Laura Barral. Ecologia della psiche. © 2012.
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18 novembre 2012 - Esiste un consenso generale —dovuto in parte al grande contributo delle campagne di sensibilizzazione— sulla necessità di proteggere il nostro pianeta, con iniziative che comprendono coscienza ecologica per quanto riguarda l’uso delle risorse e il loro riciclaggio.

Siamo, inoltre, quasi tutti d'accordo ad imparare a classificare i rifiuti e a non gettarli indiscriminatamente in luoghi dove rimarranno migliaia di anni inquinando e causando gravi danni e perturbazioni costanti, non solo all’interno del recinto della discarica, ma all’ambiente in generale.

L’idea su cui si basa il concetto di riciclaggio è la raccolta degli scarti per trasformarli in materiali riutilizzabili, il che non solo consente di risparmiare energia, ma aiuta a conservare le risorse naturali e a ridurre il volume di rifiuti, favorendo così la tutela dell'ambiente.

 

Anibal Troilo interpreta Le lamentele del bandoneón con la sua orchestra in un programma del 1970,
El tango del millón, sul Canale 11 (Teleonce) di Buenos Aires.

 

Questa informazione basica spazzatura - consapevolezza del danno – cambio di tendenza – riciclaggio mi hanno fatto pensare in parallelo: ci comportiamo ecologicamente dal punto di vista emozionale? Stiamo altrettanto attenti alla nostra psiche?

Sembra che, anche se abbiamo imparato a non gettare rifiuti ovunque, continuiamo a farlo con le nostre lamentele (simbolicamente la nostra "immondizia psichica"), senza dimensionare l'effetto inquinante che ci provocano a livello emotivo e, quindi, nei nostri rapporti.

Sebbene non sia giusto sopprimerli o considerarli poco importanti, i nostri reclami —come la nostra spazzatura— sono sentimenti che possono essere processati, e quindi riciclati alla perfezione.

Il dolore, il risentimento, il rammarico, il malcontento, la rabbia, la frustrazione, i comportamenti collerici, l’eccessiva passività, ecc. fanno parte delle sostanze presenti nelle nostre lamentele, rendendole estremamente tossiche per il nostro mondo emozionale se ce ne disfiamo come una semplice catarsi [1], per vittimizzarci davanti a noi stessi e ai nostri ambiti più intimi —in un percorso in cui si parla, ma non si ascolta— rendendo completamente impotenti le persone che ci amano di più.

Ma anche le lamentele possono essere riciclate se riusciamo a modificarle, diminuendo il loro grado di vittimismo e prendendoci la responsabilità di assumere un certo controllo sulle nostre vite. Il riciclaggio dipende, perció, dal nostro impegno!

Il percorso terapeutico non offre miracoli né ricette magiche, ma uno spazio per analizzare le radici del reclamo in modo da poterlo riciclare; non è questo, però, l'unico metodo disponibile: esistono molti altri ambiti dove queste espressioni della nostra vita emozionale possono essere studiate per facilitarne la trasformazione in atteggiamenti riutilizzabili.

Sforziamoci quindi di risparmiare energia psichica, sfruttare al massimo le nostre risorse e valorizzare i nostri vantaggi proteggendo così le nostre relazioni personali.

Anche il riciclaggio delle lamentele fa parte delle iniziative che mirano alla protezione del nostro pianeta, iniziando —com'è giusto che sia— da noi stessi.

Mi accompagni? Tanto per cominciare, smetterò di lamentarmi della stanchezza di tutti i giorni, e lo farò ballando al ritmo del 2x4​​, con alcuni passi del tango immortale del maestro Juan de Dios Filiberto... perché —qui a Buenos Aires— perfino il bandoneón si lamenta! [2]

 

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[1] In psicoanalisi, la catarsi è il processo di liberazione da esperienze traumatizzanti o da situazioni conflittuali, ottenuto col far riaffiorare alla coscienza dell’individuo gli eventi responsabili, rimuovendoli dal subconscio.

