Laura Barral. "La supremazia della pancia". © 2012.
Clicca qui per scaricare il PDF ad alta risoluzione (458 kb).

 

15 settembre 2012 - Quando si parla della prima gravidanza lo si fa di solito dal punto di vista “simpatico”, sebbene nella maggior parte dei casi si tratti di un fatto estremamente desiderato ed importante della vita coniugale. Sentiamo, inoltre, una certa reticenza ad affrontare alcune questioni legate a questo processo dato che potrebbero non essere ben viste o non del tutto accettabili (per noi stessi, come persone adulte. e per l'ambiente sociale che ci circonda).

In effetti queste "antipatie" sono ugualmente presenti sia nel processo di trasformazione di una coppia (due persone) sia in quello di una famiglia (tre membri). Ciò che fino ad ora era un "unità indissolubile" (tu ed io), ora è diventato io-te e lui.

Per le donne si apre un mondo di illusioni: essere donna, essere madre, avere un figlio dell'uomo amato, soddisfare le antiche fantasie (proprie e della famiglia), volere e ... volere sempre di più!

D'ora in poi, per la donna, l'unica cosa che importa è il figlio (o la figlia), tutto il resto diventa un accessorio e —cuando dico tutto il resto— mi riferisco anche al marito/compagno!

Per gli uomini si apre un mondo di timori: diventare padre ... padre!? Sì, mi piace l'idea, ma anche noi due da soli stiamo bene, no?

Fin da bambini i maschi non immaginano di diventare papà, sognano piuttosto di avere un buon lavoro e successo professionale. Sarà un ostacolo? Il maschio d'ora in avanti si concentrerà sulla ricerca dei mezzi per mantenere la famiglia.

E così, in queste circostanze di coppia, la gravidanza progredisce e distrugge, ovviamente, l'armonia precedente: ci altera, ci porta senza scali dall'amore al timore, dalla libertà all'imprigionamento, dalla voglia di essere da soli al desiderio di discendenza, dal ricevere al dare.

Quel corpo femminile che fino a pochi giorni prima era ardente come il fuoco, adesso è una specie di fabbrica, una fonte di vita che infonde distanza e rispetto. La pancia si impone sulla scena della coppia con una presenza feroce.

La nostra energia femminile ha abbandonato la sessualità e si concentra adesso su altre questioni. In mezzo ad una sensazione di singolare pienezza, ci sentiamo "complete", auto-assorbite e prigioniere della danza ormonale, e in queste circostanze cominciamo a dire cose come: «tu non lo vedi, ma io lo sento!».

Il nostro partner è perplesso: da un paio di giorni solca mari tempestosi (per essere esatti, dal momento in cui è stato annunciato il risultato del test di gravidanza) e riceve solo atteggiamenti quasi infantili, a volte perfino utilizzando un linguaggio da bambini, il tutto accompagnato dalla brusca sospensione di qualsiasi tipo di comunicazione sessuale. Si sente abbandonato, trascurato... e questo è solo l'inizio.

Saranno così le nove lune successive? Sarà questa la meravigliosa sensazione di essere padre?

Eravamo due adulti ... due innamorati della vita, liberi nella condivisione dei nostri sentimenti, nel darci piacere a vicenda, guidati solo dal nostro tempo... e adesso ci troviamo all'improvviso davanti all'enorme responsabilità di crescere un figlio ... NOSTRO figlio!

La realtà è cambiata, la mente produce velocemente e senza sosta pensieri nuovi: appaiono proiezioni a breve, medio e lungo termine, il nostro cuore esplode d'amore ... e ci sono momenti in cui non ci riconosciamo... perché, effettivamente, siamo improvvisamente diversi! Mai prima d'ora avevamo sentito sulla pelle la sensazione di dovere e volere andare più in là dell'egocentrismo.

È ora di cambiare, di accompagnare armoniosamente ogni nuovo movimento e di costruire delicatamente.

Non perdiamoci di vista ... smettiamola di cercare riflessi magici e di annegare il legame di coppia nei desideri ... il resto lo farà la natura che, saggiamente, ci darà parecchi mesi per assimilare il colpo!

 

bullet

Clicca qui per leggere gli altri articoli della sezione Le storie che mi racconto,
Di Alejandra Daguerre.

_____________________________________

*Alejandra Daguerre è nata a Buenos Aires, dove vive e lavora. Laureatasi in Psicologia nel 1990 all’Università del Salvador nella capitale argentina, ha dapprima lavorato nella Fondazione Argentina per la Lotta contro il Mal di Chagas, nel dipartimento di Psicologia, poi per tre anni presso il Ministero del Lavoro e della Sicurezza sociale (interviste di preselezione, programmi di reinserimento lavorativo e tecniche di selezione del personale), poi dal 1994 al 1999 nella selezione del personale per l’Università di Buenos Aires.

Dal 2003 al 2009 ha lavorato presso l’Istituto di Estetica e Riabilitazione Fisica “Fisiocorp”, dipartimento di Psicologia, nel trattamento psicologico di pazienti con malattie croniche e pazienti in riabilitazione fisica a lungo termine. Dal 1991 opera in attività libero-professionale nel campo della psicologia clínica, per adolescenti e adulti, con metodiche di psicoanalisi e con ricorso all’arte-terapia e terapia occupazionale, utilizzando l'arte come elemento di catarsi terapeutica.



**Laura Barral è nata il 3 febbraio 1988.

Ha studiato Disegno in Comunicazione Visiva presso l'Università Nazionale di La Plata in Argentina.

Attualmente è socio-proprietario dello studio Decote Design (www.decotedesign.com.ar), che realizza progetti di identità corporativa, disegno di logotipi, stampa, vinili e web design.

