Il Leonardo ritrovato
sarà esposto
il 9 novembre

È stato autenticato da alcuni
tra i maggiori studiosi del maestro.


16 luglio 2011. - Questo dipinto di Leonardo che era ritenuto perduto è stato autenticato da alcuni tra i maggiori studiosi del maestro di Vinci e sarà esposto alla National Gallery di Londra nella mostra che si inaugurerà il 9 novembre. L’opera è il “Salvator Mundi” e raffigura Cristo con la mano destra benedicente e la sinistra che tiene un globo. E’ un dipinto ad olio su tavola di legno che misura 66 centimetri di altezza per 46 di larghezza . Leonardo l’avrebbe dipinto a Milano, poco prima di lasciare la città nel 1499, lasciandone anche alcuni studi, i più noti dei quali sono conservati al castello di Windsor.

L’opera appartiene a dei collezionisti americani che, molti mesi fa, l’hanno consegnata alla National Gallery per un restauro prima della mostra. gli studiosi che l'avevano presa in carico mentre restauravano anche la "Vergine delle rocce", ritenevano che fosse di scuola leonardesca. Dopo la rimozione di uno strato di pittura scolorita e della vernice che era stata applicata in un precedente restauro, i tecnici hanno chiamato a valutarlo insigni studiosi.

E questi l’hanno attribuita a Leonardo. L'opera – di cui pubblichiamo la prima immagine dopo il restauro, fornita da Robert Simon - era nota finora grazie ad un'incisione di Wenceslaus Hollar eseguita intorno al 1650. Nei giorni scorsi il “Wall Street Joournal” ha ipotizzato una valutazione dell'opera di 200 milioni di dollari per il Leonardo ritrovato. Tra gli insigni studiosi che l’hanno valutata per l’attribuzione c’era anche Pietro Marani. “Ho visto l’opera l’anno scorso alla National Gallery. Prima del restauro era conciata male, coperta da pitture antiche. La si credeva di bottega perché erano stati aggiunti barba e baffi che ne modificavano il viso rispetto alla incisione di Hollar, che era una immagine identica all’originale. Così si pensava a una replica.

Ma dopo che è stata fatta restaurare è emersa la qualità della pittura, i colori meravigliosi, i rossi e gli azzurri del panneggio che ricordano proprio quelli dell’Ultima Cena”. Ci sarebbero anche conferme scientifiche (ovviamente ci sarà tempo per discutere e l’attribuzione verrà presentata dalal National Gallery all’apertura della mostra). “E’ stato fatto un confronto sui pigmenti con quello della Vergine delle rocce e sembrerebbe anche ciò confernae che si tratta di dipinto di Leonardo”. Inoltre, prosegue Marani, “le riflettografie e altre analisi scientifiche mostranno l’analogia con i disegno preparatori”.Molto complicato è ricostruire i passaggi di proprietà dell’opera.

Del dipinto, infatti, pittori coevi e successivi ne realizzarono diverse esemplari simili , e questo rende complicate le identificazioni. Secondo alcune attestazioni, l’opera di Leonardo finì, inizialmente, in un convento di a Nantes. Ma quando Hollar la incise, l’opera risultava registrato nelle collezioni di Carlo I e Carlo II d'Inghilterra, ma poi si erano perse un po’ le tracce. Si pensava coincidesse con il “Salvator Mundi” comparso in seguito nelle mani di Sir Francis Cook, un leggendario collezionista inglese del XIX secolo. Ma questo, che venne poi venduto al Baron de Lareinty e, successivamente, al Marchese de Ganay, dovrebbe essere il “Salvator Mundi” assai simile dipinto da Marco D’Oggiono o, secondo il catalogo Sotheby 's da Boltraffio.

 

(corriere.it / puntodincontro)

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16 de julio 2011. - Este cuadro de Leonardo que se creía perdido ha sido autenticado por algunos de los más grandes estudiosos del maestro y será exhibido en la National Gallery de Londres en la exposición que se abrirá 9 de noviembre. La obra es el "Salvator Mundi" y representa a Cristo bendiciendo con la mano derecha y la izquierda sosteniendo un globo. Es una pintura al óleo sobre madera que mide 66 cm de alto por 46 de ancho. Parece que Leonardo lo pintó en Milán, justo antes de dejar la ciudad en 1499, y dejó también algunos trabajos de preparación de la obra, los más notables de los cuales se conservan en el Castillo de Windsor.

 

(corriere.it / puntodincontro)

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