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3 dicembre 2019 - Secondo i risultati degli esami effettuati nel 2018 nel contesto del Programma per la valutazione internazionale degli studenti dell'OCSE (PISA), pubblicati poche ore fa, gli studenti del Messico hanno ottenuto l'ultimo posto nella lista dei 36 Paesi membri dell'organizzazione internazionale, mentre gli italiani si sono piazzati 25esimi.

Il test è stato condotto con studenti di 77 nazioni (nella tabella generale, l'Italia è 32ª e il Messico 53º) tra le quali i giovani cinesi dei municipi di Pechino e Shanghai e delle province di Jiangsu e Zhejiang hanno ottenuto il punteggio più alto.

I risultati in Italia sono stati inferiori alla media OCSE in lettura e scienze e in linea con la media in matematica. La prestazione media del Bel Paese è diminuita, dopo il 2012, in lettura e in scienze, mentre si è mantenuta stabile (e al di sopra del livello osservato nel 2003 e 2006) in matematica. Il rendimento in lettura è diminuito in particolare tra le ragazze (ed è rimasto stabile tra i ragazzi). I risultati in scienze sono diminuiti in modo più marcato tra gli studenti con i voti più elevati, in misura simile sia per i ragazzi sia per le ragazze.

Gli studenti messicani hanno ottenuto un punteggio inferiore alla media OCSE in tutte e tre le discipline. Solo l'1% degli studenti di questo Paese latinoamericano ha conseguito prestazioni elevate (livello 5 o 6) in almeno un'area (la media OCSE è del 16%) e il 35% non ha ottenuto il livello minimo di competenza ( livello 2) nelle 3 aree (media OCSE: 13%).

Il problema dell'istruzione e della formazione sembra essere uno dei più preoccupanti e difficili da risolvere a livello mondiale. Nel video che accompagna la presentazione dei risultati del rapporto Pisa 2018, Andreas Schleicher, capo della direzione Istruzione e competenze dell'OCSE, commenta: «Più di 10 milioni di studenti rappresentati nell'ultima valutazione globale Pisa non sono stati in grado di completare nemmeno le attività di lettura più elementari, che richiedono il tipo di abilità che normalmente possiede un bambino di 10 anni di età, e solo uno studente su dieci dell'area OCSE ha potuto distinguere tra fatti e opinioni, sulla base di informazioni implicite, un compito non facile, ma che caratterizza il mondo digitale che ci circonda. Non ci sono stati miglioramenti reali nei risultati di apprendimento dell'ultimo decennio».

(massimo barzizza / puntodincontro.mx)

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