L'Aquila, primi passi di ripresa

Di Emanuela Medoro.

 

L'Aquila, Bar Nurzia, domenica 27 dicembre 2009, ore 12,15.

Sto al banco e chiedo un cappuccino, giusto per tirare su il morale, non proprio alle stelle. Scambio due parole con l'uomo dietro il bancone:

Cliente: Vedo qualche crepa su per le mura. 

L'uomo dietro il bancone: Ah sì, beh, ma ora chiudo per  una ventina  di giorni e lo faccio rifare da una ditta di fuori, perche' quelli di fuori sì che sono bravi. 

Cliente: Quelli di fuori possono essere pericolosi. 

L'uomo dietro bancone: I nostri sono pericolosi non quelli, non lo vedi come sta  ridotto “èsso fori”. 

Cliente: Se il 50% e passa delle case sta in piedi pienamente agibile significa che i nostri sono bravi. 

L'uomo dietro il bancone:  No, non sono bravi, lo faccio rifare da quelli di fuori. 

Cliente: Se lei dice questo dei nostri costruttori, ingegneri, impresari e maestranze varie, autorizza noi a dire la stessa cosa del suo torrone.

 

Dialogo integrale ed autentico al 100%.

 

***

 

Il signore dietro il bancone può credere, fare e pensare quello che vuole, però mi pare che l'apprezzamento eccessivo per gli estranei, per quelli di fuori, quando non è necessario,  è una delle forme più becere del provincialismo ottuso. Proprio brutto sentire dire quelle cose nel bar simbolo dell' aquilanità tradizionale. Più intelligente Ju Boss, il quale ci ha tenuto a dire che il suo locale, l'enoteca di Piazza Regina Margherita, bellissimo, è stato rifatto da maestranze specializzate interamente aquilane, e se ne è fatto vanto. Signore del torrone, sappia che siamo bravissimi costruttori pure noi. Gente delle nostre terre ha costruito e tirato su con le proprie mani interi quartieri di Roma ed i grattacieli di New York e  Toronto.  Provi a pensarci su un po': è proprio vero che non sappiamo tappare due crepe  nel suo  locale?

 

II

 

L'inaugurazione della sede provvisoria del conservatorio  “Casella” e la messa di mezzanotte della vigilia di Natale celebrata nella basilica di Collemaggio segnano due tappe memorabili per l'inizio del cammino di rinascita della città ferita, gravemente ma non a morte. In ambedue le cerimonie presente Guido Bertolaso, capo della protezione civile, e tutte le autorità locali,sindaco, presidenti della regione e della provincia etc. etc., televisioni e giornali. Per il conservatorio era presente Riccardo Muti che ha voluto testimoniare con la sua presenza stima per l'operato del passato e fiducia nella presenza futura dell' Aquila nel mondo della musica.

La cerimonia del conservatorio ha avuto inizio con una fanfara di allegri squilli di trombe, ed allora le lacrime bloccate in un groppo in gola da strozzare, finalmente sono sgorgate rasserenanti  a segnare la speranza di riavere, almeno in parte, quello che avevamo. 

L'istituto alberghiero offriva un pasto, i ragazzi suonavano, insomma per l'occasione si è messo su un bel pasto musicale per il benessere del corpo e dello spirito. “Ora andiamo a mangiare ed a bere e domani si rincomincia”, il direttore del conservatorio ha concluso così il suo messaggio ai musicisti, studenti e popolazione della città. Si rincomincia in una sede tirata su in quaranta giorni: 45 aule insonorizzate, di varia grandezza, adatte a lezioni ed esercitazioni singole o di piccoli gruppi, aule e spazi grandi per attività  di orchestre.

Il manifesto ufficiale parla di sede “provvisoria”. C'è da chiedersi: provvisorio, quanto tempo significa? Da poco tempo il conservatorio era stato sistemato nei locali dell'ex convento attiguo alla Basilica di Collemaggio, una sede di prestigio storico, oggetto di attenzione ed ammirazione di musicisti provenienti da tutto il mondo. L'annuncio della realizzazione di un nuovo auditorium su progetto dell'artista giapponese Shigeru Ban nelle immediate vicinanze della attuale sede del conservatorio rende la realtà della musica a  L'Aquila ancora più incisiva e ricca di prospettive per il futuro.

Un'opera d'arte architettonica  renderà sì la città più attraente, ma non sia mai che per questo si impoverisca di quello che c'era. Il vecchio auditorium, situato in uno dei bastioni del Forte Spagnolo, armonioso nelle sue proporzioni forti e raffinate, vissuto e frequentato con passione da decenni, ha dato tante ore di gioia agli aquilani  come poche altre realtà della città. Gravemente danneggiato questo deve rinascere, se non per noi, per i nostri figli. 

Per  la notte di Natale nella Basilica di  Collemaggio, c'è da segnalare la presenza alla celebrazione di tanti vigili del fuoco e tecnici della protezione civile che hanno ricevuto una ovazione in piedi interminabile per il lavoro che ha reso agibile la Basilica per la notte di Natale. Spicca nella  mia mente l'immagine del piazzale antistante la basilica, la riproduzione   della facciata in plexiglas, così come era, illuminata a giorno. A metà del piazzale, su ciascun lato due abeti illuminati con i classici colori natalizi.

Nell' interno, tutte le colonne avvolte  con stringhe gialle, una specie di fasciatura per un braccio fratturato,  impalcature di ferro negli archi fra le colonne, a sorreggere in equilibrio il peso della basilica, vicino l'altare poi, un vuoto...il presepio messo sulla base di una delle colonne crollate, base che ho toccato in modo lieve ed esitante come si accarezza una persona cara gravemente ammalata. Alzando lo sguardo, si vedono le mura diroccate, come tagliate da un coltellaccio furioso, e tanto, tanto ferro a segnare lo spazio interno, liberato delle macerie della copertura originale crollata a terra.

Lo spazio segnato da colonne, archi e ferro, illuminato in modo accecante da fari gialli, arancioni ed anche azzurrini necessari per le tante televisioni avide di spettacoli memorabili, creava una scenografia unica, senza precedenti, di quelle che segnano il tempo con un taglio profondo e netto che scava la memoria ad indicare il prima ed il dopo. Quanto era bella! Tanta gente come me è con molta probabilità fuori tempo massimo per rivederla, ma siamo fiduciosi che possano rivederla nelle sue forma originali un giorno i nostri figli.

 

emedoro@gmail.com