“L’Aquila nel mondo”, fatti ed eventi della capitale d’Abruzzo”

Prossima l’uscita d’un libro di Goffredo Palmerini:
le notizie a cavallo del terremoto del 6 aprile 2009 .

Letizia Airos (seconda, da sinistra) con alcuni collaboratori di i-Italy.

Per gentile concessione dell’editore One Group, ecco un’anticipazione della prefazione al volume, curata da Letizia Airos, direttore del portale multimediale www.i-Italy.org  e giornalista di America Oggi, il quotidiano italiano di New York. Per scelta dell'editore, i proventi derivanti dalla vendita del libro saranno destinati all'Istituto Cinematografico dell'Aquila per contribuire al restauro delle pellicole della sua prestigiosa Cineteca danneggiate dal terremoto. L’uscita del volume in libreria è prevista per metà maggio e la presentazione per i primi giorni di giugno.


Copertina del volume.6 maggio 2010. - La notizia della prima scossa del terremoto per me è passata prima di tutto attraverso Facebook, da L’Aquila a New York. Anzi da Roma - L’Aquila verso New York. Un’amica della capitale mi racconta in diretta la scossa, subito dopo cerco di rintracciare un parente che vive in Abruzzo. L’avevo intravisto collegato poco prima. Guardo, mi accorgo che è interrotto… Interrotto.

Ricordo quella notte come se fosse oggi, ho continuato a aspettare diverse ore invano un notiziario Rai che mi aggiornasse. Lo hanno invece fatto le televisioni internazionali e prima di tutto la Rete. E proprio grazie ad Internet, nonostante la distanza, ho sentito quasi fisicamente quelle scosse. In pochi istanti ho ripercorso con la memoria quei luoghi dove mi portava mio padre Nicola.

Ancora oggi, dopo mesi, riferirmi ai quei giorni, e scrivere la prefazione ad un libro intitolato L’AQUILA NEL MONDO – Notizie, fatti ed eventi prima e dopo il terremoto del 6 aprile 2009, non è facile senza lasciarmi andare a pensieri, ricordi. Viene facilmente meno quel distacco che ogni giornalista deve sapersi imporre e, a dire il vero, fa capolino anche un po’ di rabbia.

Ma sono contenta di scrivere queste righe che accompagnano il lavoro del ‘cesellatore’ Palmerini. Gli scritti che l’impagabile conterraneo ha messo insieme sono stati realizzati e raccolti con la pazienza di un antico artigiano. Usando lo scalpello della sua onesta passione per una comunicazione efficace ed immediata ci dona lo spaccato di un Abruzzo vivo, che non hai mai smesso di respirare. L’Aquila “di prima” guarda con tenacia all’Aquila di “dopo” e mantiene agli occhi di chi legge, nonostante la tragedia che l’ha colpita, tutto l’orgoglio di una terra che non si lascia abbattere mai. Neanche dopo un terremoto.

Il filo rosso che unisce gli articoli raccolti da Palmerini è dunque un Abruzzo che respira, un Abruzzo di persone, uomini e soprattutto donne, giovani, luoghi, chiese, eventi, politiche, sport, che di pagina in pagina stupisce ancora di più perché raccontato a cavallo tra diversi continenti.

Ricevo, come tanti miei colleghi nel mondo, i comunicati, le foto, i video, gli articoli e le segnalazioni di Goffredo Palmerini. Arrivano, tutti i giorni o quasi, e li scorro insieme al mio cappuccino del mattino. Sono sempre stimolanti perché raccolgono contributi eterogenei da tutto il mondo, e chi legge ha la possibilità di trovarvi delle angolature tematiche insospettabili. Si fanno delle vere scoperte.

E devo dire che questo è successo ancora di più nel dopo-terremoto, quando molte sono state le segnalazioni che hanno fatto da contraltare ad un’informazione spesso troppo “istituzionale”, che raccontava più i successi del Governo che le difficoltà e conquiste quotidiane delle persone. Negli articoli che il giornalista abruzzese scrive o propone compare invece soprattutto la vita reale. Anche quelli che a prima vista possono sembrare freddi resoconti nascondono dentro di sé storie vere, piccole o grandi che siano.

Dobbiamo molto a Palmerini noi italiani all’estero. Ci permette uno sguardo, anche disincantato, ad un’Italia spesso imperscrutabile. Come un cesellatore appunto, pian piano, consapevole dell’importanza della tecnologia per fare rete ed informare, ha messo su molto più di un network giornalistico. Ha dato voce e fatto passare voci che sarebbero a volte rimaste poco ascoltate. Lo ha fatto e lo fa sempre con discrezione e con la delicatezza di chi sa proporsi senza essere invadente.

