29 dicembre 2008. -
Con la scomparsa di Gaetano Bafile, avvenuta ieri mattina a Caracas,
l’Abruzzo perde uno dei suoi figli migliori. Emigrato in Venezuela dal 1949,
dopo aver contribuito nella Resistenza a liberare l’Abruzzo e l’Italia dal
nazifascismo, portò con sé in quel Paese i valori di giustizia, impegno
civile, solidarietà ed orgoglio dell’italianità, trasfusi tutti nella sua
professione, un Giornalismo con la maiuscola, la sua grande passione. Il
settimanale “La Voce d’Italia”, poi diventato quotidiano, da Lui fondato a
Caracas insieme ad un altro aquilano di vaglia, l’avvocato Attilio Cecchini,
fu dalla nascita non solo un’importante testata per l’informazione dei
nostri connazionali, ma divenne un vero baluardo nella difesa
dell’onorabilità e del valore della gente italiana e dei diritti dei nostri
emigrati in Venezuela, un Paese dove la dittatura di Perez Jimenez ed una
polizia senza regole non andavano tanto per il sottile. Egli, che del
giornale è stato direttore dalla fondazione, con memorabili inchieste
condotte a grave rischio personale in difesa di sette siciliani
“desaparecidos”, ingiustamente accusati e poi assassinati dal regime, mostrò
tutto il suo valore di cronista e di difensore dell’onorabilità dei nostri
emigrati. Quel fatto, poi raccontato in uno dei suoi libri “Inchiesta a
Caracas” ed entrato nella letteratura mondiale con Gabriel Garcia Marquez, è
una testimonianza del suo valore professionale, umano e civile.
Di Gaetano Bafile non sta a me, alla modestia della mia persona, tratteggiare la grandezza. Certo è che l’Abruzzo ha avuto in Lui uno dei più nobili e valorosi epigoni della sua gente oltre confine. Una gente seria, laboriosa, onesta e tenace che, lasciata una regione povera e grama in cerca d’avvenire, ha onorato la terra d’origine ed illustrato degnamente l’Italia in ogni continente. Dell’indole abruzzese Bafile è stata una delle più illustri e qualificate testimonianze. L’Abruzzo intero gliene rende doverosamente merito, apprezzando e ricordando la sua infaticabile e generosa opera professionale e civile, con un sentimento di gratitudine e di cordoglio per la sua scomparsa. L’Aquila, la città capoluogo regionale che lo vide amante della libertà, giornalista brillante, e che l’ha insignito della più alta onorificenza civica, oggi lo ricorda con un generale moto di commozione dell’intera comunità attraverso le parole del suo Sindaco, on. Massimo Cialente, e le iniziative della Municipalità a ricordo del suo “Cittadino Onorario”. Nella difficile congiuntura che l’Abruzzo ha vissuto negli ultimi mesi con vicende di alcuni esponenti della sua classe politica, la figura di Gaetano Bafile diventa ancor più punto di riferimento per l’avvenire. Per riprendere il cammino, per una regione e per gli Abruzzesi che ne hanno diritto e merito per la qualità della sua gente e per la storia dignitosa della sua classe dirigente, sopra tutto testimonianze di vita e d’impegno civile quali quella di Gaetano Bafile - e di tanti altri Abruzzesi all’estero - possono essere d’esempio per il presente e per il futuro. Ai figli Mariza, già parlamentare della Repubblica italiana, e Mauro, ora alla guida della “Voce d’Italia”, giungano per intero i sentimenti di stima e di amicizia dell’intera comunità abruzzese, nel mondo ed in Patria, nella consapevolezza che di tanto Padre sapranno raccogliere la grande eredità morale e civile.
Goffredo Palmerini
gopalmer@hotmail.com – componente del Consiglio Regionale Abruzzesi nel Mondo