Rottami spaziali minacciano la terra

Le immagini del fotografo Jonas Bendiksen che ha girato in lungo e in largo l'ex impero
sovietico alla ricerca dei pezzi di astronavi e propulsori espulsi durante le missioni.

18 settembre 2006. - Venticinquemila satelliti, pezzi di satelliti, portelloni, razzi, pezzi di astronavi, propulsori, pezzi di propulsori e rottami spaziali di ogni genere stanno in questo momento girando sopra le nostre teste. Un giorno, ma anche in questo momento, potrebbero cadere. Guardata da vicino la terra sembra una torta con le candeline: tra le 200 e le 500 miglia sopra la superficie terrestre appare una sottile, quanto affollata, fascia di detriti artificiali, di cui nessun governo o agenzia spaziale si cura.

Ad inseguire questi pezzettoni di ferro radioattivi sono praticamente solo due categorie di persone: i cacciatori di astronavi, che recuperano titanio e alluminio dai reperti, e i sognatori. In questa ultima categoria sta il giovanissimo fotografo Jonas Bendiksen che ha viaggiato per quattro anni ai margini dell'ex impero sovietico, in stati e staterelli indipendenti, passando molte notti insieme ai cercatori di astronavi.

"Nel Kazakhastan c'è un centro di lancio molto frequentato" racconta "lanciare un satellite commerciale costa meno che in qualunque altra parte del mondo. Per cui, ormai, dopo decenni di lanci, tutta la zona tra il Cosmodromo di Bailonour nel Kazakhstan e la Siberia Sud orientale è un immenso rottamaio di migliaia di detriti spaziali. Il governo non fa quasi nulla per ripulire la zona, e i resti sono esattamente dove sono caduti da anni, compresi quelli dello Sputnik".

Tristemente i villaggi bombardati da questi detriti in fiamme sono quasi tutti contaminati, data la radioattività di alcune parti mentre il carburante avvelena i campi. Bendiksen ha fotografato anche campi di mucche gonfie e stecchite, vicine a questi mini maxi detriti caduti dal cielo.

Jonas Bendiksen - il cui sito potete vedere qui - ha pubblicato con la collaborazione della prestigiosa agenzia Magnum un libro, chiamato Satelliti: questi però sono gli stati da lui visitati nell'ex Urss, stati, territori anche, o piccole comunità, mondi a parte: appunto satelliti della grande madre Mosca (il libro, che è bellissimo, è edito in Italia da Contrasto, costa 35 euro). "Gli enclave mi hanno sempre interessato, inoltre i miei nonni erano lituani, e mi hanno sempre raccontato di quei posti. Per questo ho deciso di trasferirmi in Russia per qualche anno. Ho sempre pensato a questi territori, esplosi dopo la fine dell'Urss, come a delle piccole lune che restano in orbita, attirate dall'immensa forza gravitazionale di Mosca, nocciolo dell'impero sovietico" conclude Bendiksen.

Oggi, nelle cosiddette orbite basse, ci sono 8000 oggetti con diametro maggiore di 10 cm: Gli oggetti più larghi di un cm sono stimati 100.000. I più piccoli molti di più.

Qui potete leggere un articolo sul tema dei detriti e delle balle spaziali.

Per chi fosse interessato fino all'8 ottobre 2006 presso il Jewish Historical Museum, Bendiksen presenta il suo lavoro in un'esibizione composta da oltre 100 foto.