Pier Paolo Pasolini ed Ezra Pound
L'utopia che nasce dal passato

L'opera di due geni del novecento.

 

30 novembre 2010. - Sembrerebbe che la storia abbia riservato a Pier Paolo Pasolini ed Ezra Pound due luoghi contrapposti nel pantheon della memoria.

Il convegno “Pier Paolo Pasolini ed Ezra Pound. L’utopia che nasce dal passato” non è stato organizzato per ricollocare l’opera di questi due geni del novecento, piuttosto per approfondire una traccia che loro stessi avevano segnato, lungo la strada di una comprensione il più possibile avulsa da interpretazioni aprioristiche.

Le giovani generazioni potranno scoprirli nella loro freschezza di poeti e intellettuali.

E' per questo che sono stati coinvolti gli studenti delle scuole superiori di Tivoli.

Sia Pasolini che Pound incarnano, in modi diversi, "una forza che viene dal passato" (per parafrasare il verso pasoliniano del "Pianto di una scavatrice").

Riusano e rileggono il passato in funzione di una critica radicale del presente e di una visione utopica del futuro.

Anche stilisticamente riprendono metri e versi della tradizione (appena deformandoli) per esprimere una
sensibilità moderna, inquieta.

Entrambi amano la civiltà rurale e contadina, odiano la borghesia e il capitalismo, sono attratti dal mito. Inoltre: pur aderendo a ideologie politiche totalitarie non sono per niente organici a queste, ma non perdono occasione di prendere le distanze affermando posizioni personali. Sono intellettuali inappartenenti, inclassificabili, sempre "scandalosi" nelle loro scelte di vita, a volte autolesioniste.

Sebbene Pound sia parso a volte esclusivista ed elitario, chiuso in suo mondo di rifeirimenti arcani, egli rivela poi nella sua poesia, in modo non dissimile da Pasolini, il gusto promiscuo ed eterogeneo della lingua parlata, continuamente contaminata dalla prosa del mondo, dalla realtà impura.

Se pochi riescono ad avere delle visioni, pochissimi riescono a fare delle pre-visioni. Pier Paolo Pasolini ed Ezra Pound concepirono nei loro pensieri una forma d’umanità i cui tratti potrebbero adattarsi facilmente ai contorni della società odierna.

La loro critica per la deriva verso cui il consumismo e l’omologazione stava spingendo le istituzioni politiche, sociali ed economiche, non fu solo un incubo da intellettuali disorganici. Piuttosto il frutto di una percezione acuta dei fenomeni in atto nel loro tempo. E di certo anticipazione di qualcosa che si riesce a evincere senza difficoltà dalle ultime pagine del grande libro della storia.

Siamo davanti crisi generalizzata del capitalismo finanziario, alla politica che perde la capacità di gestire i processi decisionali, alla globalizzazione che svilisce le identità, al precariato che annebbia la strada del futuro per i giovani; cosa avrebbero detto Pasolini e Pound? A questa domanda certamente non verrà data una risposta ma questo convegno vuole farci di nuovo parlare con i due poeti, riprendere il loro dialogo interrotto.

L’INCONTRO
Pasolini e Pound si incontrarono per la prima volta nel 1967, alla fine di ottobre e dialogarono in un’intervista-documentario di Vanni Ronsisvalle dal titolo “Pasolini-Pound. Un’ora con Ezra Pound”.

In quest’intervista Pasolini si rivolge a Pound con una frase mutuata dallo stesso poeta americano e riferita originariamente a Walt Whitman: «Stringo un patto con Te./ Ti detesto ormai da troppo tempo./ Vengo a Te come un fanciullo cresciuto che ha avuto un padre dalla testa dura./ Sono abbastanza grande ora per fare amicizia./ Fosti Tu ad intagliare il legno./ Ora è tempo di abbattere insieme la nuova foresta./ Abbiamo un solo stelo ed una sola radice./ Che i rapporti siano ristabiliti tra noi». E la risposta del vecchio Pound fu: «Bene... Amici allora... Pax tibi... Pax mundi». Durante l’incontro che durò più di un’ora Pasolini lesse poesie di Pound e realizzò durante l’intervista, alcuni disegni molto belli dello scrittore americano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Parecería que la historia hubiese reservado a Pier Paolo Pasolini y a Ezra Pound dos lugares contrastantes en el panteón de la memoria.

