Notte Noir all'Aquila,
un trionfo per Mario Fratti
L’omaggio al drammaturgo, con la recitazione di frammenti di sue opere, un vero successo.

Da sinistra, Mario Fratti e Goffredo Palmerini.28 dicembre 2007. - Un pomeriggio con un cielo azzurro terso ed una notte stellata, bianca di luna piena hanno accompagnato nel solstizio d’inverno gli eventi di Notte Noir, sedici ore di kermesse con cinema, teatro, musica, letteratura, black comics, costume e gastronomia, nel cuore architettonico della città di Federico II di Svevia. L’Aquila ha accolto con spirito signorile e “freddardente” – l’aggettivo fu coniato dalla grande scrittrice aquilana Laudomia Bonanni in un suo elzeviro – la festosa marea d’appassionati, giovani soprattutto, giunti anche da molto lontano, per gustare una manifestazione unica al mondo, intrigante nelle sue molteplici sfaccettature artistiche e spettacolari, tutte però legate dal filo del noir.

Un enorme successo di pubblico e di critica anche per questa seconda edizione di Notte Noir, organizzata dall’Istituto Cinematografico dell’Aquila, già vaticinato dall’interesse destato lo scorso anno, rimbalzato per mesi sulle pagine web di genere e sul sito ufficiale (www.nottenoir.it) subissato di contatti. Rassegne di cinema noir e serial tv, mostre di fumetti e visual art, concerti d’organo, raffinato jazz, tango, reading di letteratura, stage di luce cinematografica, letture sceniche di grande teatro, prelibate degustazioni, un gran pienone di amanti del genere noir, diecimila secondo le stime.

Particolarmente apprezzato lo stage cinematografico sotto la direzione di Gianni Mammolotti, autore della fotografia premiato poi con la Targa Nestor Almendros nell’aula consiliare di Palazzo Margherita d’Austria dal Sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente. Grande successo per il jazz, con il concerto di Enrico Rava Quintet al teatro civico “Nazareno De Angelis” e con le applaudite performances notturne di Marilena Paradisi Trio, nel salone liberty del Gran Caffè Eden, all’incrocio del cardo e decumano principali che governano la struttura urbana medioevale della città.

Un vero trionfo, in quello stesso ambiente fin de siècle, il pubblico ha tributato a Mario Fratti, insigne drammaturgo aquilano da oltre quarant’anni di casa a Broadway, reduce dal successo di due suoi drammi (Cecità e La Gabbia) di recente rappresentati a Smirne, in Turchia. Ora, con il turco, sono ventidue le lingue in cui sono tradotte le sue opere, rappresentate in tutto il mondo.

Un apprezzamento elevato a potenza per la qualità della recitazione, affidata ad interpreti di vaglia quali Polly Segal, Valentina Fratti e Silvia Giampaola, tutte figlie d’arte, e dall’ottima prova degli attori della Bottega dei Guitti, compagnia aquilana che in più d’una occasione s’è cimentata con opere del grande autore. In un contesto essenziale, il Gran Caffè Eden pieno all’inverosimile, sono andati in scena quattro atti unici di Fratti. Dapprima il dramma “La Quarta”, recitato in italiano da Marisa Mastracci e Miriam Bonifazi, della Bottega dei Guitti, e nella versione inglese interpretati da Polly Segal e Valentina Fratti. Davvero singolare la musicalità dell’opera, nelle due lingue, la cui suggestione è stata evidente grazie alla rappresentazione in sequenza. Magistrale l’interpretazione di Polly Segal, attrice e jazz singer giunta per l’occasione da Hollywood, figlia di George Segal, una nomination all’Oscar e vincitore d’un Golden Globe quale miglior attore. Altrettanto splendida la prova di Valentina Fratti, attrice e regista teatrale a New York. Figlia del drammaturgo aquilano, da anni è illuminata di luce propria nei teatri off Broadway e vincitrice, come produttore associato, d’un Tony Award per l’opera “Ballyhoo”.

