Una maestra esigente

Omaggio a Laura Zocchi.
Di Giulio Chiesa.

4 marzo 2010. - Laura Zocchí é una carissima amica, molto esigente con se stessa e con i suoi alunni, insegna quello che noi plebei chiamiamo “traduzione simultanea” pensando che sia un qualcosa di relativamente facile se uno ha la capacità di parlare due o più lingue.

Mi ha spiegato, convincendomi, che cosa deve “essere” il traduttore-traduttrice. Non che cosa deve fare ma cosa deve essere. Qualcosa di più che fluente in un paio di idiomi, qualcosa di più che preciso e ordinato.

Non solo deve  pianificare il suo lavoro, prepararsi su un testo,  curare che i collegamenti tecnici siano perfetti,  informarsi previamente su certi tecnicismi: questo lo sappiamo anche noi plebei giacché ogni lavoro ha sue dimensioni precise.

Laura esige, inoltre, che i suoi alunni rispettino  valori etici essenziali  basati sull’aspirazione ad essere i migliori  attraverso una preparazione coscienziosa e aggiornata. Per Laura l’eccellenza è il vero, unico traguardo. Come di lei ebbe a scrivermi tempo fa il comune amico Adalberto (Nani) Cortesi:  "Se mi si chiedesse di dare un nome ad una serie di concetti quali abnegazione, spirito di sacrificio, serietà professionale, dedizione... non avrei dubbi, quel nome é Laura Zocchi".

Ma non è solo di Laura che vi voglio parlare . È di un libro di tesi che le ha regalato una sua alunna.

Secondo le buone usanze, questo libro ha una dedica che mi è particolarmente piaciuta. Ovviamente.

Anch’io sono  maestro di scuola.  La dedica riprende un brano scritto all’autrice canadese Evelyne de la Chenelière, tuttora vivente.

Va così:

Si fuera experta en algo, sería  maestra, de música por ejemplo, o de una escuela o de otra cosa. Entonces me dedicaría a eso hasta quedarme sin saliva, porque  tendría muchas cosas que enseñar antes de que se me acabe el tiempo, hablaría rápido por temor a aburrir a mis alumnos, intentaría  tener sentido del humor para que me perdonen que los obligue a quedarse sentados.

A veces temblaría ante tal responsabilidad, con la sola idea de que un signo de impaciencia, de  irritabilidad o de indiferencia pueda romper para siempre una gran historia de amor entre el alumno y el aprendizaje.

Si alguna mañana el cansancio me impidiera ver la herida abierta, y mi sola palabra de maestra aniquilara un sueño o una ambición, no  me repondría de ello. Otras veces me sentiría sin valor ante la amplitud de la tarea. Tendría ganas de recostar la cabeza sobre un escritorio de maestra y de confesar a mis alumnos que no soy experta en nada, que ni siquiera domino la situación. No queda de otra que decirles que sería sin duda una muy mala maestra.

 

Evelyne de la Chenelière

 

Devo aggiungere altro? Una parola in più distruggerebbe tutto.

 

Giulio

 

***

Laura Zocchi, milanese, arrivò a Città del Messico negli anni '50, quando aveva solo 2 anni.

Anche se aveva già cominciato a parlare in Italia, giunta in terra azteca lo "shock culturale" la azzittì. Tempo dopo, ripresasi, pronunciò la sua prima traduzione: "tortilla".

Nel 1969 tornò a Milano per finire gli studi alla Facoltà di Lingue e rimase alcuni anni in Europa e negli Usa per perfezionare le sue conoscenze.

Di ritorno a Città del Messico cominciò una lunga carriera come professoressa di molte generazioni all'Istituto di Interpreti e Traduttori.

Impegnata socialmente, ha ricevuto riconoscimenti in Italia e in Messico, fra i quali il premio Malintzin nel 2001.

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