loro incontri.

Orizzonti. E' il secondo concorso della Mostra, quello considerato più sperimentale. I premi vanno, tra i documentari, a When the Leeves Broke, il documentario che Spike Lee ha dedicato alla catastrofe Katrina; il regista, però, non c'è a ritirarlo. E tra i lungometraggi di finzione, al cinese Liu Jie, per Corthouse on the Horsebeck: le vicende di una corte di giustizia itinerante.

Premio opera prima. I centomila dollari all'esordiente, offerti dalla Filmauro di Aurelio De Laurentiis (insieme a 40 mila metri di pellicola Kodak), vanno a Khadak di Peter Brosens e Jessica Woodworth, presentato nella rassegna "Giornate degli autori". Una storia intensa, ambientata in Mongolia.

 

Da Repubblica.it