[2] Il bandoneón —che prende il nome dal suo inventore, il musicista tedesco Heinrich Band (1821-1860)— è uno strumento musicale con mantice, come la fisarmonica. È fondamentale negli arrangiamenti delle orchestre di tango argentine. In particolare, un tango del grande maestro Juan de Dios Filiberto, scritto e pubblicato nel 1918, si intitola precisamente Le lamentele del bandoneón.

 

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Di Alejandra Daguerre.

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*Alejandra Daguerre è nata a Buenos Aires, dove vive e lavora. Laureatasi in Psicologia nel 1990 all’Università del Salvador nella capitale argentina, ha dapprima lavorato nella Fondazione Argentina per la Lotta contro il Mal di Chagas, nel dipartimento di Psicologia, poi per tre anni presso il Ministero del Lavoro e della Sicurezza sociale (interviste di preselezione, programmi di reinserimento lavorativo e tecniche di selezione del personale), poi dal 1994 al 1999 nella selezione del personale per l’Università di Buenos Aires.

Dal 2003 al 2009 ha lavorato presso l’Istituto di Estetica e Riabilitazione Fisica “Fisiocorp”, dipartimento di Psicologia, nel trattamento psicologico di pazienti con malattie croniche e pazienti in riabilitazione fisica a lungo termine. Dal 1991 opera in attività libero-professionale nel campo della psicologia clínica, per adolescenti e adulti, con metodiche di psicoanalisi e con ricorso all’arte-terapia e terapia occupazionale, utilizzando l'arte come elemento di catarsi terapeutica.



**Laura Barral è nata il 3 febbraio 1988.

Ha studiato Disegno in Comunicazione Visiva presso l'Università Nazionale di La Plata in Argentina.

Attualmente è socio-proprietario dello studio Decote Design (www.decotedesign.com.ar), che realizza progetti di identità corporativa, disegno di logotipi, stampa, vinili e web design.

Nel 2010 ha vinto il concorso della Camera di Commercio di Tornquist (Provincia di Buenos Aires)..

 

 

(alejandra daguerre / puntodincontro)

 

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Laura Barral. Ecología psíquica. © 2012.
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18 de noviembre de 2012 - Por lo general y con el gran aporte de las campañas de concientización, todos estamos de acuerdo en cuidar nuestro planeta, incluyendo en nuestro accionar conductas ecológicas de cuidado de los recursos y reciclaje.

También la gran mayoría de nosotros, estamos de acuerdo en aprender a clasificar la basura y a no arrojarla indiscriminadamente en lugares donde quedarán miles de años contaminando el medio ambiente, originando graves perjuicios y trayendo una alteración constante no solo a ese sector acotado, sino a todo el entorno.

 

Anibal Troilo interpreta Quejas de bandoneón con su orquesta, en un programa de 1970,
El tango del millón, en Canal 11 Teleonce de Buenos Aires.

 

El concepto de reciclaje, nos lleva a una nueva visión donde los materiales de desperdicio son recolectados y transformados en nuevos materiales que pueden ser reutilizados; cuyo propósito no solo ahorra energía, sino contribuye a la conservación de los recursos naturales, a disminuir del volumen de residuos que hay que eliminar, y a la consecuente protección del medio ambiente.

Estos simples datos basura – conciencia del daño – cambio de pauta - reciclado me llevaron a pensar en paralelo: ¿Tenemos conducta ecológica emocional? ¿Seremos tan cuidadosos con nuestro psiquismo?

Parece que si bien somos conscientes de no arrojar la basura en cualquier parte; sí arrojamos nuestras quejas (simbólicamente nuestra “basura psíquica”) sin dimensionar el efecto contaminante que causan en nuestro ámbito emocional, y por consiguiente en nuestros vínculos.

Si bien no se trata de invalidarla, ni reprimirla; la queja al igual que nuestra basura es una emoción susceptible de ser procesada, por lo tanto puede ser perfectamente reciclada!

