Nel 1972 una svolta:
nasce la pista di Fiorano

La storia della Ferrari: undicesima puntata.
 

Nel 1972 per la Ferrari, è l'anno della svolta: nasce la pista di Fiorano. No una pista di proba qualsiasi, ma un qualconsa di unico, ossia un circuito realizzato solo ed esclusivamente per provare le vetture da corsa, per allenare i piloti, per addestrare i meccanici e il team di Formula Uno.

Fu proprio Fiorano a stupire Lauda appena arrivato alla Ferrari: "Rispetto gli altri team di F1 - spiegò poi il campione del mondo - la casa di Maranello sembrava la Nasa, con quella pista pazzesca controllata centiometro per centimetro dalla Tv a circuito chiuso che consentiva a Enzo Ferrari (grazie a 10 telecamere fisse) di osservare, registrare e rivedere mille volte il comportamento di pilota e macchina in ogni metro della pista rimanendo comodamente seduto in poltrona".

Effettivamente, più si studia la pista di Fiorano e più si rimane stupitim ancora oggi: il circiuito nasce strategicamente nella zona preappenninica che ha un'eccellente media di buone condizioni climatiche e, questo, rende utilizzabile con grande frequenza la pista.

Il tracciato poi ha una larghezza minima di 8,4 metri, e su 3000 metri di lunghezza ha la bellezza di 1661 metri di curve. Ciò nonostante, la velocità media di percorrenza è di oltre 160 km orari, mentre si possono raggiungere velocità massime di 300 Km/h con le moderne vetture di Formula Uno. Nulla a Fiorano è lasciato al caso. E in quei 1661 metri di curve (divisi equamente tra le svolte a destra e quelle a sinistra) c'è tutto il genio del Commendatore.

Qui infatti prende vita tutto il campionario possibile delle curve in cui una vettura nella sua lunga carriera agonistica o stradale si può trovare davanti. I raggi delle curve sono diversissimi, addirittura compresi fra 13,71 e 370 metri.

Correre a Fiorano significa in pratica correre contemporaneamente a Montecarlo, al Nurburgring, a Spa, a Monza e in molti altri tracciati. In più, "ogni singolo pezzo della pista, deve poter mettere a dura prova il comportamento dinamico dell'auto - disse il Commendatore ai suoi collaboratori - in modo tale da rendere facile l'individuazione dei problemi di ogni macchina. Da questo momento in poi, voglio che nessuna Ferrari affronti la pista o la produzione di serie senza che abbia superato a pieni voti l'esame Fiorano".

All'interno del recinto che racchiude la pista di Fiorano non c'è solo questo: c'è anche una vera e propria piccola cittadella con una villetta, un'officina, un parcheggio e alcuni uffici, il tutto con costruzioni bianche con porte e finestre rossr, mentre la base delle palazzine è contornata da una fascia in mattoncini, e sembrano più delle case rurali che non box di vetture da corsa. Fu una precisa volontà di Ferrari: inserire il complesso pista-costruzioni nel contesto campagnolo della zona, senza deturpare quei paesaggi a lui tanto cari.

 

(Repubblica.it)