Il primo attraverso la Manica
La notte del 16 agosto 1817 Giovanni Maria Salati, prigioniero degli inglesi, scappò da Dover dirigendosi a bracciate verso la Francia

Giovanni Maria Salati.23 agosto 2007. - Il Comune di Malesco —1.473 anime nel Piemonte della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola, nel Parco Nazionale della Val Grande— a 190 anni dal primato di Giovanni Maria Salati, ricorderà con un museo ed un monumento il montanaro che sfidò le onde della Manica per amore della libertà, il primo uomo al mondo ad attraversare la Manica a nuoto.

È il 16 agosto del 1817 e Giovanni Maria Salati, soldato dell'esercito napoleonico, è da alcuni mesi prigioniero degli inglesi a Dover, in una vecchia nave adibita a campo di concentramento.

Soffre, ma quello sarà il suo ultimo giorno di prigionia: durante la notte il ventunenne fuciliere di marina, già ferito e sconfitto a Waterloo, si getta in acqua dirigendosi a bracciate verso la Francia.

Conquisterà la libertà ed un primato assoluto, quello d'essere stato il primo uomo al mondo ad aver attraversato la Manica a nuoto. Giovanni Maria Salati, considerato dalla Federazione italiana nuoto come l'iniziatore della disciplina del fondo, non era uomo di mare: a districarsi nell'acqua aveva imparato da autodidatta nei gelidi torrenti alpini che attraversano il suo paese, Malesco, in Valle Vigezzo, dove fino all'arruolamento nell'armata italiana, nel 1812, aveva condotto la semplice vita dell'alpigiano.

L'Amministrazione comunale di Malesco, inaugurerà, sabato primo settembre 2007, un'esposizione permanente dedicata a Giovanni Maria Salati nel suggestivo spazio del "Lavatoio comunale". Una struttura completamente recuperata nel 2000 per diventare sede di mostre e di momenti culturali. Curato dall'archeologa Elena Poletti Ecclesia, il Museo proporrà un doppio percorso: - la serie rosa: narra l'impresa dell'attraversamento a nuoto della Manica attraverso la storia a fumetti di Salati edita nel 1960 sulla testata francese Spirou - la serie azzurra: narra la storia di Giovan Maria Salati inserita nel più ampio contesto storico, economico e sociale della Val Vigezzo tra la fine del XVIII ed il XIX secolo.

Base fondamentale di questo percorso è la ricerca realizzata da Benito Mazzi e pubblicata nel volume "Giovan Maria Salati. Una beffa che fruttò il primato" (Domodossola, 1989).

"Assieme allo scrittore Benito Mazzi è nata l'idea di tirare fuori dall'oblio una figura d'uomo eccezionale ma ben poco presente nella memoria collettiva" spiega il primo cittadino Federico Cavalli. "L'impresa della Manica ha dell'incredibile sotto diversi punti di vista, l'epoca in cui s'è compiuta, intanto, ma la cosa che più sorprende è che Salati fosse un montanaro e che qui, in valle, abbia imparato a nuotare".

La celebrazione di Salati, rappresenta anche l'occasione per dare il via ad un approfondimento culturale sull'acqua. Non è un caso che la mostra sarà allestita nel vecchio lavatoio municipale, nella piazza della parrocchia. A pochi metri dal centro di Malesco, inoltre, si trovano quelle bellissime marmitte glaciali dove il giovanissimo Salati mosse le sue prime bracciate. Vasche d'acqua purissima (la più grande arriva a toccare i 15 metri di profondità) che ancora oggi sono luogo di refrigerio estivo per turisti e valligiani. Acqua e pietra saranno anche i materiali del monumento a Salati che lo scultore Adriano Cavalli s'appresta a terminare. Una fontana scolpita nella tipica pietra ollare nella quale si staglia la figura del nuotatore, circondata da elementi caratteristici della Valle Vigezzo.

A Malesco, spiegano dal Comune, "s'apre dunque un nuovo 'discorso espositivo' dedicato al territorio, una nuova finestra che s'apre sulle peculiarità di questa valle alpina e che trova il suo naturale proseguimento nell'Ecomuseo della pietra ollare, recentemente inaugurato, e ancora, nel Museo del parco nazionale della Valgrande di cui il centro vigezzino rappresenta una delle porte d'ingresso. Come un premio al territorio, alla sua ospitalità ed alla cura con la quale la gente di Malesco conserva il suo patrimonio di storia e natura, può inoltre essere considerata la 'Bandiera arancione' che nei mesi scorsi il Touring club italiano ha assegnato al paese".

L'inaugurazione del percorso espositivo avverrà durante la "Festa dello spazzacamino" che si terrà a Malesco in occasione del XXVI Raduno internazionale degli spazzacamini, evento che per alcuni giorni vedrà in Valle l'orgoglioso e festoso assedio di centinaia di "uomini neri" in arrivo da numerosi paesi d'Europa e dagli Stati Uniti.

Anche Giovanni Maria Salati, così come numerosi suoi conterranei fu spazzacamino, quindi, "fumista", ovvero operaio specializzato, per diventare successivamente imprenditore. Destino comune a molti vigezzini che sin dal XVIII secolo lasciarono la valle in cerca di migliore fortuna. Molti la trovarono, conquistando successo e danaro. Ma per tanti altri, il mestiere di spazzacamino significò solo miseria e fatica.

La Federnuoto parla di Salati come di un "....prigioniero di guerra in un 'pontone' inglese a Dover, che si getta in acqua lasciandosi alle spalle le Bianche Scogliere e nuota verso la Francia e verso la libertà. Quello che possiamo considerare il 'capo storico' dei nuotatori italiani oltre che il primo uomo al mondo ad attraversare la Manica a nuoto dava così precisa identità alla figura del fondista e del maratoneta. Uomini e donne, cioè che si poi si cimenteranno in imprese, sportivamente parlando, quasi impossibili: nuotare per decine di chilometri in acque aperte dei più svariati mari (dai Carabi al Mar del Plata) oppure seguendo la corrente dei grandi fiumi (Rio delle Amazzoni, Ontario, Paranà) per finire con le classiche mondiali( Capri-Napoli, traversata del Canale di Suez, del Gran Mare a Bahia e la Ponza-S.Felice)".

Nato nel 1796, figlio di Domenico e Anna Maria Salati, nel 1812 è soldato nell'armata italiana comandata dal generale Pino e poi marinaio sulla "Belle Poule". Come fuciliere di marina combatte a Waterloo dove, ferito, viene fatto prigioniero e recluso a Dover su una vecchia nave adibita a campo di concentramento. A Parigi trova lavoro presso i parenti Polino che hanno fatto fortuna come fumisti e da semplice spazzacamino diventa fumista impresario. Nel 1850 il Salati si trasferisce a Soissons, poi al seguito del figlio prete dimora in varie parrocchie e muore in quella di Saint Brice sous Forêt a 12 chilometri da Parigi.

(News Italia Press)