19
marzo 2009. -
Spumeggiante l’inizio di stagione della Dante dell’Aquila, in tutti i sensi.
Ci sta proprio bene. Tra l’altro, il 2009 segna il 120° anniversario della
Società, istituzione culturale fondata nel 1889 da un gruppo d’intellettuali
guidati da Giosuè Carducci, da sempre tra le più prestigiose nella
promozione e diffusione della lingua italiana nel mondo attraverso le sue
centouno sedi in Italia e ben oltre quattrocento all’estero. Evento tutto
speciale, dunque, quello promosso dal Comitato aquilano. Ricostituita un
decennio fa dopo un periodo d’inattività grazie a Bruno Sabatini, medico
scrittore poeta e pittore, la Dante aquilana ha preso poi il largo con una
notevole fioritura di attività di grande rilievo culturale sotto la
presidenza di Liliana Biondi, docente insigne nell’ateneo del capoluogo
abruzzese. Dunque, questa iniziativa inaugurale della stagione s’incastona
degnamente nella sua migliore tradizione. Non casuale la data, il 12 marzo,
giorno di nascita di Gabriele D’Annunzio. Non indifferente l’anno, lungo il
quale dal 2008 si stanno dispiegando diverse iniziative di rilievo per
celebrare il 150° anniversario della nascita di Eleonora Duse e settantanni
dalla morte del Vate. All’Aquila, per l’appunto, con un evento e con
un’interprete d’eccezione, Daniela Musini, che delle due somme figure, l’una
del teatro l’altra della letteratura italiana, è appassionata studiosa e
sensibile interprete. Sicché anche per L’Aquila, città di colta tradizione
drammatica, il giorno giusto è arrivato per la presentazione del volume “Mia
Divina Eleonora”, pièce teatrale in due atti di Daniela Musini scritta nel
2003, più volte premiata - Premio Garcia Lorca di Torino, Coppa Sarah
Ferrati 2008 per Autori di teatro, targa di bronzo al Premio Firenze - e di
recente pubblicata per i tipi dell’Editore Ianieri di Pescara.
Qualificato ed attento il pubblico presente nella Sala delle Assemblee della Carispaq. La presidente della Dante, Liliana Biondi, inquadrato l’evento nel contesto delle richiamate celebrazioni, non ha mancato di sottolineare cosa abbiano rappresentato Eleonora Duse nella storia del teatro e Gabriele D’Annunzio nella storia della letteratura. “Con un’attenta ricerca di documenti - ha affermato Liliana Biondi commentando il testo teatrale - con sensibilità d’animo affine a quello della mitica artista, Daniela Musini ambienta il dramma in una stanza d’albergo di Pittsburgh, negli Usa, il giorno stesso della morte della Duse (il 21 aprile 1924), e ripercorre vicende, personaggi e persone che hanno segnato la vita umana e artistica dell’attrice, tra cui Arrigo Boito, Sarah Bernhardt e Gabriele D’Annunzio. Proprio quest’ultimo, nel dedicarle un esemplare delle sue Elegie romane, scrisse “Alla divina Eleonora Duse”. Affine, per ambientazione, all’Eleonora Duse di Mario Fratti, del 1967, tradotta dall’inglese nel 2007 da Emanuela Medoro a cura della Presidenza della Provincia dell’Aquila, Mia Divina Eleonora di Daniela Musini si caratterizza per la sensibilità della lettura, tutta femminile, dell’animo della Duse (il colloquio si svolge infatti tra la Duse e la fedele Madeleine), incline ai sentimenti e alla memoria”.
Da sinistra, Daniela
Musini, Flavia Stara e
Liliana Biondi (foto Franco Soldani)
Dopo
l’introduzione della Biondi, la presentazione del volume “Mia Divina
Eleonora” è stata curata con dovizia d’argomenti filologici, storici,
artistici e letterari da Flavia Stara, docente di Filosofia dell’Educazione
all’Università di Macerata e socia della Dante del capoluogo abruzzese.