Dolor, resentimiento, pena, descontento, enojo, frustración, conductas coléricas, exceso de pasividad, etc forman parte del material con el que están rellenas nuestras quejas; es decir son altamente toxicas para nuestro mundo emocional si solo estamos dispuestos a lanzarlas como una simple catarsis [1]; como una manera de victimizarnos frente a nosotros mismos y a nuestro ámbito más intimo, como una manera de hablar pero no escucharnos, como una eficaz forma de impotentizar a los que más nos quieren…

Pero también las quejas son capaces de ser recicladas si pueden ser elaboradas, poniéndonos desde ya en un lugar menos victimizado, y asumiendo la responsabilidad de tomar algo de control sobre nuestra vida. ¡Reciclar supone nuestro compromiso!

El trabajo terapéutico no ofrece milagros ni recetas mágicas, ofrece un espacio para escuchar el trasfondo de la queja y así poder reciclarla; pero obviamente no es el único espacio. Hay muchos otros ámbitos donde podemos abordarla y hacer de ella otro material que pueda ser utilizado nuevamente.

Ahorremos energía psíquica, aprovechemos nuestros propios recursos, potenciemos nuestros dones; protejamos nuestros vínculos…

Reciclar nuestra queja es también hacer algo por el planeta… empezando, como corresponde, por nosotros mismos.

¿Me acompañas? Yo empiezo dejando la queja del cansancio del día, y lo hago bailando al ritmo del 2x4, despuntando unos pasitos del inmortal tango del maestro Juan de Dios Filiberto…porque aquí en Buenos Aires ¡hasta se queja el bandoneón! [2]

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[1] En el psicoanálisis, la catarsis es el proceso de liberación de las experiencias traumáticas o situaciones de conflicto que se obtiene llevando a nivel conciente en los individuos los eventos responsables, eliminándolos así del subconsciente.

[2] El bandoneón —que lleva el nombre de su inventor, el músico alemán Heinrich Band (1821-1860)— es un instrumento musical con fuelle, como el acordeón. Es esencial en los arreglos de las orquestas de tango argentino. En particular, un tango del maestro Juan de Dios Filiberto, escrito y publicado en 1918, se titula precisamente Quejas de bandoneón.

 

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De Alejandra Daguerre.

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*Alejandra Daguerre Nació en Buenos Aires, donde vive y trabaja. Se graduó en Psicología en 1990 en la Universidad del Salvador de Ciudad de Buenos Aires (Argentina).

Trabajó en la Fundación Argentina de Lucha contra el Mal de Chagas, en el Departamento de Psicología y durante tres años en el Ministerio del Trabajo y Seguridad Social (entrevistas de preselección, programas de reinserción laboral y selección del personal), Desde 1994 hasta 1999 se desempeño en el Departamento de Graduados de la Universidad de Buenos Aires, en areas de RRHH y Capacitación.

De 2003 a 2009 trabajó en el Instituto de Estética y Rehabilitación Física "Fisiocorp", en el tratamiento psicológico de pacientes con enfermedades crónicas y en pacientes de rehabilitación física a largo plazo. Desde 1991 trabaja por cuenta propia en el campo de la psicología clínica para adolescentes y adultos, con métodos psicoanalíticos, y de arte-terapia.



**Laura Barral nació el 3 de Febrero de 1988.

Diseñadora en Comunicación Visual de la Universidad Nacional de La Plata en Argentina.

Actualmente es socio-propietaria del estudio de diseño Decote Design (www.decotedesign.com.ar), donde realiza trabajos de identidad corporativa, diseño de logotipo, print, vinilos, corpóreos y diseño web.

En 2010 se consagró como ganadora del concurso de la cámara de comercio de la Ciudad de Tornquist (Provincia de Buenos Aires).

 

 

 

(alejandra daguerre / laura barral / puntodincontro)