Addio al vecchio cd,
è l'ora di internet

I risultati di una ricerca Ask-Bocconi registra una clamorosa impennata degli acquisti musicali sul web.

MILANO, 29 novembre 2006. - Se qualche anno fa abbiamo dato l'addio ai vecchi Lp di vinile, adesso è scoccata l'ora dei Cd. Meriti e colpe sono di Internet. Secondo il Rapporto 2006 sull'Economia della musica in Italia realizzato del Centro ASK (Art, science & knowledge) dell'Università Bocconi con la collaborazione di Dismamusica (Associazione distribuzione industria strumenti musicali e artigianato), FEM (Federazione editori musicali) e SCF! (Società Consortile Fonografici), gli acquisti musicali degli italiani sono aumentati del 101% per quanto riguarda il mercato digitale.

Quello discografico invece è in lieve flessione con un calo del 4,9%. Nulla di allarmante all'apparenza, ma senz'altro una spia del cambiamento in atto, sia dal punto di vista tecnologico che comportamentale. La vendita di brani musicali online è cresciuta del 427%, segno che chi vuole aggiornare la propria libreria musicale preferisce farlo tramite il web, dove magari è possibile acquistare anche brani singoli senza la forzatura del "pacchetto cd".

Sul fronte del consumo finale, nel 2005 il mercato discografico ha registrato un fatturato di 397 milioni di euro, con una contrazione del 4,9% rispetto al 2004. Un trend che si ripropone da qualche anno e che sottolinea la progressiva sostituzione delle forme di fruizioni tradizionali di musica con quelle legate alle tecnologie digitali. Il valore totale del fatturato di musica in formato digitale distribuita attraverso i nuovi media nel 2005 è stato infatti 283,2 milioni di euro, con una crescita del 101% rispetto al 2004.

Oltre al mercato discografico lo studio ha analizzato anche la vendita degli strumenti musicali, l'istruzione e la formazione alla musica, il ballo e gli spettacoli dal vivo. Per quanto riguarda la fruizione di eventi e spettacoli (concerti, lirica, balletto), la spesa del pubblico è stata pari a 345,4 milioni di euro, stazionaria rispetto al 2004. In lieve calo quella relativa alla spesa per il ballo, mentre risulta in crescita la spesa degli italiani per gli strumenti musicali: 347,9 milioni di euro, ovvero un 2,1% in più rispetto al 2004.

"Il significato vero di queste cifre è che ogni anno circa un milione di persone acquista uno strumento musicale per studio, professione o hobby, e produce musica", dice Antonio Monzino jr., presidente Dismamusica. “È un fenomeno culturale importante, lontano però dal peso che la pratica musicale ha in paesi quali Germania, USA o Giappone. Abbiamo ancora molta strada da percorrere soprattutto sul piano dell'alfabetizzazione musicale delle nuove generazioni, incluso il reinserimento della musica nella scuola visto anche come arma culturale per combattere il disagio giovanile e l'abbandono scolastico".

 

Da Repubblica.it