"Non eravamo pochi"

La risposta del presidente del Comites all'articolo pubblicato ieri su Punto d'incontro.

7 febbraio 2008. - Pubblichiamo la risposta del presidente del Comites all'articolo "I documenti di Tlaxcala, proposte per un dialogo costruttivo", firmato dal direttore della nostra rivista e pubblicato ieri nella sezione "Italiani in Messico".

 

Egregio Direttore,

Le scrivo in relazione al resoconto da lei pubblicato su Punto d’Incontro a proposito della Conferenza Nazionale che si è svolta a Tlaxcala il 26 e 27 di gennaio. Lo faccio nella speranza che lei sia cosí gentile da dare a quanto da me scritto la stessa rilevanza data al suo editoriale. La stessa, giacché ritengo che dal suo racconto dei fatti emerga un’informazone inesatta e a tratti fuorviante.

Innanzi tutto, caro direttore, affermare che “nei progetti del Comites questo evento avrebbe dovuto essere una vera e propria occasione di confronto rappresentativo di tutte le Associazioni e Istituzioni che si dedicano alla promozione e diffusione della lingua e cultura italiane in Messico”, dá l’impressione che cosí non sia stato. Infatti proprio lei, poco piú sotto, segnala “ll fatto che fossimo pochi e rappresentassimo solo alcune delle numerose realtà che in Messico svolgono il ruolo di docenti e di operatori culturali”.

Lei ovviamente è libero di avere l’opinione che crede, ma i lettori di Punto d’Incontro hanno il diritto di sapere che mancavano all’appello “solo” le Società Dante Alighieri di Veracruz, León, Uruapan e una delle due presenti a Monterrey. Insieme, queste seppur importanti realtà, contano un corpo docente complessivo che non supera le 10 unità. Tutti gli altri c’erano, rispondendo a un invito che il Comites aveva fatto a tutte quelle associazioni che in un modo o nell’altro fanno riferimento all’Italia. Dunque non rientravano nei piani dell’organizzazione i numerosi dipartimenti di italiano che operano nelle università messicane.

Sessanta persone intorno allo stesso tavolo, caro direttore, non sono poche, direi proprio il contrario. Ora, se minimizzare il successo della conferenza non significasse diminuire l’importanza dei documenti prodotti, questa sua descrizione dei fatti potrabbe lasciare il tempo che trova. Ma cosí, evidentemente, non è.

Lei poi aggiunge che “Istituzioni e Associazioni dovranno andare insieme alla ricerca di un progetto globale dentro il quale impostare prima e avviare a soluzione poi, i problemi più urgenti messi in evidenza nella riunione di Tlaxcala e contenuti nei documenti che sicuramente saranno arricchiti da ulteriori interventi di quanti non hanno potuto partecipare”.

Anche in questo caso il modo in cui viene fornita l’informazione può portare a una lettura distorta dei fatti, soprattutto di quelli che verranno.

I documenti infatti non vengono sottoposti ad ulteriori modifiche da parte dei consigli e dei corpi docenti. Questi ultimi (consigli e docenti) erano stati chiamati a designare i propri delegati alla Conferenza, in modo che partecipassero alla discussione e alla stesura condivisa di detti documenti. Dunque, per farla breve, la Conferenza di Tlaxcala e il Comites chiedono a tutti di approvare o, nel peggiore dei casi, respingere il prodotto dei lavori. Perché a questo servono i delegati, e perché la gravità della situazione non ci permette di perdere altro tempo in trafile burocratiche, quando i professori continuano –anche dopo la Conferenza- ad essere “costretti” a lasciare il proprio posto di lavoro.

Se poi ci sono corpi docenti che non hanno potuto scegliere liberamente i propri delegati e che hanno sottoscritto passivamente la delegazione proposta dalla direzione, o addirittura non hanno partecipato –neanche apparentemente- alla selezione di quanti avrebbero dovuto rappresentarli alla Conferenza, beh, è triste e meglio sarebbe stato se quei docenti non fossero stati rappresentati affatto, ma così è andata e il problema è essenzialmente dei docenti, e dovrà essere risolto all’interno delle singole associazioni dove ciò si è verificato.

Da parte sua, il Comites è soddisfatto del successo assoluto della Conferenza  e del fatto che lo stesso presidente della Dante di Città del Messico, Ing. Franco Bonfanti, si sia detto favorevole all’approvazione dei due documenti prodotti. La vicepresidente del Comites Marina Piazzi è stata invitata a presentare detti documenti al Consiglio di quella che, a detta di tutti, è la Dante più importante del Messico. Per noi è un onore e un punto d’impegno.

Cosí come ci impegnamo a presentare ai docenti della Dante di Città del Messico e di Guadalajara, quanto prodotto dalla commissione sul Contratto Etico, giacché –inspiegabilmente- i delegati designati dagli operatori di queste due importanti realtà della diffusione della Lingua e Cultura Italiana, non hanno preso parte ai lavori, venendo in qualche modo meno al mandato datogli da colleghi e amici.

Insomma, caro direttore, questa è una cosa seria. I documenti non potranno essere rielaborati, ognuno difronte agli altri si prenderà le proprie responsabilità. Ovviamente non è obbligatorio approvare nulla, ma finalmente – rispetto a principi universali largamente condivisi – potremo contare quanti credono in un vero diritto del lavoro e quanti nutrono riserve in merito o, apertamente, lo combattono.

Grazie per lo spazio concessomi e grazie a alla Dante Alighieri di Città del Messico per aver voluto partecipare a questa importante e riuscitissima Conferenza.

 

Un cordiale saluto,

Paolo Pagliai

Presidente del Comites