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Scoperta in Messico una nuova tecnica diagnostica per le malattie di Parkinson e Alzheimer

 

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9 marzo 2015 - Un test che potrebbe rappresentare una svolta nella diagnosi delle malattie neurodegenerative. Le cellule della pelle sembrerebbero custodire il segreto di Parkinson e Alzheimer.

Attraverso un'analisi dell'epitelio è infatti possibile evidenziare se la persona è affetta dalla patologia. A mettere a punto l'esame sono stati i ricercatori messicani dell'Università di San Luis Potosí. I risultati definitivi verranno presentati in occasione del prossimo convegno dell'American Academy of Neurology che si svolgerà in aprile a Washington.

Uno dei segni incontrovertibili della presenza di Parkinson e Alzheimer è l'accumulo di proteine tossiche a livello cerebrale. Una quantità facilmente rilevabile attraverso la biopsia, ma effettuare l'analisi è impossibile quando la persona è in vita.

«Le malattie neurodegenerative sono caratterizzate da alterazioni della struttura e della funzione di alcune proteine», spiega Ildefonso Rodríguez Leyva, lo specialista che guida la ricerca. Avendo un'origine comune sin dalla formazione dell'embrione, «le cellule della pelle e i neuroni devono avere proteine coincidenti».

«Da qui parte la nostra ipotesi secondo cui la caratteristica patologica della malattia di Alzheimer —i depositi anomali di proteine tau nei neuroni— potrebbe trovarsi anche nella pelle», aggiunge. Nel caso del morbo di Parkinson, è la proteina alfa-sinucleina quella che mostra caratteristiche anormali sia nel tessuto nervoso centrale che nel periferico.

«Anche se i risultati saranno da confermare, le prospettive aperte dalla nostra ricerca sono entusiasmanti. Potenzialmente, attraverso una semplice biopsia cutanea, potremo scoprire molto sulle malattie neurodegenerative», conclude Rodriguez Leyva.

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(massimo barzizza / puntodincontro.mx)