Il Gobbo di Notre Dame
era uno scultore parigino

UN UOMO IN CARNE E OSSA ESISTITO DAVVERO.

 

17 agosto 2010. - Quasimodo, il celebre protagonista del primo vero grande romanzo di successo di Victor Hugo, 'Notre-Dame de Paris', non è un personaggio scaturito dalla fervida immaginazionedello scrittore francese ma un uomo in carne e ossa esistito davvero.

Ovvero uno scultore-capo —naturalmente gobbo— impiegato nei lavori di restauro della cattedrale parigina svolti a inizio Ottocento e soprannominato dai suoi uomini Le Bossu. O almeno, questo e quello che gli esperti della Tate suggeriscono dopo aver studiato il diario personale di Henry Sibson (1795-1870), scalpellino inglese che lavorò in Francia su appalti commissionati dal governo.

Il diario, diviso in sette volumi e scritto a mano, è stato acquisito dalla Tate nel 1999 e da oggi verrà esposto al pubblico presso la Hyman Kreitman Reading Room della Tate Britain. Dopo una disputa con i capimastri del cantiere di Notre-Dame, Sibson si trova senza lavoro e decide di rivolgersi alle «botteghe» che si occupavano delle statue più grandi su commissione del governo francese. «Qui - racconta - incontrai Trajan, una delle persone più gentili che abbia mai incontrato.

Lavorava come incisore per lo scultore-capo, il cui nome non mi ricordo. Era gobbo e non amava mischiarsi con gli incisori: gli scalpellini gli avevano dato il soprannome di Le Bossu».

Alla fine Sibson viene assunto nella sua squadra e si reca nella cittadina di Dreux. «Gli scultori e gli incisori descritti nel diario di Sibson - fanno notare gli esperti della Tate - lavoravano in un atelier vicino alla cole des Beaux Arts situata nel sesto arrondissement di Parigi. Si sa che negli anni Venti del'Ottocento Victor Hugo abitava proprio in quel quartiere: visto il suo interesse per i lavori di restauro di Notre-Dame e la vicinanza con la bottega è possibile che Hugo avesse visto, o persino conosciuto, Trajan e il suo capo il gobbo». Circostanza che viene rafforzata dal fatto che in una prima versione de 'I Miserabilì il protagonista del romanzo era stato battezzato da Hugo Jean Trajean, divenuto Jean Valjean solo nella versione successiva.

 

(il messaggero)

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