Dal Getty Museum a Roma

i marmi colorati di Ascoli Satriano a Palazzo Massimo.

16 dicembre 2009. - Per la prima volta riuniti in una unica mostra i marmi colorati di Ascoli Satriano, vicino Foggia, realizzati con marmo cristallino e trasparente. Undici marmi dipinti, decorati con una variegata gamma di colori, dal rosso al violaceo, azzurro, rosa, bianco beige, giallo verde e marrone. Pezzi unici e di rara bellezza che erano stati depositati nella tomba di un personaggio di alto rango. Parte dei marmi, del valore di circa dieci milioni di dollari, era emigrato illegalmente dall’Italia verso il J.Paul Getty Museum per tornare nel nostro Paese solo nel 2007.

Un’altra parte, invece, è stata rintracciata nel 2006 dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale nei locali del Museo Civico di Foggia. Proprio grazie a queste indagini fu possibile ricollegare questi ritrovamenti al Sostegno di mensa configurato con due grifi che azzannano un cerbiatto e al bacino podanipter dipinto, conservati al Getty Museum di Los Angeles. L’intero ritrovamento era stato riportato alla luce da scavatori clandestini dal sito archeologico di Ascoli Satriano, noto per la battaglia tra Pirro e i Romani nel 279 a. C.

Oggi, per la prima volta, è possibile vederli ed ammirarli ricomposti, in una unica mostra allestita al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo fino al 18 aprile. A conclusione dell’esposizione torneranno ad Ascoli Satriano, in provincia di Foggia dove, secondo il sovrintendente dell’area archeologica centrale di Roma, “dobbiamo riprendere l’esplorazione del sito da cui provengono questi oggetti, perché – spiega – non esclude che vicino a questa tomba ce ne siano altre”. I marmi di Ausculum rappresentano nel loro insieme, un esempio unico di oggetti da mensa i cui significati sono ancora incerti. Alla loro originalità non solo relativa al marmo, cristallino da sembrare onice o madreperla, che crea una suggestione rara, si aggiunge il valore della decorazione dipinta ancora ben conservata.

Tra i numerosi corredi funebri con servizi da banchetto questo si distingue per l’aspetto monumentale delle forme dei vasi che non presentano nessuna cavità interna, tranne il cratere, e imitano recipienti da mensa utilizzati per versare liquidi, corrispondenti a esemplari di ceramica diffusi nella produzione ellenistica dell’Italia Meridionale. L’ipotesi è che si tratti del corredo di una tomba a camera databile nella seconda metà del IV secolo a.C.

 

(Adnkronos)

Sostegno di mensa con grifoni che sbranano una cerva