E sfogliando le pagine di quest’ultimo contributo in carta ve ne renderete conto. Testate dall’Argentina, Canada, Messico, Perù, Stati Uniti, Sud Africa, Svizzera... grazie a lui hanno raccontato la sua terra e gente nel mondo. Gli argomenti affrontati sono i più vari: dall’emigrazione alla politica, dalla cultura allo sport, visti fuori dall’Italia ed in Italia.

Palmerini racconta e lascia raccontare la realtà con passione e lungimiranza, senza farsi affascinare da certezze, raccoglie contributi diversi, magari anche contraddittori, fa parlare attraverso le più svariate angolature l’emigrazione italiana all’estero e oggi anche quella in Italia. La sua rete collega buona parte delle realtà associative regionali all’estero che conosce molto bene.

Ed è grazie a questo rapporto con le associazioni, ed in particolare con l’ANFE (Associazione Nazionale Famiglie Emigrati), che ho avuto l’opportunità di incontrarlo personalmente un anno fa a Palermo. Era una duegiorni sul rilancio del ruolo delle associazioni italiane ed ero stata chiamata a coordinare i lavori in qualità di direttore del settimanale multimediale telematico che dirigo a New York, www.i-Italy.org.

La domanda a cui si è cercato di dare una risposta era: “Quali politiche innovative mettere in campo per rilanciare il ruolo dell’associazionismo, perché sia in grado d’innovarsi verso i giovani e contribuire alla ricostruzione della continuità culturale ed a custodire la ricchezza della propria storia?”.

Parlarne a lungo con Goffredo per me è stato importante, ho apprezzato subito la sua apertura verso tutto ciò che è nuovo e soprattutto il desiderio di rischiare, senza ancore nel passato. Quei sessanta milioni d’italiani dislocati sui cinque continenti, che rappresentano l'Italia all'estero e che ancora oggi attendono di essere riconosciuti ed ottenere finalmente il giusto peso, necessitano anche di un po’ di autocritica. Ed è chiaro che la spinta debba venire soprattutto dalle nuove generazioni che invece spesso vengono ancora arginate, se non marginalizzate.

Da questo punto di vista c’è da lavorare molto sul linguaggio e sui mezzi di comunicazione, utilizzando le nuove tecnologie e tutti gli strumenti che la rete consente. Questo è l’intento della testata che dirigo, e con Palmerini su questo terreno si è creata subito una simbiosi.

A lui in fondo dobbiamo, e da tempi insospettabili, l’intuizione di tutto questo e alle sue semplici email, con cui è riuscito a far comunicare Germania e Repubblica Dominicana, Australia e Canada, Stati Uniti e Argentina e Brasile … creando insospettabili link, connessioni vive in un percorso interattivo che ha attraversato i continenti.

Potrei definire Palmerini non un semplice giornalista italiano, ma un capo-redattore italico “glocale” come direbbe l’intellettuale, politico ed imprenditore Piero Bassetti. Per il modo in cui riesce ad unire e comunicare gli avvenimenti locali con quelli lontani che hanno per protagonisti emigrati dall'Abruzzo o loro discendenti.

Questo è il Goffredo Palmerini giornalista; ma lo stesso avviene quando diventa editor, cesellatore come dicevo, che espande a macchia d’olio i confini del suo, nostro Abruzzo. Ed è certo evidente, in questo suo modo di comunicare, un approccio ‘politico’ derivante probabilmente dalle sue intense attività anche in questo campo.

Ma torniamo all’Abruzzo che lui racconta in questo libro e alla sua Aquila operosa, prima e dopo. Sono stati e sono ancora momenti difficili. I titoli degli articoli parlano chiaro e conducono il lettore per mano, di mese in mese. Eccone alcuni: L’Aquila risorgerà, il terremoto non la doma; Con il G8, per tre giorni L’Aquila capitale del mondo; Un successo i lavori del G8, L’Aquila commuove il mondo;…

Affiancati a quelli pre-terremoto In Bolivia un’emigrazione abruzzese tutta speciale; Gaetano Bafile, una vita per il giornalismo; L’Aquila città degli studi per giovani oriundi da tutto il mondo; Donne abruzzesi nel mondo, zoom sull’emigrazione al femminile; … danno la certezza di un’interruzione che è durata solo il tempo di riprendere fiato per guardare al futuro costruendo sulla propria storia.

Sono testimonianze che raccontano di una vitalità e di una caparbietà unica. Lasciamoci andare quindi, abruzzesi e non, ad una lettura che ripercorre il passato ma che vive di presente, con storie vere che hanno come protagonisti uomini e donne veri. Storie che vivono nel loro essere appena passate.

Continuerò a seguire Palmerini da New York, felice di essere nella sua rete, per vivere il presente, ma anche per rivivere il ricordo della terra di mio padre che ho ritrovato, per esempio, in un articolo che citava lo statista Lorenzo Natali, incontrato quando ero bambina. In quelle lunghe e bellissime vacanze estive sulla spiaggia di Vasto.

 

Letizia Airos

letizia.airos@gmail.com

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