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8 dicembre 2013 - Il progetto di riforma energetica propone modifiche costituzionali che permetterebbero alla parastatale Petróleos Mexicanos (Pemex) di assegnare a società private aree di terreno per l'esplorazione e l'estrazione di idrocarburi, mediante contratti di rischio (contratos de riesgo), di produzione o profitto condiviso. Lo Stato si impegna a pagare una percentuale dell'utile o della produzione ottenuta.

Il documento stabilisce che saranno anche consentiti gli investimenti privati nel campo della generazione e vendita di energia elettrica, cosí come nella sua trasmissione e distribuzione, per mezzo di contratti con la Commissione Federale dell'Energia elettrica (Comisión Federal de Electricidad, CFE).

Costruito con il sostegno del PRI (Partido Revolucionario Institucional, il partito del Presidente della Repubblica Enrique Peña Nieto) del PAN (Partido de Acción Nacional, che rappresenta gli interessi del centro-destra messicano) e del PVEM (Partido Verde Ecologista de México, storico alleato del PRI), il progetto prevede la trasformazione della Pemex al modello di “Impresa Pubblica Produttiva, che —da sola o per mezzo di alleanze con società private— possa svolgere attività di esplorazione e di sfruttamento dei giacimenti.

Eliminando la figura delle concessioni, originalmente prevista dall'iniziativa del PAN, il progetto introduce nuove forme di contratto e pagamento con società petrolifere e propone la creazione del Fondo Messicano del Perolio.

La scelta dei contraenti avverrà per mezzo di gare, in cui la variabile di decisione sarà la percentuale dei profitti condivisa con il socio, mentre l'utile nominale sarà determinado dalle condizioni di mercato.

Il contraente assumerà il rischio totale del suo investimento e lo Stato potrà aderire al progetto fin dall'inizio o a partire dal momento in cui le attività di esplorazione hanno avuto successo.

CONDIZIONI DI PARTECIPAZIONE - Il documento, che è stato presentato anche ai senatori della sinistra, prevede contratti di rischio —di utilità o produzione condivisa— per mezzo dei quali lo Stato sarà obbligato a pagare una percentuale dell'utile o della produzione ottenuta, con il trasferimento a titolo oneroso degli idrocarburi estratti, o qualsiasi combinazione di queste formule.

L'iniziativa non prevede l'esistenza di concessioni, ma introduce la figura della “licencia” (licenza), che secondo i senatori Alejandro Encinas, Dolores Padierna, Luis Sánchez e Manuel Bartlett (del Partito della Rivoluzione Democratica, che rappresenta gli interessi della sinistra) è fondamentalmente equivalente e permetterà alle compagnie petrolifere straniere di ricevere i benefici economici dello sfruttamento dei giacimenti messicani.

Salvador Vega, del PAN, ha detto che il progetto rappresenta un grande passo avanti, dato che non prevede la privatizzazione della Pemex. «Il PAN ha proposto molti dei contenuti del documento e devo dire che ci sono ancora più cose su cui è possibile avanzare».

Per il PRI, Miguel Ángel Chico Herrera ha dichiarato che il Paese ha bisogno di questa riforma dell'energia che permetterà una maggiore crescita economica e la generazione dei posti di lavoro di cui il Messico ha bisogno. Il documento è, secondo lui, una buona notizia per la nazione.

RIFORMA COSTITUZIONALE - La proposta prevede la riforma degli articoli 25, 27 e 28 della Costituzione e il passaggio dalla Pemex a un modello di “Società Pubblica Produttiva per portare a termine —da sola o per mezzo di associazioni con entità private— l'esplorazione e lo sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi. La sua discussione si svolgerà tra i membri delle Commissioni di Questioni Costituzionali, Energia e Studi Legislativi del Senato. È probabile che il PRD richieda il diritto di intervenire con tutti i suoi membri (22).

Le Commissioni sono state convocate alle ore 10 di oggi. Per accordo del Consiglio di Coordinamento Politico della Camera Alta, il dibattito potrà estendersi al massimo fino alle ore 21 e, in tal caso, continuerà il giorno successivo.

NIENTE CONCESSIONI - L'emendamento all'articolo 27, per quanto riguarda gli idrocarburi, stabilisce che "la proprietà della nazione è inalienabile e imprescrittibile e non prevede concessioni". Nello stesso paragrafo si ribadisce che «in ogni caso, gli idrocarburi presenti nel sottosuolo sono di proprietà della nazione e così dovrà essere indicato nelle assegnazioni e nei contratti».

L'idea è quella di creare meccanismi che «costituiscano schemi interessanti per attrarre la collaborazione del capitale privato nelle attività di esplorazione ed estrazione di petrolio e di altri combustibili solidi, liquidi o gassosi».

In questo schema, la Pemex verrà avantaggiata per mezzo del meccanismo “ronda cero”: lo Stato darà il primo incarico alla parastatale per zone specifiche in cui dovranno realizzarsi attività di esplorazione e, se fosse il caso, di estrazione di petrolio ed altri idrocarburi.

PRODUZIONE E UTILI - Nei contratti di distribuzione degli utili, la proprietà degli idrocarburi rimane dello Stato, che si impegna, però, a cedere «una percentuale della monetizzazione della produzione come retribuzione».

Il processo di scelta del contraente avverrà attraverso una gara pubblica in cui la variabile di decisione sarà la percentuale dell'utile ricevuta. L'investimento per i lavori sarà a carico del contraente a proprio rischio e lo Stato avrà la possibilità di aderire al progetto dall'inizio o quando le attività di esplorazione abbiano avuto successo.

I profitti nominali del contraente dipenderanno dalle condizioni di mercato (prezzi del prodotto e costi di estrazione) e dall'efficienza nelle attività di estrazione.

I proventi restanti verranno divisi tra lo Stato e l'imprenditore, rispettando le percentuali concordate nel contratto.

Per quanto riguarda i contratti di produzione condivisa (producción compartida), anche in questo caso lo Stato manterrà la proprietà degli idrocarburi, ma si impegna a «cedere una percentuale del rendimento ottenuto come retribuzione».

Nelle gare pubbliche che si realizzeranno per selezionare il contraente, la variabile di decisione potrà essere la quota di produzione richiesta come pagamento.

Il rischio di investimento è a carico del contraente e lo Stato, come nei contratti di profitto condiviso, avrà la possibilità di aderire al progetto dall'inizio, o quando le attività di esplorazione abbiano avuto successo.

I guadagni del contraente dipenderanno dalle condizioni di mercato e dalla sua efficienza e costi del progetto saranno soggetti alle stesse norme stabilite per i contratti di partecipazione agli utili.

Il documento prevede anche la possibilità di concludere contratti in cui lo Stato paghi la compensazione mediante il trasferimento oneroso della proprietà degli idrocarburi, una volta estratti dal sottosuolo.

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(juan arvizu e noé cruz / el universal / puntodincontro.mx / adattamento traduzione all'italiano di massimo barzizza)