«Per favore, non mi dia dell'ella»

È partita ieri mattina in Palazzo Firenze a Roma
la “controffensiva” della Società Dante Alighieri in difesa della lingua italiana.

3 marzo 2010. - «La linguistica ha scritto e versato i tradizionali fiumi di inchiostro sui pronomi personali di soggetto, ma nessun giornalista - a parte gli scrittori contemporanei - scriverebbe “ella”, per non parlare di “esso”, per cui si continua a ripetere che vale per animali e cose, indicazione che sento risuonare nelle orecchie da più di cinquant’anni». Insomma: «per favore non mi dia dell’ella». Potrebbe così riassumersi l’intervento con il quale Luca Serianni, docente di Storia della Lingua italiana presso l’Università di Roma “La Sapienza”, ha aperto questa mattina a Roma, in Palazzo Firenze, il Convegno sul tema “L’italiano a scuola: insegnare, correggere, valutare. Proposte di orientamento per gli insegnanti nelle difficoltà della lingua contemporanea”, iniziativa che ha costituito la “controffensiva” proposta dalla Società Dante Alighieri in difesa della lingua italiana.

«A scuola, in qualunque materia e programma, è necessario fare delle scelte: non si può trattare tutto ciò che è riportato in un libro di testo, altrimenti non si concluderebbe nulla - ha detto Serianni di fronte più di 200 docenti provenienti da tutta Italia -. Allora mi chiedo quale sia l’utilità di distinguere gli aggettivi tra “qualificativi” e “determinativi” o il complemento di specificazione da quello di denominazione. In latino le distinzioni vanno fatte, ma in italiano possono risultare un po’ pericolose».

«Dagli anni ’80 la qualità delle grammatiche scolastiche è migliorata rispetto a quella degli anni ’60 e ’70 - ha concluso il Consigliere Centrale della “Dante” -; una qualità scadente che fu oggetto a suo tempo di verifiche requisitorie da parte di linguisti, che analizzarono le contraddizioni e la presenza di una terminologia assolutamente inadeguata. Allo straniero molte licenze linguistiche sono consentite, ma forse al parlante di madre lingua dovremmo chiedere qualche cosa di più».

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