L'armadio di Sara

Di Gianalberto Lubrina

Qualche volta penso che avrei dovuto vivere dentro l’armadio.

Lì, vivono tutti i miei amici. Lì vivono i miei vestiti. Gli amici che mi tengono calda d’inverno e fresca d’estate. Gli amici che mi accompagnano alle feste, in giardino a giocare e il venerdì a pranzo dalla nonna. Qualche volta si sporcano, ma dopo hanno un buon odore, perché la mia mamma li pulisce nella macchina che gira.

Questi sono i miei amici. Sono colorati, alcuni più morbidi degli altri e tutti miei amici. Ogni anno, prima che inizi a fare caldo e prima che inizi a fare freddo, il mio papà e la mia mamma, mi portano a comprarne di nuovi. Dicono che sto diventando una signorina e ho bisogno di nuovi amici. Io non voglio. Voglio rimanere con le ginocchia sbucciate e il naso che mi cola.  Non voglio più vestiti bianchi. Quelli scuri sono antipatici perché ogni volta che li metto arriva un adulto che puzza di fumo e mi parla come se fossi stupida.

I miei amici sono diversi tra loro, ma stanno tutti nello stesso armadio. Ho amici, lunghi e corti. Con le righe e i quadretti, con e senza le maniche. Ci sono quelli solo con le gambe o con una gamba sola. Azzurri la domenica, bianchi per le feste, colorati per passeggiare, scuri per le visite, e quelli che voglio io, quando vado a giocare.

Non uscirei mai senza di loro. Solo quando faccio il bagno, non li voglio con me, ma quando sono al mare gioco con loro.

È buio dove vivono loro, ma quando arrivo, apro loro le ante e si colorano di luce. Mi vogliono bene. Mi proteggono. Assomigliano a quelli della mamma, ma mi sento come con il mio papá. Mi avvolgono e stanno con me.

Le scarpe, quelle si, mi ricordano la mamma. Mi guardano da lontano, mi insegnano strade nuove e raramente mi abbandonano, pero qualche volta succede e io mi sento per un momento libera e sollevata.

Le scarpe, non vivono nell’armadio alto con gli specchi, insieme ai miei vestiti. Le scarpe vivono in un cassettone basso e tozzo, con delle lunghe maniglie che luccicano e si specchiano nella casa degli amici vestiti.

Ho molti più amici vestiti che amiche scarpe. La mia mamma invece adora le sue amiche scarpe. Indossa sempre le stesse grosse ciabatte di camoscio, ma ha una stanza dedicata solo alle sue amiche scarpe, circondate da grandi specchi molto più alti di me.

La sera prima di dormire, mi diverto a scegliere con la mia mamma gli amici che mi faranno compagnia all’asilo. Rido moltissimo anche quando da sola, li prendo a caso la mattina prima di uscire. Li indosso in fretta. La testa si infila nella manica, litigo con i bottoni che si scambiano di “casola” e una scarpa, uguale alla sua amica, si nasconde per far perdere tempo alla mia mamma. Lei molte mattine ha fretta. Ha fretta di tornare a letto a dormire e pensare. Forse no.

Il mio papá ed io non torniamo mai a pranzo. E la mamma, la sera, dice che ha lavorato tutto il giorno. Lei dice che ha sistemato il giardino, la sala e comprato cose per il frigorifero, ma io so che dice le bugie e so che il mio papá non le crede. Il mio papá ci vuole bene e sa quando sorridere. Le mia mamma è la mia mamma, ma non credo lo sarà per sempre.