Prosciutto, formaggi, pasta, pomodoro dalla tavola ai musei
A Berlino inaugurato uno spazio dedicato al Currywurst, salsicciotto con il ketchup. L'Italia punta sui prodotti tipici con decine di mostre permanenti dedicate al gusto.

Nelle segrete del gusto, la dove nasce il prosciutto di Parma.

 

18 agosto 2009. - Dalle cucine ai musei. In Italia come in Germania. Solo che noi celebriamo lo slow food attraverso prodotti artigianali dall'origine certificata e tradizioni secolari. I tedeschi, al contrario, espongono dietro una teca di vetro il Currywurst, salsicciotto con ketchup e curry nato a Berlino 60 anni fa, secondo leggenda il primo piatto veloce da consumare in piedi con un occhio all'orologio. Più vecchio ancora dell'internazionale hamburger.

Da una parte si parla di un piatto, dall'altra di prodotti specifici, ma con le dovute differenze di gusto l'idea è la stessa: mostrare la propria identità attraverso ciò che affonda più profondamente le radici nel territorio e nella storia di un popolo, il cibo appunto.

I berlinesi lo fanno inaugurando, nel giorno di Ferragosto, uno spazio espositivo di mille e passa metri quadrati vicino al Checkpoint Charlie, ai tempi della Guerra Fredda il più noto dei punti di passaggio che collegava Berlino Est, controllata dai sovietici, con Berlino ovest. In mostra i macchinari per cucinare il salsicciotto, oggetti e fotografie che ne raccontano aneddoti e curiosità. Il visitatore cammina sotto un soffitto dal quale sembrano cadere finte gocce di ketchup e ascolta le voci di personaggi famosi che decantano le lodi del loro piatto preferito.

Filosofia simile a quella che sta dietro a decine di piccoli musei italiani. Il ciclo grano-farina-pane  occupa cinque sale del castello Morando Bolognini a Sant'Angelo Lodigiano mentre gli spaghetti e i maccheroni sono protagonisti, a Roma, del Museo nazionale delle paste alimentari: otto secoli di storia che il mondo ci invidia!

Se il gusto ci orienta verso i prodotti tipici, la lista diventa lunghissima. Solamente in Emilia Romagna sono 19 gli indirizzi da acquolina in bocca. Il primato spetta alla provincia di Parma, chiamata non a caso Food Valley italiana. Accanto al museo del prosciutto di Parma (foto), con tanto di sala degustazione, troviamo quello del salame di Felino e quello che Soragna ha dedicato al re dei formaggi, il Parmigiano Reggiano. A breve anche il pomodoro avrà un suo spazio espositivo all'interno del circuito "Musei del cibo". . Nel resto della regione ci sono mostre permanenti dedicate all'Aceto balsamico di Modena, all'Olio extravergine di oliva di Brisighella, al pane ferrarese, alla patata, al Borlengo, al formaggio di Fossa, all'Anguilla di Comacchio e al sale di Cervia.

Ma non c'è solo l'Emilia Romagna. Tutto lo stivale si può percorrere in lungo e in largo, isole comprese, imbattendosi in decine di musei del gusto. Ed è possibile programmare visite mese per mese, a seconda della specialità del periodo.

Ha poco più di un anno quello del maiale di Carpineto Sinello, in provincia di Chieti. La Calabria, invece, celebra le virtù piccanti e salutari del peperoncino a Maierà, e quelle depuranti della liquirizia a Rossano, entrambi paesi in provincia di Cosenza. La Toscana si concentra sul tartufo (San Giovanni d'Asso) e sulla castagna (Colognoro di Pescagna), il Trentino Alto Adige sul miele (Lavarone). La Sicilia sorprende perché tra una tonnara aperta ai turisti e un'altra con visita seguita da assaggini non si fa mancare il "Museo nazionale del te" (Raddusa).

Il cioccolato, alimento irresistibile e vero toccasana per l'umore, trionfa sia a Perugia nello storico museo Perugina, che a Norma, in provincia di Latina. Ma se ad allettare il palato è la dolcezza sono diverse le esposizione italiane degne di nota. Tra le tante citiamo il museo dell'arte e della tecnologia confettiera a Sulmona. In provincia di Salerno, a Pioppi, così come a Castagnori, in provincia di Lucca, si possono scoprire o approfondire le virtù della dieta mediterranea. Volutamente non citiamo i musei dedicati alle tradizioni enogastronomiche o al vino, alla grappa e ad altre bevande nostrane: c'è n'è veramente per tutti i gusti, un numero sufficiente a cambiare bicchiere a ogni portata per ogni regione visitata. I berlinesi alzano le spalle: con il loro Currywurst serve solo un buon boccale di birra e su quella non temono rivali.

 

(La Repubblica)