La conferencia "Pier Paolo Pasolini y Ezra Pound. La utopía que nace del pasado" no está diseñada para recolocar la obra de estos dos genios del siglo XX, sino para profundizar en la exploración de un camino que ellos mismos habían trazado a lo largo de una comprensión libre —en la medida de lo posible— de interpretaciones basadas en prejuicios.

Las generaciones más jóvenes podrán descubrirlos en su frescura de poetas e intelectuales y es por esto que han sido involucrados los estudiantes de preparatoria de Tivoli.

Tanto Pasolini como Pound representan, de diferentes maneras, "una fuerza que viene del pasado" (parafraseando los versos de Pasolini en el Llanto de una Excavadora).

Reutilizan y vuelven a leer el pasado en términos de una crítica radical del presente y de una visión utópica del futuro.

Incluso estilísticamente reanudan métrica y versos de la tradición (con pequeñas deformaciones) para expresar una sensibilidad moderna, inquieta.

Ambos aman la cultura rural y campesina, odian la burguesía y el capitalismo y se sienten atraídos por la leyenda. Además, aunque se identifiquen con ideologías políticas de carácter totalitario, están lejos de asumirlas como propias y no pierden la oportunidad de distanciarse de ellas al afirmar puntos de vista personales. Son intelectuales sin pertenencia, inclasificables, siempre "escandalosos" en sus decisiones de vida que, a veces, resultan autodestructivas.

Aunque Pound haya parecido a veces excluyente y elitista, encerrado en su mundo de referencias misteriosas, revela —sin embargo— en su poesía, en forma similar a Pasolini, el gusto promiscuo y heterogéneo por la lengua hablada, continuamente contaminada por la prosa del mundo y por la realidad impura.

Si pocos logran tener visiones, casi nadie es capaz de hacer pre-visiones. Pier Paolo Pasolini y Ezra Pound concibieron en sus pensamientos una forma de humanidad cuyas características podrían adaptarse fácilmente a los rasgos de la sociedad actual.

Su crítica a la deriva hacia la cual el consumismo y la homologación estaban conduciendo a las instituciones políticas, sociales y económicas, no fue sólo una pesadilla intelectual descordinada, sino el resultado de una percepción aguda de los fenómenos que tenían lugar en su tiempo. Y, por supuesto, la anticipación de algo que se puede deducir fácilmente de las últimas páginas del gran libro de la historia.

Estamos frente a la crisis general del capitalismo financiero, a la política que pierde capacidad para gestionar la toma de decisiones, a la globalización que envilece las identidades, a la precariedad que nubla el camino a seguir para los jóvenes. ¿Qué habrían dicho Pasolini y Pound? Esta pregunta seguramente no será contestada en esta reunión, pero queremos volver a hablar con estos dos poetas, queremos reanudar el diálogo interrumpido.

Pasolini y Pound se reunieron por primera vez en 1967, a finales de octubre, y charlaron en una entrevista-documental de Vanni Ronsisvalle titulada "Pasolini-Pound. Una hora con Ezra Pound".

En esta entrevista Pasolini se dirige a Pound con una frase tomada del mismo poeta estadounidense y atribuida originalmente a Walt Whitman: "Hago un pacto contigo. / No te soporto desde hace mucho tiempo. / Vengo a ti como un niño crecido que tuvo un padre necio. / Tengo edad suficiente ahora para hacer amigos. / Tú fuiste él que empezó a tallar la madera. / Ya es tiempo de derribar juntos el nuevo bosque. / Tenemos un solo tallo y una sola raíz. / Reestablezcámos la relación entre nosotros". Y la respuesta del viejo Pound fue: "Bueno ... Amigos entonces ... Pax tibi ... Pax mundi ". Durante la reunión, que duró más de una hora, Pasolini leyó poemas de Pound e hizo unos dibujos muy hermosos del escritor estadounidense.

 

(flavio alivernini)

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