Studi accademici in Pedagogia presso l’ateneo aquilano, laurea nel 1987,
Flavia Stara ha poi conseguito due master negli Stati Uniti, dapprima al
Boston College quindi all’Harvard University, in Lingue e Letterature
Romanze. Ordinaria in discipline filosofiche, per la sua formazione la prof.
Stara naviga con elegante padronanza nel mare delle letterature europee e
degli Autori che le hanno maggiormente connotate. Ricca di riferimenti
biografici e d’argomenti psicologici la sua comunicazione su Eleonora Duse,
sulla traccia della voce dell’artista nei dialoghi della bella pièce della
Musini, e quindi sulla vicenda umana, artistica e storica della più grande
musa del teatro, attraverso la sua profonda e tormentata relazione
sentimentale con Gabriele D’Annunzio. Davvero galeotto il libro della Musini,
consentendoci di compiere un singolare viaggio dell’anima nella storia
d’amore tra due personalità rilevanti dell’arte drammatica e della
letteratura italiana, alimentatesi reciprocamente fino a raggiungere, l’una
sulle scene l’altro nelle opere letterarie - romanzi, liriche e drammi -
vette d’espressione senza pari. “Senza l’apporto della sua anima e della sua
arte - scrive Daniela Musini nella nota introduttiva al volume - i
capolavori teatrali dell’Imaginifico non sarebbero mai stati creati dalla
sua pur fervida e versatile penna”. Lo ha confermato Flavia Stara,
sottolineando come quello della Duse per D’Annunzio fosse veramente un
grande amore, mai finito anche dopo la fine della relazione, durata otto
anni dal 1896 al 1904. Altrettanto grande per il Vate, quell’amore, anche se
vissuto a modo suo. Ne è d’altronde custode e testimone il Vittoriale a
Gardone Riviera, dove D’Annunzio espose i ritratti di due sole donne: sua
madre ed appunto Eleonora. Un testo teatrale ben scritto ed avvincente “Mia
Divina Eleonora”. Vi si avverte, a parere di Flavia Stara, tutta la
vicinanza spirituale dell’autrice alla Duse. Nell’opera della Musini,
l’esteta D’Annunzio diventa un avventuriero. Egli che è mito, coltiva il
mito e si esprime nella pièce con tutto il sapore decadente possibile,
“mentre la Duse vive i suoi sentimenti d’amore con una sete di speranza
assoluta, oppure di assoluta disperazione”.
Fin qui la presentazione. E già sarebbe bastato per una grande serata. Ma Daniela Musini non sarebbe stata se stessa, senza una sua performance. Donna dal “multiforme ingegno” avrebbe detto Omero, che si supera sempre e continuamente sperimenta, ella va oltre la scrittrice, la studiosa, la musicista, l’attrice, fino a diventare l’interprete sensibile, palpitante, sensuale, raffinata e vitale dei suoi personaggi. In questo caso di Gabriele D’Annunzio, con cui condivide l’Abruzzo come terra natale - Daniela Musini è nata a Roseto degli Abruzzi e vive a Pescara - con un’affezione profonda per la vita, le opere e l’estro straordinario del più fecondo scrittore del Novecento. Ecco dunque esprimersi l’interprete, un pianoforte che suona musiche di Debussy e Chopin in sottofondo, e Daniela Musini declamare versi dannunziani tratti dal suo “Omaggio all’Imaginifico”, uno spettacolo recital-concerto portato in giro per il mondo. Freme, la Musini, mentre recita le liriche dannunziane “Sera fiesolana”, e poi “L’onda”, poesia poco nota ma così ricca d’innovazioni linguistiche e d’acrobazie onomatopeiche così tipiche del Vate, quindi il capolavoro poetico “La pioggia nel pineto”. Palpita, la Musini, esprimendo con appassionato sentimento il senso più profondo della poetica dannunziana, vibrante e soffusa la voce dell’attrice mentre dispiega tutti i registri delle emozioni. Bella ed elegante, ammalia il pubblico, lo conquista con un’interpretazione che valica il virtuosismo e si conficca nell’anima. Una vera apoteosi di bravura, che si scioglie liberandosi in applausi scroscianti. Davvero una grande artista, Daniela Musini. Non si ferma all’epidermide la sua recitazione, muove con grazia ed intensità le corde più remote dell’anima. Una bella performance. Si sente che per lei D’Annunzio non è solo la scaturigine dei versi che declama, ma è l’essenza stessa del Poeta presente che palpita attraverso la sua voce. Una specie di metempsicosi, o qualcosa di assai prossimo.