Nel 2010 ha vinto il concorso della Camera di Commercio di Tornquist (Provincia di Buenos Aires)..

 

 

(alejandra daguerre / laura barral / puntodincontro)

 

***

Laura Barral. "La supremacía de la panza". © 2012.
Haz clic aquí para descargar el PDF en alta resolución (458 kb).

 

15 de septiembre de 2012 - Cuando hablamos del primer embarazo generalmente lo hacemos desde el punto de vista “simpático”. Si bien en la gran mayoría de los casos se trata de un hecho sumamente deseado y consagratorio de la vida en pareja; también nos da mucho pudor despejar otras cuestiones ya sea porque no estarían bien vistas, o bien porque no son del todo aceptables (ni para nosotros mismos como gente adulta, ni para nuestro entorno).

Lo cierto es que estas “antipatías” están presentes en igual proporción en el proceso de transformación de una pareja (un par) en una familia (de tres integrantes). Lo que hasta ahora era una “unidad indisoluble” TÚ y YO, ahora se transformó en YO-TÚ y ÉL.

Para las mujeres se abre un mundo de ilusiones: ser mujer, ser madre, tener un hijo del hombre que amamos, cumplir con las fantasías (propias y familiares) que vienen de larga data…quiero, QUIERO y QUIERO MÁS!

A partir de ahora para la hembra importa nada más que su cría, todo lo demás es accesorio…y cuando digo todo lo demás, incluye también a la pareja!

Para los hombres se abre un mundo de temores: ser padre…ser padre??? Sí, me encanta la idea, pero así los dos solos también estamos bien!

Creo que desde niños los varones no sueñan con ser padres, sueñan con realizarse laboral o profesionalmente, con ser exitosos. Será esto un obstáculo? El macho desde ahora se concentrará en buscar el sustento.

Y en este marco de pareja avanza el embarazo, y obviamente rompe con la hegemonía actual, y nos altera, nos lleva sin escalas del amor al temor, de la libertad a la atadura, del deseo de soledad a la añoranza de descendencia, del recibir al dar…

El cuerpo de esa mujer que hasta hace muy pocos días era ardiente como el fuego, ahora es una usina, una fuente generadora de vida que infunde distancia y respeto. La panza se impone en la escena de la pareja, y tiene una feroz presencia…

Nuestra energía femenina salió de la sexualidad y ahora está concentrada en otras cuestiones. Disfrutando de una plenitud atípica nos sentimos “completas”, estamos ensimismadas, y cautivas de la danza hormonal; y en esa esfera nos animamos a pronunciar frases como: “vos no lo ves, pero yo lo siento!”

Nuestra pareja queda perpleja, hace un par de días que navega en mares tormentosos (Puntualmente desde el preciso momento del test de embarazo), solo recibe actitudes mimosas, casi infantiles, a veces habladas con lenguaje de bebé; y un enfriamiento brusco en la comunicación sexual.

El hombre ya se siente desplazado, (desechado) y esto acaba de empezar. Serán las nueve lunas así? Será esto la maravillosa sensación de ser padres?

Éramos dos adultos…éramos dos enamorados de la vida disponiendo de nuestro ser, compartiendo nuestras sensaciones, dándonos placer, atentos a nuestros tiempos; y ahora tendremos la enorme responsabilidad de velar por un hijo… y ¡NUESTRO!

La realidad ha mutado; la cabeza teje veloz e incansablemente cada nuevo pensamiento; aparecen proyecciones a corto, mediano y largo plazo; nuestro corazón explota de inmenso amor…y por momentos nos sentimos desconocidos…”porque estamos desconocidos”! nunca antes habíamos sentido en la piel la noción de trascender al propio egocentrismo.

Son tiempos de cambio.

Acompañemos con armonía cada nuevo movimiento. Ensamblemos suavemente. No nos perdamos de vista…no busquemos reflejos mágicos ni ahoguemos el vinculo de pareja entre antojos…el resto lo hará la propia naturaleza que es sabia, y nos regalará varios meses para asimilar el cimbronazo!

 

bullet

Haz clic aquí para leer los otros artículos de la sección "Los cuentos que yo me cuento"
De Alejandra Daguerre.

_____________________________________

*Alejandra Daguerre Nació en Buenos Aires, donde vive y trabaja. Se graduó en Psicología en 1990 en la Universidad del Salvador de Ciudad de Buenos Aires (Argentina).

Trabajó en la Fundación Argentina de Lucha contra el Mal de Chagas, en el Departamento de Psicología y durante tres años en el Ministerio del Trabajo y Seguridad Social (entrevistas de preselección, programas de reinserción laboral y selección del personal), Desde 1994 hasta 1999 se desempeño en el Departamento de Graduados de la Universidad de Buenos Aires, en areas de RRHH y Capacitación.

De 2003 a 2009 trabajó en el Instituto de Estética y Rehabilitación Física "Fisiocorp", en el tratamiento psicológico de pacientes con enfermedades crónicas y en pacientes de rehabilitación física a largo plazo. Desde 1991 trabaja por cuenta propia en el campo de la psicología clínica para adolescentes y adultos, con métodos psicoanalíticos, y de arte-terapia.



**Laura Barral nació el 3 de Febrero de 1988.

Diseñadora en Comunicación Visual de la Universidad Nacional de La Plata en Argentina.

Actualmente es socio-propietaria del estudio de diseño Decote Design (www.decotedesign.com.ar), donde realiza trabajos de identidad corporativa, diseño de logotipo, print, vinilos, corpóreos y diseño web.

En 2010 se consagró como ganadora del concurso de la cámara de comercio de la Ciudad de Tornquist (Provincia de Buenos Aires).

 

 

(alejandra daguerre / laura barral / puntodincontro)