“La Quarta” è una pièce intricata, tutta al femminile. Storie d’amanti dello stesso uomo, dove la quarta della serie, innamorata pazza, abbandona non alla scoperta di chissà quale inganno, ma alla notizia della fede comunista dell’uomo, rivelatale da una delle tre precedenti donne in combutta con le altre. Soluzione a sorpresa, sulla cifra delle opere frattiane. Ma anche denuncia politica del maccartismo americano, vera e propria fobia. Quindi l’atto unico “Sogno americano”, per la regia di Elia Dal Maso, con una performance eccellente di Silvia Giampaola, per nulla impressionata dal pubblico della città natale. Una prova intensa, che ha saputo esprimere del dramma di Fratti tutto il senso della delusione d’una donna, nell’infrangersi del suo sogno americano. L’attrice, ora responsabile del dipartimento teatro, musica e danza all’Istituto Italiano di Cultura di New York, ha respirato aria di palcoscenico sin dalla nascita. Figlia di Giuseppe Giampaola, uno dei tre fondatori nel 1963 del Teatro Stabile dell’Aquila, distintosi in Italia per la qualità della sperimentazione teatrale, Silvia è architetto, ha studiato recitazione e l’ha perfezionata nelle Accademie di Roma, Barcellona e Mosca. Interprete di opere teatrali in Italia  ed all’estero,  negli ultimi anni a New York, dove vive, ha più volte calcato il palcoscenico recitando e cantando. Quindi l’atto unico “Aids”, ben interpretato da Ugo Capezzali e Luca Serani, della Bottega dei Guitti, altro dramma di duro impatto emotivo. Infine “Sorelle”, dramma nero profondo, recitato dagli attori Sergio Marziani, Ilaria Santilli e Miriam Bonifazi, della Compagnia dei Guitti. Tra una rappresentazione e l’altra apprezzate esibizioni del Sax Quartet “Bottega Ars Musicalis” (Marco Dania, Mattia Capelli, Marco Moscardelli e Fernando Nardecchia), con musiche d’avanguardia. 

Due ore di grande teatro, un trionfo per Mario Fratti nella città dov’è nato, ottanta anni fa, quindi standing ovation per il drammaturgo e per gli attori. Fratti, chiamato dal pubblico, ha espresso in poche commosse parole il senso del suo teatro ed il profondo legame con la sua città natale. In ogni continente, con orgoglio, egli testimonia le sue radici abruzzesi. Davvero un tributo d’affetto e d’ammirazione che l’Istituto Cinematografico dell’Aquila ha ritenuto imprimere su una Targa consegnata allo scrittore, con la gratitudine per quanto con le sue opere Fratti  illustra la cultura italiana nel mondo. Nei giorni precedenti alle manifestazioni di Notte Noir, Fratti era stato ospite in numerosi appuntamenti culturali in suo onore. Al Liceo “Domenico Cotugno”, dove aveva parlato di teatro e di pace agli studenti, assistendo ad una lettura scenica in inglese del dramma “Blindness”, Fratti aveva ricevuto in dono copia in pergamena del verbale dei suoi esami di Stato, nel 1945, con l’ottimo giudizio della Commissione. Da segnalare, infine, la presentazione del volume “Eleonora Duse”, appena pubblicato dalla Provincia dell’Aquila, dramma che Fratti scrisse nel 1967, ora tradotto dall’inglese da Emanuela Medoro, che dell’edizione ha curato anche apparato critico e note biografiche, mentre sulla drammaturgia frattiana, con efficacia e pregio, ha scritto nell’introduzione Liliana Biondi, docente alla Facoltà di Lettere dell’Ateneo dell’Aquila. Pubblico delle grandi occasioni, nell’Aula consiliare della Provincia, con la Presidente Stefania Pezzopane a fare gli onori, nella serata di presentazione del volume. Agli interventi dei relatori è seguita una lettura scenica di lacerti del dramma, interpretati dall’attrice Eva Martelli e dall’attore-regista Mino Sferra, che dell’autore mise in scena nel 2005 “Cecità”, al Teatro dell’Orologio in Roma. Come si deve, a conclusione, il drammaturgo ha parlato della sua esperienza teatrale a New York, con una particolare lettura della società americana, nei suoi limiti ma anche nelle sue infinite energie civili.

 

Goffredo Palmerini

Componente del Consiglio Regionale Abruzzesi nel Mondo