Due lauree, in Lingue e Letterature straniere e in Lettere Moderne, musicista diplomata in pianoforte, alla verve creativa di scrittrice (I cento piaceri di D’Annunzio - Lucrezia Borgia. Misteri, intrighi e delitti) e di autrice teatrale (cinque i suoi testi per il teatro), Daniela Musini associa un formidabile talento d’attrice, anzi di interprete di rara sensibilità. Il tema della donna è quello che più l’intriga, anche nella sua attività in incontri e conferenze sulla poesia al femminile. Come pure sulla seduzione, con le donne più importanti nella storia: Cleopatra, Messalina, Lucrezia Borgia, Madame de Pompadour e Mata Hari, per citarne alcune. Attualmente sta appunto scrivendo una biografia di Messalina. “Self made woman”, Daniela Musini cura direttamente la programmazione, in Italia ed all’estero, dei propri recital e degli spettacoli teatrali. Con tre di essi sta girando il mondo: “Omaggio a l’Imaginifico”, dove l’attrice declama suggestivi brani tratti dalle più belle opere del Vate; “Amori e fulgori di Gabriele D’Annunzio”, in cui dà corpo e voce a sette donne, le più amate dal Poeta; infine “Gabriele ed Eleonora. Una passione scarlatta”, lacerti dell’appassionata e tormentata relazione dello scrittore, drammaturgo e poeta con la Duse, la più grande attrice teatrale di tutti i tempi.
Daniela Musini
Queste
sue tre produzioni Daniela Musini ha portato all’estero, negli Istituti
italiani di Cultura di Istanbul, Berlino, Ankara, Kyoto, Varsavia, Colonia,
L’Avana e Lione, con grandi successi di pubblico e critica. Prossime altre
missioni culturali a San Pietroburgo, Amman, Lisbona e Seul. Poi di nuovo in
Polonia, in occasione del 160° anniversario della morte di Chopin. A maggio
Daniela Musini sarà di nuovo a L’Avana per un recital-concerto al Gran
Teatro della capitale cubana, su invito del Ministero della Cultura d’intesa
con l'Ambasciata italiana nello Stato caraibico che già lo scorso novembre
volle l’artista per la Settimana della Cultura italiana. In occasione del
suo prossimo recital all’Avana sarà apposta una targa commemorativa che
ricorda il trionfo artistico di Eleonora Duse proprio in quel teatro, con
"La città morta" di D'Annunzio, durante la sua ultima tournée, nel 1924. Per
celebrare l’evento, la Musini porterà a Cuba il recital-concerto “Gabriele
ed Eleonora. Una passione scarlatta”, e reciterà in spagnolo. Tra i
riconoscimenti tributati a Daniela Musini si citano il Premio Internazionale
“Donna dell'anno 2008 per la Cultura”, a lei consegnato l’anno scorso a
Lugano dall'Associazione Internazionale Universum, ed il Premio
Internazionale “Adelaide Ristori”, conferitole per particolari meriti
artistici e culturali in Campidoglio, a Roma. Dunque un’artista poliedrica e
versatile, Daniela Musini, che porta nel mondo la cultura italiana
attraverso la vita e le opere di Gabriele D’Annunzio, i suoi amori ed i suoi
personaggi. Non mancando d’annotare, con orgoglio tutto abruzzese, che dopo
Dante Alighieri è proprio Gabriele D’Annunzio lo scrittore più conosciuto
all’estero. E del Vate lei è ormai la Musa più acclamata.