Dalla beneficenza
alla salute pubblica

I principi dietro la trasformazione della previdenza sanitaria
nel Messico del XIX secolo.

L'Ospedale Generale di San Andrés, a Città del Messico, in una litografia del 1880.

 

14 settembre 2010. - Morire giovani e malati era comune ai tempi della Nuova Spagna. In termini di salute, il peggior problema per la popolazione erano le epidemie, in particolare il vaiolo, che si diffondeva a causa delle cattive condizioni sanitarie. Inoltre, la gente non si fidava dei progressi della medicina. Era più comune rivolgersi a guaritori e levatrici che a un medico. La medicina domestica era l'usanza più diffusa: dato che gli ospedali erano considerati insalubri, le cure e le procedure terapeutiche, convalescenza compresa, erano somministrate a casa.

L'opinione generale era che per superare una malattia era necessario l'intervento divino e che le patologie si dovevano a colpi d'aria. I ricercatori che si sono concentrati sullo studio della storia della medicina in Messico, indicano che la prima scuola medica fu fondata nella Nuova Spagna presso l'Università Pontificia.

Le levatrici erano frequentemente vedove appartenenti a ceti sociali bassi che trovavano così un mezzo di sussistenza e approffitavano del fatto che, siccome non esistevano ospedali dedicati all'ostetricia, le donne partorivano in casa.

I pochi ospedali che esistevano si trovavano nei centri urbani. A Città del Messico funzionavano, tra gli altri, gli ospedali di Gesù, Real de Naturales, dell'Amore di Dio e il San Ippolito.

Nel 1774 fu fondato —all'incrocio delle strade Xicoténcatl e Tacuba— l'ospedale generale di San Andrés, una delle istituzioni sanitarie più moderne dell'epoca, definita dagli storici come "l'ultima grande impresa spagnola a favore della salute pubblica in America", soprattutto perché fu disegnato e sviluppato seguendo i modelli utilizzati in Europa dove l'idea del servizio pubblico aveva già superato il concetto di volontariato caritativo predominante nella Nuova Spagna durante i tre secoli di colonizzazione iberica.

L'importanza dell'Ospedale di San Andrés era tanta che riuscì a sopravvivere alla guerra d'Indipendenza. Nel marzo del 1790, l'ospedale aveva già 39 sale e poteva ospitare poco più di un migliaio di pazienti. Si ricevevano pazienti colpiti da qualsiasi malattia, tranne la sifilide e la demenza.

La nota investigatrice messicana Claudia Agostoni afferma che "il Messico del XIX secolo fu testimone del ricevimento e dell'adattazione della medicina clinica e sperimentale europea e della creazione dei primi istituti nazionali di ricerca medica. Possiamo dire che tra il 1810 e il 1910 il Messico passò dal concetto di sanitarismo a quello di salute pubblica statale".

 

(el universal / puntodincontro)

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