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31 maggio 2014 - Per scoprire il tumore al seno, alle ovaie e alla prostata nel prossimo futuro ci sarà un nuovo test. È peloso, ha il naso umido, scodinzola ed è felice di fare qualcosa per noi. Finalmente dopo tanta aneddotica arriva la parola degli scienziati: sì, i cani sono affidabili per scovare le cellule tumorali, grazie al loro insuperabile senso dell'olfatto.

I ricercatori dell’Università della Pennsylvania per esempio confermano che Tsunami (in foto) —un bellissimo pastore tedesco chiamato così per l’entusiasmo con cui va incontro alle persone e che hanno avuto a disposizione nei loro laboratori— è riuscito a individuare esattamente il tessuto ovarico malato nel 90% dei casi. Ora l’addestramento procede (in foto) per insegnare al cane a individuare l’odore di quella malattia nei campione di sangue.

Un altro studio ha dimostrato che i cani sono capaci di individuare con il 99% di accuratezza il tumore ai polmoni, semplicemente annusando il respiro della persona malata. Per quanto riguarda la prostata invece è molto promettente lo studio italiano condotto dal professor Gian Luigi Taverna dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano e presentato pochi giorni fa alla American Urological Association di Boston: i cani possono essere una favolosa opportunità per scovare la malattia. Tutto questo proprio mentre la comunità scientifica inizia a ritenere la misura del PSA (antigene prostatico specifico, un enzima prodotto dalla prostata tracciabile nel sangue), non abbastanza preciso in quanto fornisce diversi falsi positivi conducendo poi il paziente a inutili interventi. Significa che il valore del PSA è come quello che avrebbe un malato di cancro ma non è detto che la malattia ci sia davvero: nel 2012 uno studio americano ha
dimostrato che i falsi positivi possono raggiungere l’80%.

Ora negli Stati Uniti la dog trainer Dina Zaphiris sta cercando di far approvare dalla Food and Drug Administration un kit specifico: la persona espira su uno speciale panno cattura-molecole e il cane specializzato può odorarlo per scoprire un’eventuale neoplasia.

Come racconto nel libro La fisica del Bau, I cani hanno 220 milioni di recettori, noi soltanto 5 milioni. Da una parte forse è meglio così: non oso pensare come potrebbe essere la nostra vita d'estate sugli autobus affollati, quando la traspirazione umana dà il meglio di sè.

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(monica marelli / puntodincontro.mx / adattamento e traduzione in spagnolo di massimo barzizza)