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Il luogo che non esiste

Di Giovanni Capirossi

15 marzo 2010. -Il titolo racchiude una grande verità che ci succede di constatare troppo spesso. Quando ci viene la voglia di volare alto e di sognare c'è subito qualcuno che ci appiccica l'etichetta dell'utopia. L'utopia per definizione è  un "ideale etico-politico destinato a non realizzarsi sul piano istituzionale, ma avente ugualmente funzione stimolatrice nei riguardi dell'azione politica, nel suo porsi come ipotesi di lavoro o, per via di contrasto, come efficace critica alle istituzioni vigenti".

Il desiderio di camminare insieme per le strade della vita dandoci la mano è il mio sogno più bello. So che quando si fa buio e arriva la notte c'è sempre una stella che si accende e illumina la strada di chi si sente solo. E succede anche che quando uno si sente solo ci sia sempre qualcuno che, come fai tu nel Salotto di Dante, ti da la mano e con la mano ti regala anche il cuore, ti guarda negli occhi e ti regala un sorriso.

Come dici molto bene la felicità e la solidarietà non si dimostrano solo tirando fuori il portafogli e regalando soldi. Una semplice carezza o poche affettuose parole dette con tenerezza e comprensione sono quasi sempre molto più miracolose dei soldi e ti ridanno la fiducia di cui hai bisogno. Ma non ti voglio annoiare. Mi resta solo dirti che, secondo me, è troppo comodo nascondersi dietro il troppo facile pretesto dell'utopia.

Sai chi ha coniato questo nome?

È stato Tommaso Moro nel 1516 con le voci greche "u" che significa "non" e "tópos" che significa luogo. Il significato di utopia sarebbe quindi "luogo che non esiste".

Io per concludere, non credo all'utopia ma ai sogni che ognuno di noi coltiva nel cuore e nell'anima e porta in giro per le strade del mondo. Prima di finire vorrei farti le più sincere congratulazioni per i tuoi versi. Essere capaci di sognare aiuta a diventare poeti. Te lo auguro di cuore. Un abbraccio e saluti carissimi.

 

Giovanni

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